La vita
La vita
LA VITA E’ UNA MARATONA ?
Il mese scorso ho compiuto 40 anni e poco prima ho assaporato l’emozione di correre per la prima volta una maratona. Molti mi hanno elogiato per l’impresa portata a termine e poco dopo mi hanno augurato lunga vita e prosperità all’ingresso degli anta. Saranno stati una lunga serie di eventi poco piacevoli che ultimamente hanno accompagnato la mia quotidianità, oppure l’arrivo delle feste natalizie che da qualche anno porta più nostalgia che entusiasmo, ma stamani, mentre combattevo contro l’ormai perenne insonnia, mi sono ritrovato a fare tutta una serie di considerazioni sull’accostamento vita = maratona.
La natalità.
Non ricordiamo nulla dell’attesa di nove mesi nel grembo di nostra madre così come molto del tempo passato ammassato tra migliaia di persone prima della fatidica partenza passa in secondo piano rispetto alla memoria dello start della maratona. Da lì parte la nostra vita, una scarica di adrenalina, paura, gioia e di mille emozioni che possono essere paragonate a ciò che prova un neonato quando vede per la prima volta la luce e si mette a piangere a tutto spiano.
L’infanzia
Un inizio da paura, stupendo, che ti fa scorrere energia in tutto il corpo e non pensi a quanto sarà lunga e ardua l’impresa che stai affrontando. Corri trasportato dalla scoperta del percorso, dallo stimolo delle persone che incontri per strada e che fanno il tifo e ti caricano come una molla. E tu sei lì, che vivi questi momenti con beatitudine ed innocenza e cominci a sentire le persone che ti circondano, e che hanno più esperienza di te, parlare di tenuta sulla lunga distanza e di gestione delle risorse.
L’adolescenza
Ma tu ti senti forte, e quei consigli gratuiti che ti vengono posti su un piatto d’argento non li consideri minimamente. Corri, e non pensi che forse stai andando troppo forte rispetto alle tue possibilità e che questo potrebbe portarti ad avere problemi. Beata incoscienza ! Sei troppo preso dall’assaporare la gioia di ciò che ti circonda; la musica, la gente, la felicità di sentire il proprio corpo che risponde perfettamente ad ogni sollecitazione. Sei al settimo cielo e vorresti che queste sensazioni non finissero mai.
La maturità
Poi cominci a renderti conto che stai affrontando qualcosa che forse è più grande di te, che hai bisogno di pianificare quello che andrai ad affrontare, perché, si, di strada ne hai fatta tanta, ma ancora non sei arrivato a metà e vedi che c’è già gente stanca e che affronta le prime difficoltà. E allora cominciano a tornarti alla mente quei consigli che avevi sentito nella fase precedente e, se non sei un pazzo scatenato, metti la testa a posto e rallenti un attimo per conservare le forze.
A questo punto vivi la tua esperienza cercando di costruirti qualcosa che possa servire per affrontare la parte finale, che, malgrado sia lontana, comincia a preoccuparti un po’.
Mezz’età
Ecco, dove ora mi trovo io in questo momento. Hai passato da un po’ la metà della gara e cominci a vedere il lato oscuro dell’impresa. Il percorso si è spostato in zone meno frequentate ed il tifo è molto calato e la cosa ti fa iniziare ad avere nostalgia dei primi chilometri percorsi. Arrivano i primi segnali di problemi fisici, niente di serio, ma cominci a capire che forse potevi essere un po’ più cauto quando all’inizio hai corso con troppa boria. La preoccupazione sale ed ora la corsa non riesce più a donarti quelle sensazioni positive che ti dava prima. Cominci ad essere stanco, e forse annoiato, e vorresti fermarti un attimo ….. ma non puoi; il cronometro corre e se vuoi rispettare la tabella di marcia devi proseguire. Penso che questa fase sia la parte più mentale dell’avventura; mille pensieri si affollano nella tua testa: ma chi te lo fa fare, ma cambia mestiere, guarda che se ti fermi non devi rendere conto di niente a nessuno, ma goditi la vita invece di patire le pene dell’inferno ecc….. C’è chi cede a queste lusinghe e c’è chi invece vuole dimostrare qualcosa a ….non so chi, forse a se stesso, e continua, magari facendosi forza pensando alla propria famiglia.
