...a proposito del..futuro
Inviato: 04 set 2009, 12:55
...ho ricevuto da un'amica, ex compagna di classe del liceo, una parte di un testo che ha trovato su una rivista matematica.
Io che talvolta, malgrado non vorrei, non riesco ad essere positivo e che fatico ad affrontare i "lunedì" e le ripartenze ho trovato interessante questo testo che vi giro....per le riflessioni del ...venerdì:
"Qualche tempo fa è uscito nelle sale cinematografiche un film abbastanza strano: si intitolava “Il Futuro Non è Scritto”, traduzione fedele dell’originale inglese “The Future is Unwritten” e narrava della vita di Joe Strummer, cantante e leader di una celebre band degli anni ‘70-‘80, The Clash. E’ probabile che il film possa essere giudicato un capolavoro o una noia mortale in funzione dell’affezione che lo spettatore ha o meno verso la band suddetta e verso il protagonista in particolare (noi, comunque, propendiamo per il capolavoro), ma in verità non è del contenuto dell’opera cinematografica che si vuole parlare, quanto della forza della frase che è messa lì a fare da titolo e guida a tutto il film. Il futuro non è scritto: la frase è naturalmente dello stesso Joe Strummer, che se ne è andato a cinquant’anni per arresto cardiaco, e la usava spesso, nelle sue trasmissioni radio, per ricordare che non è vero che esiste il destino, la predestinazione; insomma non è vero che tutto è già definito e immutabile, non è vero che è inutile darsi da fare. Perché il futuro non è scritto, è quindi ha senso agire, lottare, impegnarsi, ricercare la felicità o qualsiasi altra cosa si voglia ottenere. E’ abbastanza curioso che un messaggio del genere venga da un vecchio rocker, anzi da un punk-rocker, uno di quelli che a vent’anni sembravano essere molto più attratti dalla distruzione che dalla costruzione; in realtà, se si vanno a leggere i testi delle canzoni di quegli anni, si scopre in fretta che il messaggio non era quasi mai davvero distruttivo, anzi; ma – di nuovo – non è questo il punto.
Il punto è che la non prevedibilità del futuro, cosa su cui si trovano inspiegabilmente d’accordo atei e religiosi, filosofi e pragmatici, rivoluzionari e conservatori, è proprio ciò che rende il futuro modificabile, vivibile, attivo. Gli illuministi attraverso la convinzione che l’uomo possa procedere verso il progresso, i crerdenti tramite il concetto del libero arbitrio che fa sì che gli uomini possano decidere di loro stessi anche se creati da Dio, gli scienziati per mezzo delle misteriose caratteristiche dei principi di indeterminazione e del caos che hanno allontanato le illusioni del determinismo; tutti concordano sul fatto che il futuro non è scritto.
E, diamine, questa è una buona notizia.
Certo, è anche necessariamente impegnativa. Settembre è un mese di ripartenza, e la caratteristica essenziale delle ripartenze sta proprio nel fatto che sono composte più da futuro che da presente o passato: l’inizio d’un nuovo anno lavorativo, d’un nuovo anno scolastico, d’una nuova avventura ancora tutta da scrivere. Settembre, anche se viene subito dopo Agosto, è molto più vicino e unito al Maggio successivo che all’estate appena passata. E quindi è inevitabile parlare di Settembre esortando all’azione, ai buoni propositi, a tirarsi su le maniche: abbiamo un anno nuovo di zecca, dobbiamo scriverlo per intero. "
andrea firenze
Io che talvolta, malgrado non vorrei, non riesco ad essere positivo e che fatico ad affrontare i "lunedì" e le ripartenze ho trovato interessante questo testo che vi giro....per le riflessioni del ...venerdì:
"Qualche tempo fa è uscito nelle sale cinematografiche un film abbastanza strano: si intitolava “Il Futuro Non è Scritto”, traduzione fedele dell’originale inglese “The Future is Unwritten” e narrava della vita di Joe Strummer, cantante e leader di una celebre band degli anni ‘70-‘80, The Clash. E’ probabile che il film possa essere giudicato un capolavoro o una noia mortale in funzione dell’affezione che lo spettatore ha o meno verso la band suddetta e verso il protagonista in particolare (noi, comunque, propendiamo per il capolavoro), ma in verità non è del contenuto dell’opera cinematografica che si vuole parlare, quanto della forza della frase che è messa lì a fare da titolo e guida a tutto il film. Il futuro non è scritto: la frase è naturalmente dello stesso Joe Strummer, che se ne è andato a cinquant’anni per arresto cardiaco, e la usava spesso, nelle sue trasmissioni radio, per ricordare che non è vero che esiste il destino, la predestinazione; insomma non è vero che tutto è già definito e immutabile, non è vero che è inutile darsi da fare. Perché il futuro non è scritto, è quindi ha senso agire, lottare, impegnarsi, ricercare la felicità o qualsiasi altra cosa si voglia ottenere. E’ abbastanza curioso che un messaggio del genere venga da un vecchio rocker, anzi da un punk-rocker, uno di quelli che a vent’anni sembravano essere molto più attratti dalla distruzione che dalla costruzione; in realtà, se si vanno a leggere i testi delle canzoni di quegli anni, si scopre in fretta che il messaggio non era quasi mai davvero distruttivo, anzi; ma – di nuovo – non è questo il punto.
Il punto è che la non prevedibilità del futuro, cosa su cui si trovano inspiegabilmente d’accordo atei e religiosi, filosofi e pragmatici, rivoluzionari e conservatori, è proprio ciò che rende il futuro modificabile, vivibile, attivo. Gli illuministi attraverso la convinzione che l’uomo possa procedere verso il progresso, i crerdenti tramite il concetto del libero arbitrio che fa sì che gli uomini possano decidere di loro stessi anche se creati da Dio, gli scienziati per mezzo delle misteriose caratteristiche dei principi di indeterminazione e del caos che hanno allontanato le illusioni del determinismo; tutti concordano sul fatto che il futuro non è scritto.
E, diamine, questa è una buona notizia.
Certo, è anche necessariamente impegnativa. Settembre è un mese di ripartenza, e la caratteristica essenziale delle ripartenze sta proprio nel fatto che sono composte più da futuro che da presente o passato: l’inizio d’un nuovo anno lavorativo, d’un nuovo anno scolastico, d’una nuova avventura ancora tutta da scrivere. Settembre, anche se viene subito dopo Agosto, è molto più vicino e unito al Maggio successivo che all’estate appena passata. E quindi è inevitabile parlare di Settembre esortando all’azione, ai buoni propositi, a tirarsi su le maniche: abbiamo un anno nuovo di zecca, dobbiamo scriverlo per intero. "
andrea firenze