"Se manca il sesto senso" - editoriale Ruoteclassiche 12/2010
-
- Messaggi: 2023
- Iscritto il: 16 dic 2008, 21:44
"Se manca il sesto senso" - editoriale Ruoteclassiche 12/2010
SE MANCA IL SESTO SENSO
Marchionne l'ha detto chiaro. Difficile costruire automobili in un Paese dove si registra un picco di assenze per malattia in occasione dei derby calcistici, dove il costo del lavoro è più alto che altrove e dove il sistema-Paese non funziona. È la verità, ma non tutta. Dati alla mano, i responsabili del declino della Fiat vanno cercati ai piani alti di corso Marconi e, dal 1997, del Lingotto. Perché è inutile girarci intorno: se una Casa automobilistica è in crisi, vuol dire che o non azzecca i modelli o sbaglia strategia o entrambe le cose. Guardiamo la storia.
La "128" fu un successo clamoroso in Italia e all'estero (oltre tre milioni gli esemplari costruiti); costituì il nerbo dei parchi auto delle flotte aziendali e delle grandi società di noleggio, che proprio negli anni Settanta si andavano affermando anche in Italia. Quando uscì, nel 1969, divenne il punto di riferimento dell'industria automobilistica europea nella sua categoria, il modello leader che tutti gli altri sarebbero stati costretti a inseguire. Ruolo che la "Ritmo" (1978) non seppe mantenere. Noi appassionati, che abbiamo sviluppato un sesto senso per l'automobile, capimmo al volo che la "Ritmo", macchina onesta ma sostanzialmente una "128" ricarrozzata senza eleganza, non aveva le credenziali per confrontarsi con la "Golf".
Possibile che a nessuno degli alti dirigenti Fiat, invitati a prendere visione del prototipo, fosse venuto qualche dubbio? La "Ritmo" chiuse la sua carriera nel 1988 con due milioni di esemplari, lasciando ampi spazi alla concorrenza. E venne la "Tipo" (1988-95), una "Uno" pantografata, come se si fosse voluto risparmiare anche sul design; in qualche modo se la cavò, chiudendo a 1.900.000 esemplari. La "Bravo"-"Brava" riuscì a far rimpiangere la "Tipo", che almeno era spaziosa, e silenziosamente uscì di produzione nel 2001, dopo aver totalizzato 1.230.000 esemplari nelle due versioni. La "Stilo" concluse la sua scialba esistenza nel 2008 senza riconquistare quote di mercato. In quanto all'attuale "Bravo", a listino dal 2007, neppure lei ha sfondato: nei primi sei mesi del 2010 ne sono state vendute in Italia 18.480: meno della "Golf" (34.492), della Ford "Focus" (21.123) e della Opel "Astra" (18.577).
Se non c'è il prodotto, non c'è accordo sindacale o sistema-Paese che tenga: si va indietro. Ciò che non riusciamo a spiegarci è la dinamica che porta alla delibera di modelli così deboli, in qualche caso assurdi. La storia non mente: la "127" (1971-87) fu la macchina perfetta in un momento difficile della nostra economia. Al pari della "128", divenne anch'essa il modello di riferimento tecnico e stilistico di tutta la concorrenza. Quel periodo storico, a cavallo del 1970, segnò per la Fiat una fase creativa particolarmente felice, che non si è più ripetuta. La "127" totalizzò oltre 5,1 milioni di esemplari, un successo che la "Uno" (1983-95) seppe surclassare, confermando la leadership della Fiat nel campo delle utilitarie con oltre sei milioni di esemplari. Poi, con la "Punto", la discesa, che continua oggi con la "Grande Punto": i 90.000 esemplari venduti in Italia nei primi sei mesi del 2010 indicano infatti che il trend è poco promettente, con la Ford "Fiesta" in avvicinamento. Segno che il restyling della "Grande Punto", la "Evo", non è piaciuto.
