salve a tutti, premesso che :
-non ho nulla contro la Serbia o i Serbi , in quanto tali, e personalmente non posso impedire a Fiat di andare "oltrecortina";
-avrei preferito non aprire io questo thread, ma visto che passano le ore, e nessuno "osa" lancio il sasso;
1 Avrà un senso commerciale produrre e marchiare la prossima monovolume media di casa fiat ( erede teorica di MUSA ) anche col marchio LANCIA , se verrà prodotta in Serbia?
2 Trascurando i sostituti di IDEA e MULTIPLA , dato che fiat come marchio si è, volente o nolente internazionalizzato, può esistere una Musa non "made in italy" ?
3 E se sì, a cosa è accettabile adattarsi e cosa non sarebbe tollerato, nemmeno da chi non fosse "lancista" , ma si aspetta comunque una Lancia?
- secondo me non ha molto senso perchè rischia di bruciarsi l' ultimo zoccolo di marcato dove Lancia vende , cioè l' italia;
- può esistere , ma non mi piace l' idea;
- non mi potrei adattare ad uno scadimento ulteriore delle finiture interne, dovute a scelte "lowcost", per manodopera, progettazione o materiali, visto che sono l' ultimo bastione difendibile per questo marchio ( non avendo più argomenti meramente tecnici ) . Pur vedendomi chiedere un plus sul listino, rispetto all' equivalente versione fiat.
Ciao Rinato,
è un argomento complesso, difficile parlarne in poche righe ma proverò a dire la mia nel modo più breve possibile.
Sono anni che ritengo la globalizzazione un danno per le economie affermate e per i lavoratori di quelle economie, perchè mettono in concorrenza diretta e sleale aziende, con diritti/doveri con aziende dove esistonoben altre realtà.
La colpa è della politica mondiale, incapace di prevederne il collasso, come avvenuto nel 2008/2009 e nonostante piccoli segnali di ripresa è facile affermare che ancora siamo ben lontani dalla ripresa, che forse non arriverà mai più ai livelli passati.
Mi stupisco anche del perchè si parli di uno "scandalo Fiat" se vuole delocalizare all'estero quando quotidianamente ci sono decine di aziende che delocalizzano verso paesi i paesi emergenti.
Io i paesi emergenti li chiamo col suo vero nome, che non posso riportare.
Gli stessi paesi emergenti applicano tasse antidumping, cioè tasse che colpiscono direttamente un prodotto importato in quel paese da un paese straniero, in modo pesante, con percentuali che vanno dal 50 al 100% del prezzo, quindi uno scandalo.
Più scandaloso ancora invece che i vari paesi industrializzati, non applichino le medesime condizioni verso gli stessi paesi, t'immagini se tutti i prodotti made in China raddoppiassero di prezzo? Torneremmo a fare in Italia prodotti e articoli che negli anni abbiamo localizzato solo per una questione di prezzo.
Toglieremmo a questi paesi il know-how, cioè il "come fare" e il "saper fare" perchè molte aziende troverebbero di nuovo sconveniente produrre in questi paesi.
Mercato libero significa non solo libertà di investire dove si vuole, ma anche libertà di provare a vendere dove si vuole, alle medesime condizioni. Se questa equazione non esiste, non esiste mercato libero e di fatto si creano le probelmatiche attuali, cioè se sia giusto o no delocalizzare. Detto questo, quindi assolte le aziende che come "istituzione" punta, ed è sacrosanto che sia così, al massimo profitto, il dito va puntato alla politica economica europea e mondiale.
Per la verità questo governo è l'unico che con qualche suo esponente evidenzia il problema e grida allo scandalo, e il problema delle quote latte ne è l'esempio lampante. Non solo ho i limiti dati da un'economia chiamata libera ma di fatto imbrigliata, ma ho anche vincoli europei che mi impone un tetto di consumo e di produzione di un prodotto nazionale e l'obbligo d'acquisto e di consumo di un prodotto estero. Marchionne chiede flessibilità e produttività, in particolare sulle ore di lavoro e sugli scioperi.
In particolare evidenzia il fatto come lo stop di un giorno di un impianto dovuto ad uno sciopero vanifica il profitto di 3 settimane di gestione perfetta del reparto produttivo, quindi una perdita che oggi non si può più tollerare.
Inoltre chiede che nei periodi di maggiore richiesta le ore di straordinario, tutte ovviamente pagate e retribuite, posaano venire richieste ai lavoratori che le devono assolvere senza battere ciglio.
E questi concetti stridono tantissimo coi lavoratori che davanti alle telecamere denunciano di non riuscire a mandare avanti la famiglia con le 700 euro della cassa integrazione.
