Che dire.. tanta nostalgia per quella Lancia e per quella Italia.
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PS segnalo che Sandro Munari fara da apripista questo sabato 17 aprile al rally Storico di Modena su Lancia Fulvia.Munari Day
I SETTANT'ANNI DEL DRAGO
Pubblicata il 12/04/2010
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Sandro Munari, il "Drago", al volante della Lancia Fulvia Rallye 1.6 HF. L'Alfa Romeo Alfetta GTV. Sandro Munari (a sinistra) con Cesare Fiorio.
C'è sempre da imparare, quando il campione d'automobilismo è uomo a tutto tondo come Sandro Munari. Geniale al volante quanto umile, disponibile e di classe fuori dall'auto: il "Drago", come venne chiamato negli anni 70 quando dominava i rally mondiali con le Lancia, è stato festeggiato sabato a Padova per i suoi settant'anni nell'ambito del "Munari Day", patrocinato dall'amministrazione cittadina.
La gioventù avanza. Beh, in realtà, con quel fisico asciutto e sportivo, al pilota di Cavarzere (Venezia) dai molti anni di meno: come si dice, la passione mantiene giovani. Ma, in fondo, a rendere la giornata speciale è stato il tributo offerto al pilota dalla gente, dagli appassionati, anche più giovani, che non l'hanno visto correre.
Emozionato. Bisognava vedere l'espressione di Munari quando è uscito dal ristorante e si è trovato immerso nel bagno di folla di fianco alle sue due auto più amate, la Fulvia HF con cui ha vinto il primo, irripetibile, Rallye di Montecarlo nel 1972, e la favolosa Stratos in livrea Alitalia, con cui ha fatto suo per la quarta volta il "Monte". Era emozionato, felice sì, ma, forse, anche un po' incredulo. E invece, nel suo caso, è tutto meritato: quando hai fatto emozionare intere generazioni con la tua guida veloce e spettacolare, sei diventato campione rimanendo legato ai colori nazionali, è giusto che poi il pubblico contraccambi, a modo suo.
Amici e colleghi. Oltre agli appassionati, a festeggiarlo c'erano anche alcune tra le persone che gli sono più care, da Cesare Fiorio, all'epoca ds della Squadra Corse Lancia, ad alcuni dei suoi più titolati navigatori: Silvio Maiga, Arnaldo Bernacchini e Piero Sodano. Ma c'erano anche il compagno pilota Amilcare Ballestrieri, il giornalista Rai, Ezio Zermiani, e due dei suoi meccanici, Piero Spriano e Luigino Podda. Fiorio, in particolare, ha detto: «Insieme abbiamo scritto pagine importanti del rallismo italiano e Munari ha rappresentato il capostipite dei piloti italiani da rally, completi, che sapevano essere veloci su ogni terreno e con qualsiasi macchina. Piloti che, semplicemente, non ci sono più.
Bagno di folla. Peccato che oggi non sia più così: manca una squadra ufficiale nazionale nella ribalta più importante e così abbiamo lasciato il campo a team che, all'epoca, non toccavano palla. Abbiamo vinto 15 titoli mondiali, ma nessuno poi ha raccolto il testimone…». Resta, però, il bagno di folla di Munari, che ha firmato moltissimi autografi, sottolineando il rapporto diretto che i campioni di allora avevano col pubblico; ma resta anche una serie di bei filmati d'epoca, che hanno illustrato le sue imprese, soprattutto al "Monte".
Commozione e applausi. Alla fine, sul palco, insieme a Fabrizio De Checchi, il campione si è commosso: l'emozione, i tanti ricordi, anche di chi non c'è più, come il suo navigatore Lombardini. Un pensiero, sempre, per gli altri. Bravo "Drago", sei sempre tu al comando, anche fuori dall'auto.