Il vento dell'Est

Carlo HF

Il vento dell'Est

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Il vento dell’Est

La domenica leggo “Il Sole 24 ore” per due ragioni: l’inserto culturale( veramente ben fatto) e la pagina dedicata ai Motori.
Oggi la pagina dei Motori riporta il resoconto del Salone di Tokio e tutto rientrerebbe nella giapponesiaca normalità se ,a fine pagina, non ci fosse un articolo a dir poco sorprendente e che dovrebbe far meditare molto l’attuale Gruppo dirigente Fiat.
Il titolo dell’articolo firmato da Silvia Barufaldi (se sapessi l’indirizzo le manderei un grande mazzo di rose Rosso Corsa) è:
Riscoprire le proprie radici, parola d’ordine degli stilisti.
Attenzione, stilisti giapponesi non i nostri italiani o europei. Leggendo solo il titolo uno pensa: Guarda un po’, perfino i giapponesi riscoprono le loro radici automobilistiche e noi non siamo capaci di riproporre dei modelli (leggi Fulvia) che hanno dei riferimenti al passato e quale passato.
No, tutto sbagliato. I Giapponesi non riscoprono le loro, ma le nostre radici.
L’articolo infatti parlando di un modello Honda dice“ ..quest’ultima in particolare, per quanto molto giapponese, riporta alla mente certi prototipi dei carrozzieri torinesi degli anni Settanta come la Modulo di Pininfarina, la Carabo di Bertone, o la Boomerang firmata Giugiaro (per fortuna, dico io, non hanno riscoperto Ercole Spada e Zagato). E altri marchi, tra cui Subaru e Mitsubishi, per citare i più espliciti. Ammettono che quando si tratta di abbinare sportività e buon gusto il benchmark è sempre uno: Alfa Romeo”…. E qui la Silvia non “ c’azzecca” proprio, poteva scrivere Lancia.( Mi è venuta in mente una frase di mia nonna, contadina veneta di carattere duro, diceva: “Ragazzi, in mancanza di acqua va bene anche la grandine” quindi meglio Alfa Romeo che niente).
A parte queste amenità, mi domando e ci domandiamo a cosa pensano i ragazzi che lavorano nei vari Centri Stile del Gruppo Fiat? Hanno disegnato la Fulvia quasi vergognandosi di avere progettato un oggetto di buon gusto e con un chiaro riferimento alle radici Lancia ed i giapponesi (intesi come stilisti giapponesi) si stanno costruendo un passato copiandoci ancora una volta, ma questa volta ci copiano addirittura le nostre radici !
E’ l’annullamento totale, la Soluzione Finale della nostra tradizione automobilistica fatta di stile, di inventiva e soprattutto tanta ma tanta classe.
Alla fine si dirà che la Ferrari GTO è stata disegnata da uno stilista giapponese e che poi gli italiani hanno fatto varie repliche senza mai raggiungere la raffinatezza dell’originale.
Usque tandem FIAT abuserai della nostra pazienza ?
Perché non dare un esempio di grande attaccamento ad uno dei marchi più nobili , la Lancia, dando il via libera alla produzione della Fulvia ? Ha già, la logica di mercato detta anche la legge dei grandi Flop come ad esempio, tanto per restare in tema, l’Audi TT, la Mercedes Classe A e lo Pseudomaggiolino ecc…
Non ci servono “esperti americani” per giudicare un prodotto che sapevamo e sappiamo far bene solo noi, che ci deriva da una base culturale e artistica ben consolidata.
Insomma, per disegnare una macchina non dobbiamo andare in California e per condurre una grande azienda non ci servono i grandi manager tedeschi o giù di lì.
Personalmente non mi fiderei neppure a farmi cambiare la ruota di scorta.


Il presente scritto verrà inviato a

Il Sole 24 ore-Pagina dei Motori
Lancia Torino
Viva Lancia: Italiano,Inglese,Spagnolo,Olandese,Tedesco.
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