Quando furono presentate la Fiat "Croma" (1985), la Lancia "Thema" (1984) e l'Alfa Romeo "164" (1987-98), tre varianti dello stesso progetto, noi appassionati capimmo subito che quei modelli avrebbero fatto centro, o per lo meno ci sarebbero andati vicino. Lancisti e alfisti, per la prima volta d'accordo, credettero in un nuovo Rinascimento dell'arte italiana di progettare automobili importanti. È finito - si disse - il dominio di Mercedes e BMW nel settore delle berline di categoria superiore, e pazienza per qualche carenza nelle finiture o nell'affidabilità, son cose che andranno a posto. La "Croma" rimase a listino fino al 1996, totalizzando quasi mezzo milione di esemplari. E poi? Poi basta: nessuno si preoccupò di sostituirla, con grande soddisfazione della concorrenza.
Si dovette aspettare il 2005 per rivedere la nuova "Croma", una delle macchine meno invidiate in circolazione. La "Thema", 360.000 esemplari, fu invece sostituita nel 1994 dalla "k"… Quando la videro, i concessionari Lancia, loro sì dotati di sesto senso, si misero le mani nei capelli. Risultato: circa 115.000 esemplari. Non contenti, la "k" decisero di farla pure "Coupé": a nessuno venne in mente che quei soldi potevano essere meglio spesi: per esempio, anni più tardi, nel restyling della "Lybra", a cui fu invece staccata la spina (altro inatteso regalo alla concorrenza), o nella realizzazione della nuova "Fulvia Coupé", il cui prototipo aveva raccolto consensi unanimi.
La "k Coupé" chiuse la sua breve e infelice carriera con poco più di 3000 vetture svendute. Si poteva fare di peggio? Sì, con la "Thesis": 25.000 esemplari in sette anni (2002-2009). Per la cronaca, la "1800"-"2100"-"2300", l'ammiraglia Fiat degli anni Sessanta, quando in Italia le automobili a sei cilindri erano bastonate dal fisco e la capacità di spesa degli italiani più modesta, totalizzò intorno ai 150.000 esemplari. All'Alfa Romeo non andò meglio: passò dai 270.000 esemplari della "164" ai centomila della "166", che abbandonò la scena senza essere sostituita. Oggi la gamma Fiat si presenta come un mosaico mancante di molte tessere, che dovrebbero essere fondamentali nel disegno strategico di una Casa generalista. La "Grande Punto" e la "Bravo" in versione giardinetta le abbiamo attese invano; la "Multipla"e l'"Ulysse" vanno in pensione senza sostituti dopo rispettivamente dodici e otto anni di servizio. Fiat "Idea" e Lancia "Musa" hanno ceduto terreno in Italia alla nuova Opel "Meriva", che è balzata in testa alla classifica delle monovolume più vendute.
Nella categoria Suv, Fiat schiera solo la "Sedici", ovvero la Suzuki "SX4" col marchio Fiat, solo un po' più cara. Ma la Volkswagen, che l'anno scorso s'è presa il 20 per cento della Suzuki, permetterà che sia ancora la Fiat ad assemblare la prossima "SX4" che andrà a rimpiazzare l'attuale? In quanto alle versioni sportive, inutile cercarle nel listino Fiat. La tradizione delle varie "1500", "2300", "850", "124", "Dino", "130" e "128" carrozzate spider o coupé è finita da un pezzo. La "Coupé" (1994-2000) e la "Barchetta" (1994- 2005) sono una parentesi chiusa. Il tema delle "ibride" con due motori, elettrico ed endotermico, sembra invece attirare l'attenzione della Fiat, che ha annunciato una vettura di questo tipo, forse con troppo ottimismo, per il 2012, quando la Toyota avrà comunque maturato ben 12 anni di esperienza nel settore.
Altro che epidemia da derby e conflitti sindacali: se vuole riconquistare quote di mercato, la Fiat deve riprendere l'iniziativa, investire in ricerca e progettazione, recuperare ciò che rimane della grande scuola dei carrozzieri italiani, deboli sul piano industriale ma forti sul piano creativo. Prima, però, ai suoi dirigenti farebbe bene un ripasso di storia, necessario per ritrovare il gusto di fare belle macchine. Ma invece di attingere orgogliosamente al proprio passato per comunicare alla clientela un'immagine di solidità, capacità produttiva e creatività, si ha la sensazione che a Torino la storia dei tre grandi marchi nazionali sia percepita come una noiosa seccatura.
