MARCHIONNE DA LE DIMISSIONI
Re: MARCHIONNE DA LE DIMISSIONI
Il costo del lavoro in Italia è tra i più alti dei Paesi OCSE (oltre 46.000 euro/anno contro una media di 41.000 euro/anno); siamo al diciassettesimo posto tra i Paesi più avanzati. Ovviamente, tale maggiore costo non si traduce in paghe più alte, poiché è la tassazione ad essere maggiore (32,1% contro una media del 25,5%). Aggiungiamo anche che il costo dell'energia qui da noi non è certo tra i più bassi; le infrastrutture spesso sono obsolete e ferme agli anni '80. Il problema non è la Fiat o i manager della Fiat, il problema è strutturale; se chi ci governa, al di là delle chiacchiere, non mette mano urgentemente a tali evidenze, non potremo tornare ad essere competitivi. Eravamo leader mondiali di costruzioni ferroviarie (Ansaldo, Breda, Fiat Ferroviaria), ed ora non esiste più nulla (le prime due sono succursali Hitachi e la terza è succursale Alstom); eravamo leader mondiali nelle costruzioni motociclistiche, ora compriamo quei cessi di BMW e siamo pure contenti delle manopole riscaldate; nell'industria pesante resta florido solo il settore navale (anche se innumerevoli storici cantieri navali sono ormai chiusi), ma guarda caso però lì c'è ancora lo Stato che interviene (Fincantieri). Dobbiamo smetterla di piangerci addosso e di dare la colpa a chi cerca di fare qualcosa, dobbiamo solo svegliarci.
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Re: MARCHIONNE DA LE DIMISSIONI
Sono d'accordo con Mastro, a proposito di auto low-cost, Fiat avrebbe potuto importare alcuni modelli di vetture fatte in Brasile, magari con un altro marchio (aveva a disposizione Innocenti), come fece anni fa con la Uno e la Palio, evidentemente per qualche motivo non hanno ritenuto conveniente tale operazione.
Re: MARCHIONNE DA LE DIMISSIONI
Per fare tali scelte ci vuole un manager che si intenda prima di tutto dì automobilismo e poi di finanza , filosofia e psicologia, i mercati sono imprevedibili e magari qualche modello brasiliano avrebbe sfondato.