Le Astura del regime.

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lpe
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Re: Le Astura del regime.

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Salve, ero incuriosito dai racconti fatti da PG il 07 febbraio 2009 alle 23:15 a proposito delle Ministeriali vere e proprie.
Io conosco bene una persona che ha una Vettura Lancia Astura Ministeriale carrozzata pininfarina, attualmente in fase di restauro, del tutto simile a quelle 3 conosciute, se dovesse essere utile alle ricerche posso anche trovare numeri di telaio o altro.. da racconti sembra che la vettura sia stata intestata al ministero degli interni e utilizzata in diverse parate.
Fu anche utilizzata del RE Vittorio Emanuele III l' 8 Settembre del 1943 per la fuga dall'Italia e poi abbandonata a Pescara fino al recupero fatto negli anni ' 70
PG
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Re: Le Astura del regime.

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Caro Ipe, tutto quello che riguarda la vettura da te menzionata (numero di telaio, targa, fotografie, notizie varie) è ben accetto e puoi benissimo riportarlo qui in modo che sia patrimonio di tutti. Grazie in anticipo.
as2367
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Re: Le Astura del regime.

Messaggio da leggere da as2367 »

Dalle testimonianze in suo possesso, sembra che in quel periodo in italia tutto funzionasse bene, basta guardare i particolari nella costruzione delle auto ministeriali e non, ma allora viene spontaneo chiedersi:chi ha realmente scritto la storia di quel periodo, dipingendo l'italia "un falso d'autore" come tecnologia e costruzione di mezzi bellici non all'altezza dell'alleato dell'epoca? La mia non vuole essere apologia, ma solo cercare di stabilire le vere verità, che ai posteri sono sempre state nascoste. Di questa mia breve parentesi, si potrebbe aprire un seminario in merito, anche se questo sarebbe il sito meno adatto, ma è pure vero che la ricerca finalizzata alla verità, è valida quando questa è supportata da prove concrete, e questo ne è un esempio lampante, che scredita quello che è stato scritto in tanti libri della nostra storia contemporanea. Saluti da as2367
PG
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Re: Le Astura del regime.

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Probabilmente non ho colto alcune sfumature nel suo discorso, ma non ho mai detto che nell'anteguerra le cose andassero bene o che i mezzi italiani fossero superiori ad altri. Prendiamo l'esempio dell'Astura: un'auto stupenda con linee strepitose grazie alle matite dei carrozzieri, da mangiare con gli occhi la cabriolet Boneschi presente quest'anno a Villa d'Este per esempio, ma con un motore assolutamente inadeguato, nato vecchio perchè derivato da quello della Dilambda di 10 anni prima, con 2600cc e 8 cilindri sviluppava 72 CV che non riuscivano a spingere la mastodontica carrozzeria oltre i 130 Km/h. D'altra parte questo genere di auto e la Astura ne faceva parte a pieno diritto, erano vetture status symbol e con le strade sterrate di allora il top era lanciarle in rettilineo sull'Aurelia, asfaltata, fino a che l'acqua non bolliva nel radiatore...
Eppure erano ambitissime, tutti i gerarchi le volevano e le ottennero, il Fuhrer ne ebbe una in regalo, Goebbels ordinò una fuoriserie lusso a Pininfarina, ma se le mettiamo a confronto con le Mercedes 540K, dotate di compressore volumetrico, rimanevano al palo.
Va detto ad onor di cronaca che con le sanzioni piovute addosso all'Italia a causa delle violazioni alla convenzione di Ginevra, avendo usato l'iprite in Etiopia, per l'invio di truppe mercenarie al fianco dei Franchisti in barba ai trattati e per l'introduzione delle leggi razziali, l'Italia perse il diritto ad importare materie prime importantissime quali leghe, metalli pregiati, oli lubrificanti e materiali sintetici che frenarono lo sviluppo automobilistico in particolare e motoristico in generale. Poco valse il vantarsi che Mirafiori fosse lo stabilimento più all'avanguardia in Europa, nel mondo era secondo solo a Detroit, se poi costruiva le Topolino e non carri armati ben corazzati. Per quanto riguarda il settore bellico poi, dico solo che la nostra Regia Marina, armata discretamente bene rispetto alle altre marine europee, non usava la radio ed una volta salpata, la squadra navale perdeva tutti i contatti con la terraferma e che meglio non andava nella Regia Aeronautica, in quanto le radio efficienti erano poche e spesso in dotazione al solo caposquadriglia. Mi fermo qui, ma ci sarebbe da scrivere un libro.
lpe
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Re: Le Astura del regime.