(Raffaele Laurenzi)
Marchionne l'ha detto chiaro. Difficile costruire automobili in un Paese dove si registra un picco di assenze per malattia in occasione dei derby calcistici, dove il costo del lavoro è più alto che altrove e dove il sistema-Paese non funziona. È la verità, ma non tutta. Dati alla mano, i responsabili del declino della Fiat vanno cercati ai piani alti di corso Marconi e, dal 1997, del Lingotto. Perché è inutile girarci intorno: se una Casa automobilistica è in crisi, vuol dire che o non azzecca i modelli o sbaglia strategia o entrambe le cose. Guardiamo la storia.
La "128" fu un successo clamoroso in Italia e all'estero (oltre tre milioni gli esemplari costruiti); costituì il nerbo dei parchi auto delle flotte aziendali e delle grandi società di noleggio, che proprio negli anni Settanta si andavano affermando anche in Italia. Quando uscì, nel 1969, divenne il punto di riferimento dell'industria automobilistica europea nella sua categoria, il modello leader che tutti gli altri sarebbero stati costretti a inseguire. Ruolo che la "Ritmo" (1978) non seppe mantenere. Noi appassionati, che abbiamo sviluppato un sesto senso per l'automobile, capimmo al volo che la "Ritmo", macchina onesta ma sostanzialmente una "128" ricarrozzata senza eleganza, non aveva le credenziali per confrontarsi con la "Golf".
Possibile che a nessuno degli alti dirigenti Fiat, invitati a prendere visione del prototipo, fosse venuto qualche dubbio? La "Ritmo" chiuse la sua carriera nel 1988 con due milioni di esemplari, lasciando ampi spazi alla concorrenza. E venne la "Tipo" (1988-95), una "Uno" pantografata, come se si fosse voluto risparmiare anche sul design; in qualche modo se la cavò, chiudendo a 1.900.000 esemplari. La "Bravo"-"Brava" riuscì a far rimpiangere la "Tipo", che almeno era spaziosa, e silenziosamente uscì di produzione nel 2001, dopo aver totalizzato 1.230.000 esemplari nelle due versioni. La "Stilo" concluse la sua scialba esistenza nel 2008 senza riconquistare quote di mercato. In quanto all'attuale "Bravo", a listino dal 2007, neppure lei ha sfondato: nei primi sei mesi del 2010 ne sono state vendute in Italia 18.480: meno della "Golf" (34.492), della Ford "Focus" (21.123) e della Opel "Astra" (18.577).
Se non c'è il prodotto, non c'è accordo sindacale o sistema-Paese che tenga: si va indietro. Ciò che non riusciamo a spiegarci è la dinamica che porta alla delibera di modelli così deboli, in qualche caso assurdi. La storia non mente: la "127" (1971-87) fu la macchina perfetta in un momento difficile della nostra economia. Al pari della "128", divenne anch'essa il modello di riferimento tecnico e stilistico di tutta la concorrenza. Quel periodo storico, a cavallo del 1970, segnò per la Fiat una fase creativa particolarmente felice, che non si è più ripetuta. La "127" totalizzò oltre 5,1 milioni di esemplari, un successo che la "Uno" (1983-95) seppe surclassare, confermando la leadership della Fiat nel campo delle utilitarie con oltre sei milioni di esemplari. Poi, con la "Punto", la discesa, che continua oggi con la "Grande Punto": i 90.000 esemplari venduti in Italia nei primi sei mesi del 2010 indicano infatti che il trend è poco promettente, con la Ford "Fiesta" in avvicinamento. Segno che il restyling della "Grande Punto", la "Evo", non è piaciuto.
Quando furono presentate la Fiat "Croma" (1985), la Lancia "Thema" (1984) e l'Alfa Romeo "164" (1987-98), tre varianti dello stesso progetto, noi appassionati capimmo subito che quei modelli avrebbero fatto centro, o per lo meno ci sarebbero andati vicino. Lancisti e alfisti, per la prima volta d'accordo, credettero in un nuovo Rinascimento dell'arte italiana di progettare automobili importanti. È finito - si disse - il dominio di Mercedes e BMW nel settore delle berline di categoria superiore, e pazienza per qualche carenza nelle finiture o nell'affidabilità, son cose che andranno a posto. La "Croma" rimase a listino fino al 1996, totalizzando quasi mezzo milione di esemplari. E poi? Poi basta: nessuno si preoccupò di sostituirla, con grande soddisfazione della concorrenza.