E allora perchè schierarsi coi sindacati che sbraitano per i diritti dei lavoratori ben sapendo che il gioco non vale la candela, cioè non sarebbe più onesto affermare che è meglio rinunciare a qualche sciopero ( o weekend lungo) visto che si fanno sempre il Venerdì e accaparrarsi una paga dignitosa e ben vengano gli straordinari che farebbero lievitare il netto dai 1000/1100 euro fino a 1400/1500 eruo mensili??? La famiglia dell'operaio che lamenta degli stenti della cassa integrazione come si sentirebbe con un raddoppio delle entrate ma soprattutto con un lavoro fisso???
Certo ci sarebbe da lavorare, una cosa che i sindacalisti che vanno a Ballarò dubito abbiano mai fatto in vita loro, e penso onestamente e con un magone grosso così che oggi manchi soprattutto la voglia di lavorare e fare sacrifici.
Io lavoro con aziende di tutto il mondo, comprese aziende dell'est europa, e vi assicuro che li c'è la "fame" nei confronti del lavoro, dopo tanta miseria si accorgono che solo il lavoro e la dedizione cambiano le sorti di una vita, di conseguenza mettono il lavoro davanti a tutto. Si potrebbe tornare anche in Italia a quella mentalità?
Vi assicuro che la competenza esiste ancora, non c'è più quel modo di pensare.
Poco importa se la nuova Musa sarà serba, o se la mia Panda è stata prodotta in Polonia, ti posso dire che la mia Panda è un auto perfetta assemblata in modo impeccabile, certamente uscita di fabbrica in modo migliore rispetto alla mia Musa di Mirafiori...
Credo di pensarla come Marchionne, che tra l'altro non chiede "parità di condizioni" o di stipendi, non chiede di abbassare le paghe o di non pagare ore di straordinario, al contrario chiede di farlo, di lavorare di più e di scioperare di meno.
Dove sta lo scandalo non lo so, di sicuro vedere che ilavoratori sono rappresentati da quella massa di nullafacenti e ignoranti che si identificano con le sigle di CGIL e FIOM mi disgusta e mi deprime.
Saluti
Da quello che scrivi è chiaro che non pensi che gli operai possano avere una vita dignitosa ma ti basta che il prodotto che acquisti sia efficente e al top della qualità. Bene, è un pensiero condivisibile, egoistico magari ma condivisibile, ma non cìè proprio bisogno di denigrare la CGIL e la FIOM che ti ricordo sono le uniche sigle sindacali che hanno sempre lottato a favore dei lavoratori qualsiasi governo ci sia, non di certo la CISL o la UIL che appoggiano questo che per me è il pià indegno governo vissuto fin'ora, peggio anche degli ex DC, per tanti di quei motivi che non basterebbe una pagina ad elencare.
Spostare la produzione in un altro paese per una vettura che stà nascendo non ha senso, come non ha senso spostare la produzione della Panda dalla Polonia in Italia, visto che bisognerebbe ricostruire gli impianti da capo qui per una vettura che fra qualche anno sarà sostituita da un nuovo modello. Questo non è nazionalismo, è buon senso.
La FIOM e la CGIL hanno chiaramente detto ciò che dici tu, quindi penso che hai seguito in modo attento la questione, e mi fa piacere. Ma è evidente che la vediamo in modo diametralmente opposto.
Io credo che il diritto primo dei sindacati sia quello di garantire il lavoro, tutto il resto, benessere, tenore di vita, potere d'acquisto è una conseguenza del primo e comunque va al di fuori della loro competenza.
Avere un lavoro fisso, pretendere lavoro straordinario, limitare questi sistematici scioperi del venerdì che tanto sanno appunto di "weekend anticipato" non mi pare sia un pensiero egoistico, mi sembra soltanto, questo si, buon senso.
Sarkozy ha di fatto imposto alla Renault di produrre parte della nuova Clio in Francia, il gruppo Volkswagen fino a poco tempo fa garantiva salario per 40 ore settimanali, non pagava lavoro straordinario o lo pagava al 50/60% a 60/120gg, e chi si opponeva veniva licenziato.
Ora, visto che in Italia, nonostante ciò che si dica abbiamo tanto più buon senso di molti nostri amici europei, e tutte le critiche che piovono addosso al nostro paese sono soltanto invidia sul fatto che diamo il meglio di noi nei momenti difficili come questo dico, sarà proprio difficile trovare un accordo con la Fiat se le condizioni sono queste, che a me, come alla stragrande maggioranza della popolazione non sembra nulla di così impossibile?
Io non so quanto lavori tu, però io mediamente faccio 11 ore al giorno, più i sabati mattina, quasi tutti, più salutariamente qualche sera dopocena o, sempre saltuariamente, qualche domenica.