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eccoci, ad oggi sono riuscito a reperire solo alcune foto di prima del restauro che, come dicevo, non è ancora completato.
In breve, di seguito riporto la storia che mi è stata raccontata a proposito di tale vettura (a breve avrò anche il numero di telaio)

All’inizio degli anni settanta questa vettura si trovava presso un parcheggio privato nella città di Pescara.
Fin da allora le condizioni di conservazione erano pessime, la vettura, molti anni prima era stata coperta con barili di benzina ed oggetti vari al fine di nasconderne l’identità, ciò perché quest’auto veniva considerata “scomoda”;era stata parcheggiata lì l’ 8 settembre del 1943 dall’autista di Re Vittorio Emanuele III il quale si vide costretto a fuggire da Roma in occasione dell’armistizio.
Attualmente il restauro è iniziato e dopo una minuziosa fase di catalogazione (anche a mezzo di foto) delle varie parti è proseguito con una totale revisione della meccanica che risulta essere perfettamente funzionante.

Da una ricostruzione si ritrova l'auto venir utilizzata dal '38 al '43 per parate, sfilate militari e inaugurazioni nelle maggiori piazze italiane (numerosi gli avvistamenti presso la Reggia di Caserta, Roma e Firenze) fino a trasferte di rappresentanza all'estero (viene avvistata anche presso le colonie in Albania).
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PG
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Re: Le Astura del regime.

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Grazie per le foto.
Avevo anch'io una immagine di questa vettura nel mio database, l'ammaccatura sul parafango lato passeggero è la stessa. Ricordo che si favoleggiava una storia importante alle spalle. Immagino che i tuoi amici, tramite il numero di telaio, si siano rivolti al Registro Lancia per avere notizie. La cosa che più mi incuriosisce è che le altre auto del corteo reale furono requisite, mentre questa no. In particolare la Fiat 2800 torpedo di Umberto II, che è stata messa all'asta da Coys il mese scorso, fu requisita da un generale americano che risalì la penisola con la V armata. Alla fine della guerra la regalò alla contessa di Pistoia, la quale donò poi la vettura al garage del Quirinale.
Per chi fosse della zona, la 2800 torpedo assegnata a Vittorio Emanuele III, usata anche dal Presidente De Nicola, è oggi esposta con orgoglio nella vetrina del concessionario Fiat di Cassano Magnago (VA).
Aspettiamo altre foto, magari anche dei documenti.
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lpe
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Re: Le Astura del regime.

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io so che che in effetti si sono rivolti sia al registro lancia sia quello pininfarina ma senza ottenere risultati soddisfacenti!! purtroppo la macchina non ha più le targhe e non si è neanche riusciti a risalire ad un numero presunto, da estratti cronologici (di numeri di targa presi da vari ducumentari d'epoca) risultano tutte targhe non inscritte al registro tipo "targhe di copertura" usate dal ministero... i numeri certi sono quelli del telaio 41-3271 e della carrozzeria allestita da Pininfarina.Mi farò spiegare meglio dal proprietario, che ha fatto molte ricerche anche attraverso documentari dell'istituto luce, tutte le ricerche da lui fatte in modo magari da poter ripercorrere la storia anche di questa vettura che a breve tornerà a farsi ammirare per le strade e nei vari raduni. ringrazio anticipatamente per tutte leinfo che potrete darmi
PG
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Re: Le Astura del regime.