Si dovette aspettare il 2005 per rivedere la nuova "Croma", una delle macchine meno invidiate in circolazione. La "Thema", 360.000 esemplari, fu invece sostituita nel 1994 dalla "k"… Quando la videro, i concessionari Lancia, loro sì dotati di sesto senso, si misero le mani nei capelli. Risultato: circa 115.000 esemplari. Non contenti, la "k" decisero di farla pure "Coupé": a nessuno venne in mente che quei soldi potevano essere meglio spesi: per esempio, anni più tardi, nel restyling della "Lybra", a cui fu invece staccata la spina (altro inatteso regalo alla concorrenza), o nella realizzazione della nuova "Fulvia Coupé", il cui prototipo aveva raccolto consensi unanimi.
La "k Coupé" chiuse la sua breve e infelice carriera con poco più di 3000 vetture svendute. Si poteva fare di peggio? Sì, con la "Thesis": 25.000 esemplari in sette anni (2002-2009). Per la cronaca, la "1800"-"2100"-"2300", l'ammiraglia Fiat degli anni Sessanta, quando in Italia le automobili a sei cilindri erano bastonate dal fisco e la capacità di spesa degli italiani più modesta, totalizzò intorno ai 150.000 esemplari. All'Alfa Romeo non andò meglio: passò dai 270.000 esemplari della "164" ai centomila della "166", che abbandonò la scena senza essere sostituita. Oggi la gamma Fiat si presenta come un mosaico mancante di molte tessere, che dovrebbero essere fondamentali nel disegno strategico di una Casa generalista. La "Grande Punto" e la "Bravo" in versione giardinetta le abbiamo attese invano; la "Multipla"e l'"Ulysse" vanno in pensione senza sostituti dopo rispettivamente dodici e otto anni di servizio. Fiat "Idea" e Lancia "Musa" hanno ceduto terreno in Italia alla nuova Opel "Meriva", che è balzata in testa alla classifica delle monovolume più vendute.
Nella categoria Suv, Fiat schiera solo la "Sedici", ovvero la Suzuki "SX4" col marchio Fiat, solo un po' più cara. Ma la Volkswagen, che l'anno scorso s'è presa il 20 per cento della Suzuki, permetterà che sia ancora la Fiat ad assemblare la prossima "SX4" che andrà a rimpiazzare l'attuale? In quanto alle versioni sportive, inutile cercarle nel listino Fiat. La tradizione delle varie "1500", "2300", "850", "124", "Dino", "130" e "128" carrozzate spider o coupé è finita da un pezzo. La "Coupé" (1994-2000) e la "Barchetta" (1994- 2005) sono una parentesi chiusa. Il tema delle "ibride" con due motori, elettrico ed endotermico, sembra invece attirare l'attenzione della Fiat, che ha annunciato una vettura di questo tipo, forse con troppo ottimismo, per il 2012, quando la Toyota avrà comunque maturato ben 12 anni di esperienza nel settore.
Altro che epidemia da derby e conflitti sindacali: se vuole riconquistare quote di mercato, la Fiat deve riprendere l'iniziativa, investire in ricerca e progettazione, recuperare ciò che rimane della grande scuola dei carrozzieri italiani, deboli sul piano industriale ma forti sul piano creativo. Prima, però, ai suoi dirigenti farebbe bene un ripasso di storia, necessario per ritrovare il gusto di fare belle macchine. Ma invece di attingere orgogliosamente al proprio passato per comunicare alla clientela un'immagine di solidità, capacità produttiva e creatività, si ha la sensazione che a Torino la storia dei tre grandi marchi nazionali sia percepita come una noiosa seccatura.
(Raffaele Laurenzi)
Re: "Se manca il sesto senso" - editoriale Ruoteclassiche 12/2010
Per far dire queste cose a ruoteclassiche la Fiat ha proprio toccato il fondo...... altro che fare causa a Santoro, dovrebbero fare causa a loro stessi.....