E trovo che non ci sia niente di più bello sentirsi parte di un mondo lavorativo che gira grazie anche la tuo impegno, credo che non ci sia niente di più bello del tornare a casa, entrare nella tua bella casa fatta dopo 15 anni di duri sacrifici, e vedere una moglie che sorride e un bimbo che gioca gattoni felice immerso fra i suoi giocattoli.
O forse è più bello sapere di poter fare tutti gli scioperi che si vogliono, lavorare un mese si un mese no, vedere una moglie depressa e un figlio affamato che piange, ed essere in preda alla disperazione perchè non si sa dove trovare il lavoro.
I sindacati non sono MAI stati realmente dalla parte dei lavoratori, e ti spiego in due parole perchè:
Perchè gli interessi dell'azienda e l'interesse dei lavoratori coincide, soltanto se la prima fa profitto il secondo può migliorare la sua situazione economica, mi sembra invece che si sia sempre puntato a mettere gli uni contro gli altri creando questi conflitti che portano alle problematiche di oggi.
Hanno inculcato nella testa della gente che l'imprenditore non è colui che se si arricchisce può creare posti di lavoro, è uno che si sveglia la mattina col solo scopo di evadere il fisco e schiavizzare l'operaio, che si fa chiamare "boss" o padrone.
Mi sembra un concetto di una sinistra incapace di liberarsi dei suoi vecchi fantasmi, di adeguarsi ad un'economia diversa, dinamica e flessibile, che non sa ahimè nulla di libertà.
Un saluto
Credo ci siano persone che si sentono appagate e realizzate nella vita solo se lavorano come capita anche a te 11 ore al giorno, altre che si realizzano in altre cose, magari si accontentano di uno stipendiuccio ma preferiscono avere pià tempo libero da dedicarsi o da dedicare agli altri.
Non sono convinto che lo sfruttamento e lo sfinimento degli operai che come ben sai fanno un lavoro usurante porti ad una migliore produzione: ci sono realtà dove gli operai lavorano 36 ore o anche meno e producono sicuramente in maniera accurata e con precisione le proprie cose.Lasciamo perdere i grandi marchi come Ferrari e Lamborghini che mettono a disposizione dei propri lavoratori spazi vivibili e musica rilassante nelle proprie fabbriche che sono eccezzioni ma nella stessa Germania qualche anno fà si era deciso di far lavorare meno i propri operai nelle fabbriche della Wolkswagen e Audi e la produzione era nettamente migliorata, quindi non sempre lavorare di più corrisponde ad una migliore produzione.
Il problema semmai è che gli operai sono sottostipendiati, come lo sono tante altre categorie, compresi i sanitari a cui appartengo, dove ti assicuro che lavorano spesso gratis, solo per scrupolo e coscenza, e dobbiamo anche subire gli insulti di Brunetta che ci dà del fannullone!
Le famiglie non arrivano alla seconda settimana, il lavoro è sempre più precario (quando si trova), i prezzi dei beni di consumo aumentano, ma gli stipendi no, anzi questo governo chiede di fare i sacrifici proprio ai più poveri, mentre i ricconi evadono le tasse e gongolano...ma per favore!
Quello che si vuol far passare come liberalismo è in realtà una vera e propria schiavitù tutta rivolta ai soliti poveracci: produrre, produrre, solo questo oggi conta.La flessibilità come dici tu ci ha portato alla rovina, con un lavoro che sarà precario a vita, senza poter far progetti per il futuro, senza che una banca ti conceda un mutuo o un semplice leasing per comprarti la tua beneamata Musa, e questo lo chiami sviluppo?
Non volevo parlare di politica ma quando sento che sono sempre i soliti poracci che devono tirare la carretta mentre abbiamo pessimi esempi da questo scellerato governo composto da personaggi che un giorno si e l'altro pure vengono indagati per questo e quel reato, a cominciare dal loro presidente del Consiglio, beh, proprio non posso esimermi dal rispondere, con tutto il rispetto delle convinzioni altrui.
Che sia stramaledetta la politica e con essa tutte quelle forze sindacali che, usano le forze degli ignari lavoratori pur di contrapporsi politicamente a quello che sostanzialmente, spesso per nulla attiene alla Vera tutela della classe Operaia.
Chiedo scusa..e senza voler prevaricare l'altrui pareri...io la penso cosi!.
Vi chiedo!! avete idea di quant'è il costo di tutte le organizzazioni sindacali in Italia?
Ciao
Silvio Di Egidio
Via Fumaroli 11
00055 Ladispoli(Rm)
Tel. 3398256397
La tue problematiche le condivido al 100%, ma vanno oltre il problema specifico di Fiat e della questione sindacale.
Anche mia moglie, da poco specialista in ginecologia, ha dovuto passare tutta la trafila burocrtaica e lavorativa, perciò credimi che so di cosa parli e di quali sono le paghe.