Vecchiaia
E qui arrivano i problemi. I segnali di fatica si trasformano in decadimento fisico. Arrivano i crampi, l’acido lattico ti impedisce di camminare, l’aria fredda ti blocca lo stomaco, hai difficoltà a respirare. E non solo il corpo ti invia segnali che sei arrivato al capolinea, anche la mente rema contro, e ti fa notare che quelli che hanno corso con te, uno ad uno, si stanno fermando e che questa sorte toccherà anche a te prima o poi. E crolli …. rallenti …..cammini, vorresti finirla li. Ma sei vicino al traguardo e qualcuno che incontri ti dice di tenere duro. Vivi gli ultimi momenti della tua impresa come un calvario e stringi i denti con la sola idea che tra un po’ sarà finita. E così sarà. Vedi il traguardo, sei circondato dai tuoi cari che ti omaggiano per quanto hai fatto e si complimentano con te incitandoti per l’ultima volta e, con le lacrime agli occhi, passi la linea bianca per andare incontro al meritato riposo.
Alex
Il mese scorso ho compiuto 40 anni e poco prima ho assaporato l’emozione di correre per la prima volta una maratona. Molti mi hanno elogiato per l’impresa portata a termine e poco dopo mi hanno augurato lunga vita e prosperità all’ingresso degli anta. Saranno stati una lunga serie di eventi poco piacevoli che ultimamente hanno accompagnato la mia quotidianità, oppure l’arrivo delle feste natalizie che da qualche anno porta più nostalgia che entusiasmo, ma stamani, mentre combattevo contro l’ormai perenne insonnia, mi sono ritrovato a fare tutta una serie di considerazioni sull’accostamento vita = maratona.
La natalità.
Non ricordiamo nulla dell’attesa di nove mesi nel grembo di nostra madre così come molto del tempo passato ammassato tra migliaia di persone prima della fatidica partenza passa in secondo piano rispetto alla memoria dello start della maratona. Da lì parte la nostra vita, una scarica di adrenalina, paura, gioia e di mille emozioni che possono essere paragonate a ciò che prova un neonato quando vede per la prima volta la luce e si mette a piangere a tutto spiano.
L’infanzia
Un inizio da paura, stupendo, che ti fa scorrere energia in tutto il corpo e non pensi a quanto sarà lunga e ardua l’impresa che stai affrontando. Corri trasportato dalla scoperta del percorso, dallo stimolo delle persone che incontri per strada e che fanno il tifo e ti caricano come una molla. E tu sei lì, che vivi questi momenti con beatitudine ed innocenza e cominci a sentire le persone che ti circondano, e che hanno più esperienza di te, parlare di tenuta sulla lunga distanza e di gestione delle risorse.
L’adolescenza
Ma tu ti senti forte, e quei consigli gratuiti che ti vengono posti su un piatto d’argento non li consideri minimamente. Corri, e non pensi che forse stai andando troppo forte rispetto alle tue possibilità e che questo potrebbe portarti ad avere problemi. Beata incoscienza ! Sei troppo preso dall’assaporare la gioia di ciò che ti circonda; la musica, la gente, la felicità di sentire il proprio corpo che risponde perfettamente ad ogni sollecitazione. Sei al settimo cielo e vorresti che queste sensazioni non finissero mai.
La maturità
Poi cominci a renderti conto che stai affrontando qualcosa che forse è più grande di te, che hai bisogno di pianificare quello che andrai ad affrontare, perché, si, di strada ne hai fatta tanta, ma ancora non sei arrivato a metà e vedi che c’è già gente stanca e che affronta le prime difficoltà. E allora cominciano a tornarti alla mente quei consigli che avevi sentito nella fase precedente e, se non sei un pazzo scatenato, metti la testa a posto e rallenti un attimo per conservare le forze.
A questo punto vivi la tua esperienza cercando di costruirti qualcosa che possa servire per affrontare la parte finale, che, malgrado sia lontana, comincia a preoccuparti un po’.