Pierluigi sei ancora convinto che Marchionne ha fatto bene a chiedere 20 milioni a Anno zero? ora quanto deve chiedere a ruoteclassiche.....
p.s. sono contento che anche qui si parla malissimo del kcoupè ( ho sempre avuto macchine che non piacciono a nessuno, mi piace essere un pò snob/lancista)..
Pierluigi sei ancora convinto che Marchionne ha fatto bene a chiedere 20 milioni a Anno zero? ora quanto deve chiedere a ruoteclassiche.....
p.s. sono contento che anche qui si parla malissimo del kcoupè ( ho sempre avuto macchine che non piacciono a nessuno, mi piace essere un pò snob/lancista)..

Re: "Se manca il sesto senso" - editoriale Ruoteclassiche 12/2010
azz... stavolta ci son andati giù duri, finalmente qualcuno che ha il coraggio di spiattellare in faccia la realtà!
Re: "Se manca il sesto senso" - editoriale Ruoteclassiche 12/2010
Articolo pienamente condivisibile , che fotografa una situazione che definire drammatica è quanto meno ottimistico.
Chissà se ai piani alti della Fiat lo hanno letto.....
Chissà se ai piani alti della Fiat lo hanno letto.....
Lancia Lybra SW 1.9 Jtd LX 2004 - Lancia Ypsilon 1.2 8v 2006

Preferirei spingere la mia Lancia, piuttosto che guidare un'Audi...
www.elettriko.altervista.org

Preferirei spingere la mia Lancia, piuttosto che guidare un'Audi...
www.elettriko.altervista.org
-
- Messaggi: 9963
- Iscritto il: 10 feb 2009, 22:02
Re: "Se manca il sesto senso" - editoriale Ruoteclassiche 12/2010
Quando ho letto quest'articolo,non ho fatto altro che condividere tutto quello che dice....noi ci accorgiamo oggi che le cose vanno male,e pensiamo che magari negli anni 80 le cose fossero meglio.....si erano meglio di oggi,ma era già l'inizio del declino.
Di sicuro l'hanno letto,Italo,ma purtroppo Fiat sembra che sia tornata in quel periodo in cui l'interesse non eran le auto,ma altri investimenti(vedi il periodo dell'Argenta....)
Di sicuro l'hanno letto,Italo,ma purtroppo Fiat sembra che sia tornata in quel periodo in cui l'interesse non eran le auto,ma altri investimenti(vedi il periodo dell'Argenta....)
Codice: Seleziona tutto
[center][b]Gallo Pierluigi - Moderatore sez. "Delta e Prisma"-"Stratos"-"Rally 037"-"Delta Integrale/S4"-"Altri Marchi"[/b]
[url=http://ladeltadipierluigi.jimdo.com/]IL MIO SITO INTERNET - Visitatelo e lasciate il vostro commento!! [/url]
Le Lancia di casa:[url=http://ladeltadipierluigi.jimdo.com/passione-lancia/lybra-story/la-mia-lybra-1-9-jtd/]Lybra 1.9 JTD Berlina[/url]-[url=http://ladeltadipierluigi.jimdo.com/passione-lancia/delta-story/la-mia-delta-1-3-lx-acquisto/]Delta 1.3 LX-[url=http://ladeltadipierluigi.jimdo.com/passione-lancia/prisma-story/la-mia-prisma-1300-acquisto/]Prisma 1300[/url]-[url=http://ladeltadipierluigi.jimdo.com/passione-lancia/y-story/la-nostra-y-1-2-vanity/]Y 1.2 Vanity(Fabiana)[/url]-[url=http://ladeltadipierluigi.jimdo.com/passione-lancia/k-story/la-k-jtd-dei-miei-suoceri/]K 2.4 JTD(ex dei suoceri...)[/url]
[/center][code]
-
- Messaggi: 905
- Iscritto il: 24 gen 2009, 19:32
Re: "Se manca il sesto senso" - editoriale Ruoteclassiche 12/2010
Che il gruppo Fiat abbia perso quote di mercato su tutti i segmenti é cosa nota.
Che il gruppo Fiat abbia investito troppo poco negli anni 90 é anche cosa nota.
