La Torino di quegli anni si trasformò da arsenale militare in città-fabbrica, dalle vallate limitrofi e dal Monferrato emigrò tanta gente in cerca di lavoro, ma soprattutto in cerca di dignità. Questi uomini saranno più vicini a monsù Vincenzo dei suoi ex-compagni di scuola, diventeranno l’ aristocrazia operaia, cammineranno a testa alta perchè lavorano in una fabbrica dove si costruiscono automobili, le migliori automobili: le Lancia.
Di Vincenzo Lancia vengono ricordate le vittorie sportive, l’irruenza, gli eccessi a tavola, ma spesso si è cercato di mettere in ombra la sua intraprendenza in campo industriale, il suo saper captare i segnali del mercato, la sua incrollabile fiducia nello sviluppo delle tecnologie, la sua capacità nello scegliere i collaboratori, la sua lungimiranza. Un uomo che dopo solo 10 anni dalla fondazione della sua azienda già produceva di tutto: automobili, autocarri, mezzi militari, motori aeronautici e tutti costruiti all’interno della stessa fabbrica. Aprì filiali e fabbriche all’estero prima di altri. Pose la prima pietra, insieme all’amico pilota Felice Nazzaro, dell’autodromo di Monza perchè credeva nello sport. E quando il suo grande amico Battista Farina decise di fare da solo, investì nella nascita della S.A. carrozzeria Pinin Farina.
Non ci bastano le centinaia di brevetti che portano il suo cognome, le scuole ed i rifugi alpini a lui intitolati, le vie e le piazze. Noi lo vogliamo ricordare sempre così: con lo sguardo rivolto al futuro.