Mezz’età
Ecco, dove ora mi trovo io in questo momento. Hai passato da un po’ la metà della gara e cominci a vedere il lato oscuro dell’impresa. Il percorso si è spostato in zone meno frequentate ed il tifo è molto calato e la cosa ti fa iniziare ad avere nostalgia dei primi chilometri percorsi. Arrivano i primi segnali di problemi fisici, niente di serio, ma cominci a capire che forse potevi essere un po’ più cauto quando all’inizio hai corso con troppa boria. La preoccupazione sale ed ora la corsa non riesce più a donarti quelle sensazioni positive che ti dava prima. Cominci ad essere stanco, e forse annoiato, e vorresti fermarti un attimo ….. ma non puoi; il cronometro corre e se vuoi rispettare la tabella di marcia devi proseguire. Penso che questa fase sia la parte più mentale dell’avventura; mille pensieri si affollano nella tua testa: ma chi te lo fa fare, ma cambia mestiere, guarda che se ti fermi non devi rendere conto di niente a nessuno, ma goditi la vita invece di patire le pene dell’inferno ecc….. C’è chi cede a queste lusinghe e c’è chi invece vuole dimostrare qualcosa a ….non so chi, forse a se stesso, e continua, magari facendosi forza pensando alla propria famiglia.
Vecchiaia
E qui arrivano i problemi. I segnali di fatica si trasformano in decadimento fisico. Arrivano i crampi, l’acido lattico ti impedisce di camminare, l’aria fredda ti blocca lo stomaco, hai difficoltà a respirare. E non solo il corpo ti invia segnali che sei arrivato al capolinea, anche la mente rema contro, e ti fa notare che quelli che hanno corso con te, uno ad uno, si stanno fermando e che questa sorte toccherà anche a te prima o poi. E crolli …. rallenti …..cammini, vorresti finirla li. Ma sei vicino al traguardo e qualcuno che incontri ti dice di tenere duro. Vivi gli ultimi momenti della tua impresa come un calvario e stringi i denti con la sola idea che tra un po’ sarà finita. E così sarà. Vedi il traguardo, sei circondato dai tuoi cari che ti omaggiano per quanto hai fatto e si complimentano con te incitandoti per l’ultima volta e, con le lacrime agli occhi, passi la linea bianca per andare incontro al meritato riposo.
Alex
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- Joined: 22 Dec 2008, 14:06
Re: La vita
Complimenti AlexG, se l'insonnia ti fa scrivere così bene...viva l'insonnia 
Non ho mai fatto una Maratona, ma nelle mie piccole corse, ho potuto sperimentare le stesse sensazioni che tu illustri e la comparazione con la Vita è non solo pertinente, ma la Verità!!!
Ecco spiegato perché dobbiamo, volenti o no, continuare a "correre".
Come sai in questo periodo non sto correndo nel senso specifico del termine e proprio per questo la mia "corsa" in questo momento è in salita....cerco di stringere i denti...per arrivare in cima, perché so che dopo, almeno per un po' troverò la discesa...o almeno il piano;)
andrea firenze

Non ho mai fatto una Maratona, ma nelle mie piccole corse, ho potuto sperimentare le stesse sensazioni che tu illustri e la comparazione con la Vita è non solo pertinente, ma la Verità!!!
Ecco spiegato perché dobbiamo, volenti o no, continuare a "correre".
Come sai in questo periodo non sto correndo nel senso specifico del termine e proprio per questo la mia "corsa" in questo momento è in salita....cerco di stringere i denti...per arrivare in cima, perché so che dopo, almeno per un po' troverò la discesa...o almeno il piano;)
andrea firenze

Re: La vita
Complimenti ALEX,
messaggio arrivato forte e chiaro, ho proprio bisogno di ricominciare a correre.... Grazie
gipi
messaggio arrivato forte e chiaro, ho proprio bisogno di ricominciare a correre.... Grazie
gipi
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Re: La vita
Una grande metafora della vita , purtroppo sono nella adolescenza con i problemi della vecchiaia , in piu' impossibilitato a correre causa ginocchio distrutto .... che fare ?
Aggiungici un misto di depressione e scoglio@@@@nto .
Si accettano consigli .
Micio
Aggiungici un misto di depressione e scoglio@@@@nto .
Si accettano consigli .
Micio