Che il gruppo Fiat a metà anni 2000 fosse in stato di fallimento é anche cosa nota.
Ma allora chissà come mai tutti sparano a zero su Marchionne
- che ha semplicemente "ereditato" non uno ma 2 gruppi automobilistici in stato di fallimento
- che ha "ereditato" un gruppo Fiat in un'epoca in cui gli aiuti di stato sono finiti da un pezzo
- che ha trovato un piano prodotti svuotato nel 2005 e ancora pieno di prodotti belli ma che non vendevano nulla (esempio : Brera...)
- che riesce a essere leader di mercato e fare profitti in Brasile con una gamma più corta che in Italia ma con una sola grande fabbrica dove producono molte più auto che nei 5 stabilimenti italiani, con circa 1/3 dei dipendenti italiani
Cerchiamo di capire che stiamo parlando di un gruppo che nel 2005 stava per essere una divisione di serie C all'interno della General Motors, a due anni dal fallimento della GM stessa. Che oggi stiamo ancora parlando di Lancia, Fiat o Alfa é semplicemente un MIRACOLO, in buona parte dovuto a Marchionne.
Ora é chiaro che ci vorranno 5-10 anni per tappare alcuni buchi nelle gamme del gruppo e per riconquistare quote di mercato senza megasconti (specialità Fiat degli anni 90), senza aiuti di stato (ormai specialità dei gruppi francesi) e senza l'aiuto del giga-mercato cinese (che ha salvato VW e Ford nonché GM).
Ahimé invece di lamentarsi é meglio guardare avanti. E chi ve lo dice é un alfista incavolato nero con Marchionne perché ha trattato la mia adorata 159 di "errore" e per poco non chiudeva Lancia e vendeva Alfa. Ma bisogna ammettere che ha quasi sempre ragione lui.
Che il gruppo Fiat abbia investito troppo poco negli anni 90 é anche cosa nota.
Che il gruppo Fiat a metà anni 2000 fosse in stato di fallimento é anche cosa nota.
Ma allora chissà come mai tutti sparano a zero su Marchionne
- che ha semplicemente "ereditato" non uno ma 2 gruppi automobilistici in stato di fallimento
- che ha "ereditato" un gruppo Fiat in un'epoca in cui gli aiuti di stato sono finiti da un pezzo
- che ha trovato un piano prodotti svuotato nel 2005 e ancora pieno di prodotti belli ma che non vendevano nulla (esempio : Brera...)
- che riesce a essere leader di mercato e fare profitti in Brasile con una gamma più corta che in Italia ma con una sola grande fabbrica dove producono molte più auto che nei 5 stabilimenti italiani, con circa 1/3 dei dipendenti italiani
Cerchiamo di capire che stiamo parlando di un gruppo che nel 2005 stava per essere una divisione di serie C all'interno della General Motors, a due anni dal fallimento della GM stessa. Che oggi stiamo ancora parlando di Lancia, Fiat o Alfa é semplicemente un MIRACOLO, in buona parte dovuto a Marchionne.
Ora é chiaro che ci vorranno 5-10 anni per tappare alcuni buchi nelle gamme del gruppo e per riconquistare quote di mercato senza megasconti (specialità Fiat degli anni 90), senza aiuti di stato (ormai specialità dei gruppi francesi) e senza l'aiuto del giga-mercato cinese (che ha salvato VW e Ford nonché GM).
Ahimé invece di lamentarsi é meglio guardare avanti. E chi ve lo dice é un alfista incavolato nero con Marchionne perché ha trattato la mia adorata 159 di "errore" e per poco non chiudeva Lancia e vendeva Alfa. Ma bisogna ammettere che ha quasi sempre ragione lui.
