Aurelia B53 coupè fuoriserie Allemano.
Inviato: 04 ott 2009, 17:14
Prima che qualche facoltoso collezionista a stelle e strisce la allontani dall'Europa, vorrei spendere due parole su questa vettura che andrà all'asta alla fine del mese in quel di Londra.
L'autotelaio n°1008 fa parte della mitica serie di quei 90 sui quali furono montate molte scocche particolari, ricordo qui solo il coupè Balbo e la giardiniera Viotti. Per quanto riguarda la meccanica è quella dell'Aurelia del 1952: 1991cc V6 da 80CV, 4 marce, sospensioni anteriori indipendenti e 4 freni a tamburo.
La carrozzeria Allemano di Torino si era appena ripresa dalla crisi causata dalla II guerra mondiale ed in officina era arrivato Mario, il nipote del fondatore, a portare linfa fresca. Come tutti i giovani Mario era appassionato di auto sportive e non ci vide affatto male perchè la carrozzeria vivrà un periodo felicissimo di circa 10 anni costruendo capolavori per Maserati e Ferrari.
L'auto fu creata appositamente per il Salone di Torino del 1953 e doveva rappresentare un pò la summa dello stile della carrozzeria Allemano, oggi la definiremmo una show-car. Il disegno è di Giovanni Michelotti, giovane e dotatissima matita torinese, che riassunse i concetti della B50 cabriolet e della B20 GT dando vita ad un mix molto equilibrato delle linee. I preziosismi dei particolari quali la calandra, le prese d'aria frontali, le luci posteriori ed i cristalli, ne fanno una vettura particolarmente elegante. Come già fece lavorando per Vignale, anche stavolta Michelotti scelse l'alluminio per il cofano e per le portiere. Gli interni sono blu e riprendono la bicromia della carrozzeria, ma stranamente il cruscotto ha la fascia bianca. Tutti i particolari sono in bakelite a partire dalle razze del volante, il pomello del cambio, il coperchio del posacenere fino ai pomellini dell'autoradio. A proposito, l'autoradio è una Condor Ultraplat, sottilissima per l'epoca quando le Aurelia di serie montavano ancora i modelli quadrati. Sotto al cruscotto si nota l'alimentatore e nell'angolo sinistro l'altoparlante.
L'auto ha subito un restauro conservativo totale ed è in perfetta efficienza.
Personalmente avanzo dei dubbi sulle coppe delle ruote che mi ricordano più quelle dell' Aprilia Pininfarina cabriolet che quelle dell'Aurelia con la scritta Lancia in corsivo, ma è solo una mia opinione.
Molti di voi avranno visto questa Aurelia sfilare gli anni scorsi in molti concorsi di eleganza.
L'autotelaio n°1008 fa parte della mitica serie di quei 90 sui quali furono montate molte scocche particolari, ricordo qui solo il coupè Balbo e la giardiniera Viotti. Per quanto riguarda la meccanica è quella dell'Aurelia del 1952: 1991cc V6 da 80CV, 4 marce, sospensioni anteriori indipendenti e 4 freni a tamburo.
La carrozzeria Allemano di Torino si era appena ripresa dalla crisi causata dalla II guerra mondiale ed in officina era arrivato Mario, il nipote del fondatore, a portare linfa fresca. Come tutti i giovani Mario era appassionato di auto sportive e non ci vide affatto male perchè la carrozzeria vivrà un periodo felicissimo di circa 10 anni costruendo capolavori per Maserati e Ferrari.
L'auto fu creata appositamente per il Salone di Torino del 1953 e doveva rappresentare un pò la summa dello stile della carrozzeria Allemano, oggi la definiremmo una show-car. Il disegno è di Giovanni Michelotti, giovane e dotatissima matita torinese, che riassunse i concetti della B50 cabriolet e della B20 GT dando vita ad un mix molto equilibrato delle linee. I preziosismi dei particolari quali la calandra, le prese d'aria frontali, le luci posteriori ed i cristalli, ne fanno una vettura particolarmente elegante. Come già fece lavorando per Vignale, anche stavolta Michelotti scelse l'alluminio per il cofano e per le portiere. Gli interni sono blu e riprendono la bicromia della carrozzeria, ma stranamente il cruscotto ha la fascia bianca. Tutti i particolari sono in bakelite a partire dalle razze del volante, il pomello del cambio, il coperchio del posacenere fino ai pomellini dell'autoradio. A proposito, l'autoradio è una Condor Ultraplat, sottilissima per l'epoca quando le Aurelia di serie montavano ancora i modelli quadrati. Sotto al cruscotto si nota l'alimentatore e nell'angolo sinistro l'altoparlante.
L'auto ha subito un restauro conservativo totale ed è in perfetta efficienza.
Personalmente avanzo dei dubbi sulle coppe delle ruote che mi ricordano più quelle dell' Aprilia Pininfarina cabriolet che quelle dell'Aurelia con la scritta Lancia in corsivo, ma è solo una mia opinione.
Molti di voi avranno visto questa Aurelia sfilare gli anni scorsi in molti concorsi di eleganza.