Ha fatto quasi 5 anni di specializzazione, compresi turni di notte, a 800 euro mensili.
Ovviamente doveva pagare le tasse universitarie.
Ma è pensiero comune però, che da "strutturata", le cose vadano molto meglio, e che non c'è davvero di che lamentarsi.
Ma è anche giusto così, si può cominciare a pretendere uno stipendio onorevole a 33 anni, dopo 10 anni trascorsi fra lauree e specializzazioni? Io credo di si.
Tornando al discorso auto, relativamente al discorso tedesco, aggiungo la tua informazione affermando che è vero che gli operai venivano pagati per meno ore settimanali, ma dovevano lavorarne di più e pagati alle modalità del mio messaggio precedente.
Che è ancora più umiliante e "logorante" del lavoro usurante giustamente retribuito.
Io personalmente non mi sento appagato a trascorrere le mie giornate in ditta, però non mi costa nemmeno tutto questo sacrificio.
E concordo che il lavoro operaio spesso sia un lavoro usurante, ma invito a riflettere che il lavoro di un imprenditore non è quasi mai rappresentato dalla figura del nostro presidente del consiglio, ma è una figura che spesso per elargire gli stipendi ai collaboratori dimezza il proprio, è uno che spesso dalle difficoltà nel reperire liquidità non dorme la notte, è uno che vede l'azienda e chi ci lavora cme una famiglia allargata, ed è sola figura che nel nostro paese andrebbe incentivata, perchè è solo grazie alla sua opera che come conseguenza crea posti di lavoro. Metterei una regola allora, se proprio vogliamo la libertà assoluta di fare sciopero. Chi sciopera partecipa attivamente, a spese proprie, allo sciopero in questione, si va in fabbrica e ci si sta "improduttivi" per le 8 ore, oppure si va nel luogo della manifestazione e si partecipa attivamente.
La perdita di credibilità dei sindacati si evidenzia dalla perdita di consensi proprio dalla classe operaia, e proprio nelle realtà storiche di sempre, e il motivo è sempre il solo e l'unico.
Mi piacerebbe una nuova collaborazione, un nuovo rapporto di fiducia fra tutte le categorie di lavoratori.
Dove lavoro io non c'è impiegato o manager, non c'è padrone o operaio, si lavora tutti in collaborazione per un obiettivo comune.
Tutte le realtà aziendali che conosco e che hanno adottato questa politica stanno superando il momento difficile senza troppe difficoltà, e ci tengo a precisare che le nostre realtà artigianali toscane sono realtà di lavoro d'eccellenza, che vendiamo negli atelier di Mosca, di New York o di Dubai, quindi realtà dove per saperci stare occorre riconoscere un lavoro eccellente da parte di tutti.
E sono realtà dove il sindacato non attecchisce, l'ultima volta che venne a parlare da noi ad esempio, cominciò una discussione fra il divario di salario fra chi lavorava al reparto di cucitura (quasi esclusivamente donne) e le donne del marketing che in viaggio all'estero facevano una vita "da vacanza", e che il loro lavoro da "schiavi" permetteva il lavoro di "vacanza" degli altri.
Fu uno spettacolo deprimente, te lo dico sinceramente, contenuti e concetti da terzo mondo, e mi fece piacere vedere che ci furono alcuni, proprio coloro a cui era diretto il messaggio, che si alzarono e vennero via.
Nelle grandi aziende toscane invece, fra tutte la Piaggio di Pontedera e la Lucchini di Piombino c'è una forte presenza sindacale, e ancora una fortissima influenza, eppure mi sembra che li le problematiche e lo stress dei lavoratori sia ancora maggiore, perchè l'alternativa è chiudere, vendere o delocalizzare, e il sindacato mi sembra faccia di tutto tranne che assicurarsi che il lavoro resti in loco. E'evidente che Fiat chieda più impegno e dedizione, ed è incredibile come si scambi questa richiesta per perdita di diritti dei lavoratori. Nei decenni passati ovvio che queste richieste di produttività non pervenivano, c'erano i vari governi che finanziavano il settore auto laddove non si arrivava con le vendite.
Oggi, al di la di qualche incentivo, che comunque applicano un pò in tutta Europa, c'è un governo che, piaccia o no, impone di andare avanti con le proprie forze. Come è giusto che sia.
Cari saluti
Dagli ultimi calcoli, che però fanno riferimento alla base di calcolo del 2007, quindi "ante-crisi", sembra che costi circa 34.442 euro al giorno. Nuovi metodi di calcolo prevedono il conteggio anche dell'improduttività dovuta a scioperi e manifestazioni, ma è probabile che sia un dato teorico...
Il primo invece, 12 milioni di euro annui, sai che tutela dei lavoratori sarebbe se andassero a sostegno delle imprese!!!
Saluti