Alfa Stelvio 2.0 280 benzina mia / Stelvio 2.2 210 diesel aziendale
Alfa GT 3.2 V6 del 2003
Lancia k 2.0t 220cv del 1998
Alfa GT 3.2 V6 del 2003
Lancia k 2.0t 220cv del 1998
-
- Messaggi: 301
- Iscritto il: 26 dic 2008, 22:48
Re: "Se manca il sesto senso" - editoriale Ruoteclassiche 12/2010
Quanto guadagnavano i vari Romiti, Cantarella & Company? A Torino forse non mancava solo il buon senso....Oggi ad una Fiera ho visto la Nuova Micra costruita in India e sono rimasto sbalordito dalla buonissima qualità dei materiali e dall'ottimo assemblaggio e mi sono fatto delle domande .....in Italia, considerato che non sei la Germania, è possibile o addirittura opportuno costruire ancora auto ? Basta sfornare nuovi modelli o non piuttosto cercare di avere una produzione con gli stessi costi e la medesima qualità di ciò che si costruisce negli altri paesi? Risposte difficilissime.... Per concludere un hurrà per la K coupè, come sapete sono di parte, la cosa che non capisco è perchè sia così bistrattata visto che era alla pari se non meglio della CLK dello stesso periodo.
Manco fosse LEI la causa del tracollo della Lancia !!!
saluti
Manco fosse LEI la causa del tracollo della Lancia !!!
saluti
Re: "Se manca il sesto senso" - editoriale Ruoteclassiche 12/2010
e facile trovarsi d'accordo con un articolo cosi, fin troppo per i miei gusti,
mi spiego: è ovvio che le mancanze ed errori Fiat sono una montagna ed indiscutibili, come è altrettanto vero che la mancanza dei modelli in modo da coprire seriamente un po tutti i segmenti sia oggi una grande mancanza...
ma certo un po piu di critica o qualche riga anche verso il mercato fatto da acquirenti in particolare italiani che certo fanno pagare a Fiat oltre i suoi demeriti e/o come solo in Italia accade che riviste di settore considerate bibbia, ma anche la politica di qualsiasi parte o ancora associazioni di questo o quell'interesse, al contrario di come accade in qualsiasi altro paese, siano ormai sponsor promotori "dell'anti-fiat" a priori col piu banale qualunquismo con l'occhio rivolto sempre all'enfatizzare cio che arriva dall'estero, è altrettanto vero.
Mentre, ripeto, sono altresi' convinto che gli errori FIat siano innegabili.... dico altrettanto che ad esempio in Francia MAI una Bravo fatta identica ma marchiata francese avrebbe venduto in quel paese la metà di una Golf, come invece solo accade in Italia. o ancora che mai in Francia un prodotto ben fatto come Thesis a loro marchio sarebbe stato cosi snobbato dal loro popolo...
Ecco dopo la giusta critica a Fiat in quell'articolo, forse un paio di righe di autocritica sul paese e sull'italiano, sul sistema dei giornali e sponsor (si apra una rivista auto a caso francese o tedesca x vedere come trattano i prodotti stranieri...) o ancora sul perche solo in Italia la tedesca Continental pubblicizza le sue gomme con "supremazia tecnologica tedesca" mentre non si azzarda nel farlo in altri paesi... credo ci sarebbe comunque stata bene.
Poi comunque bene che abbiano fatto questa critica, certamente oltre a facili applausi, speriamo ottengano qualche reazione positiva da parte di FIat in termini industriali: ecco se il fine è quello, bene.
mi spiego: è ovvio che le mancanze ed errori Fiat sono una montagna ed indiscutibili, come è altrettanto vero che la mancanza dei modelli in modo da coprire seriamente un po tutti i segmenti sia oggi una grande mancanza...
ma certo un po piu di critica o qualche riga anche verso il mercato fatto da acquirenti in particolare italiani che certo fanno pagare a Fiat oltre i suoi demeriti e/o come solo in Italia accade che riviste di settore considerate bibbia, ma anche la politica di qualsiasi parte o ancora associazioni di questo o quell'interesse, al contrario di come accade in qualsiasi altro paese, siano ormai sponsor promotori "dell'anti-fiat" a priori col piu banale qualunquismo con l'occhio rivolto sempre all'enfatizzare cio che arriva dall'estero, è altrettanto vero.
Mentre, ripeto, sono altresi' convinto che gli errori FIat siano innegabili.... dico altrettanto che ad esempio in Francia MAI una Bravo fatta identica ma marchiata francese avrebbe venduto in quel paese la metà di una Golf, come invece solo accade in Italia. o ancora che mai in Francia un prodotto ben fatto come Thesis a loro marchio sarebbe stato cosi snobbato dal loro popolo...
