Bell'argomento, invero.
Mi chiedo perchè ti senti in dovere di porre questa domanda alle persone che ti circondano.
Forse è più comodo chiedere spiegazioni agli altri che non a noi stessi?
Nasci: qualcuno senza chiederti alcunchè ti prende e ti mette alla luce del sole. E alla luce di quel sole impari a fidarti, a voler bene alle persone che ti sono vicine, chiunque esse siano.
Sotto quel sole cominci a maturare dubbi, a discernere il bene dal male. A crearti opinioni e a confrontarle con i tuoi simili.
Essere pragmatici ha sempre una bella convenienza: ma rimangono tante domande a cui non sai dare una risposta.
E' molto comodo porsi un esempio e cercare di seguirlo: per questa necessità nasce la religione. Poi i bisogni aumentano, si raffinano. Con tutta la buona volontà che ci puoi mettere, ti accorgi che spesso le cose non vanno, non sono come te le aspettavi o come volevi che andassero.
E li' il credo vacilla: diviene filosofia, l'estremo distillato dell'umana coscienza. Oppure evapora del tutto, in un estremo tentativo di vomitare tutto ciò in cui avevi creduto nel momento in cui ti senti tradito, ingannato.
Non me la sento di condividere le ragioni che mi hanno portato all'Agnosticismo. Sono stato fatto battezzare da genitori che magari non ci credevano molto, ma sentivano che era una cosa giusta anche facendosi dare una mano dalle tradizioni.
Con i miei figli mi sono comportato esattamente come i miei genitori: entrambi non battezzati, con una decisione presa con la consapevolezza di fare la cosa migliore per loro. Un domani, volendo, potranno abbracciare in piena coscienza qualsiasi credo vorranno, ed avranno comunque il mio consenso, se lo vorranno.
Ho passato cinque anni della mia fanciullezza in un istituto scolastico retto da suore: li' ho imparato storie, leggende, dogmi. Ma soprattutto ho osservato, tanto. Ho poi ricevuto i sacramenti della comunione e della cresima, che dovrebbe essere l'iniziazione cattolica alla società.
Da quel momento gli studi mi hanno portato a leggere e a cercare di capire come fosse possibile accettare senza fare domande, da parte dell'essere più evoluto su questo pianeta, una serie di imposizioni acritiche che mi sono subito sembrate create non per raggiungere uno stato di coscienza superiore cercato nella fede, ma semplicemente per mantenere privilegi acquisiti da secoli.
A quel punto la tua coscienza decide il da farsi: accettare le condizioni, per vivere nel migliore del mondi possibili. Oppure rifiutare la passività, non accettando canoni oramai completamente al di fuori da ogni più ragionevole considerazione.
Chi sono io, per consigliarti qual è il sentiero migliore? Ma soprattutto, perchè dovrei suggerirtelo?