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Intanto il numero di telaio è veritiero e corrisponde ad una Astura del 1938. Se la vettura è stata carrozzata da Pininfarina, allora è la gemella di questa http://www.rmauctions.com/CarDetails.cf ... rrency=GBP di proprietà di Bernie Ecclestone che fu proprio restaurata presso la Pininfarina prima di essere messa all'asta. Purtroppo il numero del telaio è controverso. I tuoi amici potrebbero telefonare alla Pininfarina, hanno un'archivio dettagliato e chiedere informazioni: Pininfarina, via Nazionale 30, Cambiano (TO) tel. 011/9438111 info@pininfarina.it

Nella foto si possono vedere 5 delle Astura ministeriali costruite: la vettura di testa ha a bordo Mussolini ed Hitler, la seconda Ciano e Von Ribbentrop, la terza Vittorio Emanuele III e Badoglio, quella sotto al portone del Quirinale non si vede, mentre su quella in basso che cerca di infilarsi nel gruppo c'è Starace. Esiste in commercio un DVD (Il viaggio del Fuhrer in Italia) dove si vedono bene le vetture del corteo.
Si vedono anche in questo spezzone dell'Istituto Luce: http://www.youtube.com/watch?v=FP0vF0Lw3Cw dopo il primo minuto a più riprese fino al quinto minuto.
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PG
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Re: Le Astura del regime.

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Aggiungo una nota per Ipe, esclusivamente per fini storici, perchè mi è capitato in mano il libro "Settembre 1943. I giorni della vergogna." di Patricelli Marco, autore televisivo e docente di storia contemporanea presso l'università di Chieti. Nel libro viene descritta la rocambolesca fuga del sovrano a Pescara e poi a Brindisi e rammenta che l'auto sulla quale viaggiava era una Fiat 2800 torpedo e non un'Astura. Così ho fatto una ricerca sui siti monarchici ( ce ne sono molti) ed ho recuperato la testimonianza dell'autista personale del Re, Giovanni Baraldi, che ha prestato servizio dal 1928 fino a quella fatidica mattina. Anche lui parla di Fiat e non di Lancia. Molto interessante è il passaggio dove dice che, salutato il Re, si presentò al generale Di Raimondo per prendere le consegne. A tutti gli autisti (sul molo c'erano più di 50 auto) fu ordinato di fermarsi a Chieti, presentarsi alla caserma della Div. Legnano, fare il pieno e ritornare a Roma. Ma a Chieti non c'era benzina e così Baraldi nascose l'auto, staccò le insegne e ritornò a piedi.
Questo mi fa pensare che, se non c'era benzina per nessuno, in quei concitati momenti ogni autista fece a modo suo.
Il che significa che molte auto furono abbandonate...

P.S.
Aggiungo una foto proveniente dal Bundesarchiv, datata novembre 1940. L'auto scortata da 4 poliziotti motociclisti è l'Astura Boneschi, notate i fanali oscurati con i coprifari blu, personale del capo della Polizia Arturo Bocchini.
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PG
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Re: Le Astura del regime.

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Per confermare comunque l'esistenza di un'Astura nel garage del Quirinale posto queste foto.
Riguardano la visita che Vittorio Emanuele III fece a Firenze nella primavera del 1939 per inaugurare una mostra agli Uffizi.
La prima è stata scattata davanti alla stazione ferroviaria dove Giuseppe Bottai, allora ministro dell'educazione nazionale, ricevette il Re appena sceso dal treno reale. Per quanto un ministro avesse a disposizione una propria auto, questa ed anche le altre sono invece le auto del Quirinale. La spiegazione è data in primis dal protocollo: se il Re fosse stato ospite a bordo dell'auto di Bottai si sarebbe seduto dal lato del passeggero e non dal lato guida, la guida era a destra ovviamente. Nell'abitacolo sono ben riconoscibili il Re e Bottai in alta uniforme della Milizia, il suo segretario di spalle in orbace mentre l'alto ufficiale pluridecorato, sul cui petto spicca la croce di Cavaliere di gran croce dell'Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, è il Gen. Puntoni da poco nominato aiutante di campo del Re. Come nella seconda foto, scattata da una finestra di via dei Calzaiuoli, la colonna è composta dall'Astura reale, da due Fiat 2800 con a bordo il ministro della Real Casa ed eccellenze varie e da una seconda Astura dove purtroppo i passeggeri non sono riconoscibili. La terza foto riguarda una seconda visita, questa volta per inaugurare una mostra a palazzo Strozzi. E' un peccato non riuscire a leggere la targa...
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