Ecco dopo la giusta critica a Fiat in quell'articolo, forse un paio di righe di autocritica sul paese e sull'italiano, sul sistema dei giornali e sponsor (si apra una rivista auto a caso francese o tedesca x vedere come trattano i prodotti stranieri...) o ancora sul perche solo in Italia la tedesca Continental pubblicizza le sue gomme con "supremazia tecnologica tedesca" mentre non si azzarda nel farlo in altri paesi... credo ci sarebbe comunque stata bene.
Poi comunque bene che abbiano fatto questa critica, certamente oltre a facili applausi, speriamo ottengano qualche reazione positiva da parte di FIat in termini industriali: ecco se il fine è quello, bene.
Re: "Se manca il sesto senso" - editoriale Ruoteclassiche 12/2010
il Kcoupè viene considerato il simbolo dell'incapacità del management fiat dell'epoca in quanto pur avendo il via libera da parte di Agnelli di fare una macchina di prestigio, coinvolgendo in questo progetto le più prestigiose "matite" italiane, si decise di fare in economia !?! questo (mio amato) sgorbio derivandolo malamente dalla berlina di serie e mettendolo in listino full optionals al prezzo di una Jaguar (con la radica "ecologica":X).
E' famosa ormai la storia di Cantarella che fà salire alla presentazione ufficiale l' Avvocato sul prototipo Kayak invece che sulla macchina in produzione incassando i complimenti e guardandosi bene di dire la verità.
Ora risalire la china è molto difficile se non impossibile, certo la tecnologia americana innestata a quello che resta della nostra potrebbe, con un pò di coraggio, dare una accelerazione alla gamma e toglierci una volta per tutte queste punto, idea e compagnia mascherate da Lancia.
Saranno sempre cloni di altre ma almeno queste sono per noi una novità...
E' famosa ormai la storia di Cantarella che fà salire alla presentazione ufficiale l' Avvocato sul prototipo Kayak invece che sulla macchina in produzione incassando i complimenti e guardandosi bene di dire la verità.
Ora risalire la china è molto difficile se non impossibile, certo la tecnologia americana innestata a quello che resta della nostra potrebbe, con un pò di coraggio, dare una accelerazione alla gamma e toglierci una volta per tutte queste punto, idea e compagnia mascherate da Lancia.
Saranno sempre cloni di altre ma almeno queste sono per noi una novità...
Re: "Se manca il sesto senso" - editoriale Ruoteclassiche 12/2010
Personalmente, sono tuttora un estimatore di Marchionne, poichè è riuscito a salvare il gruppo Fiat da sicuro fallimento, purtroppo vi sono due importanti considerazioni da fare:
-La prima poca conoscenza da parte di marchinne del mondo auto pur essendo un ottimo amministratore, poteva ad esempio ottimizzare la piattaforma premium della 159 per fare anche dei modelli Fiat e Lancia, il prototipo della Fulvia 2003 resterà sulla loro coscenza, e questee erano cose da fare con modesti investimenti industriali.
- La seconda il paese Italia non funziona, ricordate come i tedeschi si sono difesi Opel dall'acquisto da parte di Fiat, lo stato usa auto straniere, io non ho mai visto in Francia o in Germania auto straniere in uso allo stato. e noi siamo esterofili pur di poter denigrare il nostro paese,.
Un augurio di Buone feste a tutti i Lancisti!
-La prima poca conoscenza da parte di marchinne del mondo auto pur essendo un ottimo amministratore, poteva ad esempio ottimizzare la piattaforma premium della 159 per fare anche dei modelli Fiat e Lancia, il prototipo della Fulvia 2003 resterà sulla loro coscenza, e questee erano cose da fare con modesti investimenti industriali.
- La seconda il paese Italia non funziona, ricordate come i tedeschi si sono difesi Opel dall'acquisto da parte di Fiat, lo stato usa auto straniere, io non ho mai visto in Francia o in Germania auto straniere in uso allo stato. e noi siamo esterofili pur di poter denigrare il nostro paese,.
Un augurio di Buone feste a tutti i Lancisti!