Alla fine di Novembre sono stato in giappone per lavoro: ho potuto vedere poco della vita reale e molto dello stabilimento. Pero’ vorrei condividere con voi questi pochi pensieri.
Appena scesi dall’aereo non si notano grandi differenze, a parte i cartelli scritti in inglese e giapponese!;))
Alla dogana i primi segnali della loro organizzazione maniacale: TRE persone gestiscono la fila (una trentina di persone) di chi deve passare il controllo immigrazione (cioe’ farsi fotografare e lasciare le proprie impronte digitali).
Vado a cambiare un po’ di soldi (gli yen a Modena non erano reperibili) e, non appena mi metto in coda, una gentile signora mi avvisa che devo compilare un modulo e mi AIUTA; grazie a lei in 10 minuti ho un po’ di yen nel portafogli.
Mi rivolgo al primo banco che noleggia telefoni (il GSM aziendale non funziona in Giappone, ci vuole l’UMTS). Mi chiedono con che compagnia sono abbonato e, SPONTANEAMENTE, mi consigliano di andare da un altro noleggiatore perche’ fa prezzi migliori!!
Dall’aeroporto di Osaka vado a Kyoto. Prendo l’autobus, facendo la fila (ci sono anche le strisce per terra) anche se siamo solo in tre.
Per arrivare all’albergo mi serve infine un taxi: come taxi vengono tuttora prodotte delle auto progettate 20 anni fa, sulle quali gli sportelli posteriori vengono aperti SOLO ED ESCLUSIVAMENTE dall’autista. Quest’ultimo sembra un militare: gradi, berretto con la visiera, guanti bianchi. Debbo fermarne un paio prima che uno capisca un po’ di inglese…
Mentre mi registrano nell’albergo, vedo passare famiglie interamente vestite secondo la tradizione: mogli e figlie in kimono, viso truccato, zoccoli in legno (non conosco il nome esatto). Sembra di essere in un film. Il contrasto tra la modernita’ della hall e le persone che la attraversano e’ surreale. Quasi riassume l’atmosfera che pervade tutto il Giappone.
Alla sera andiamo a mangiare in un sushi-bar: nonostante la mia diffidenza, il pesce crudo e’ niente male; in piu’ te lo preparano davanti agli occhi (ottima garanzia di igiene).
La mattina dopo andiamo allo stabilimento: parcheggiano tutte le auto con il muso dalla stessa parte, altrimenti fanno una multa e bisogna andare a scusarsi ufficialmente! :-O
Le strade sono a piani: al livello base dei piloni le strade cittadine o statali, al primo livello la tangenziale, poi l’autostrada. Se necessario, in cima si appoggia la monorotaia. Ai fianchi di queste strade ci sono palazzi: le finestre e i balconi danno direttamente sulla tangenziale, con tanto di panni stesi!
Appena si va un po’ in campagna, lungo le strade coltivano riso in ogni fazzoletto di terra: e’ un orgoglio nazionale essere indipendenti per la sua produzione!
Senza dilungarmi oltre, finisco dicendo che il Giappone mi e’ piaciuto; non era tra le mie mete principali di viaggio per turismo, pero’ e’ stato interessante. E’ interessante vedere come vivono questi giapponesi che ci hanno invaso con le loro automobili, le moto, la loro elettronica…
Viaggiare mi aiuta sempre ad apprezzare il luogo in cui vivo e a dare il giusto peso ai problemi quotidiani!

Ciao,
Vince MO