24 Aprile 1945, mentre il Comando del XV Gruppo d' armata anglo-americana tenta di guadagnare tempo per evitare l'insurrezione della città di Torino, il Comando militare regionale del Piemonte dirama un messaggio alle 17 divisioni partigiane che si stanno dirigendo verso la città ed ai 2 gruppi autonomi cittadini pronti a difenderla dall'interno: "Aldo dice 26 per uno-nemico in crisi-attuate piano E27."
Iniziano così le 5 giornate di combattimenti che si concluderanno con la liberazione di Torino.
Il nemico è composto dalla 34° divisione Panzer e della 5° divisione Alpen Jager tedeschi nonchè dalla divisione "Littorio", dalla Brigata nera "Capelli" e dalla X flottiglia MAS italiane, per un totale di 43.000 militari dotati di 60 carri armati, artiglierie, autoblindo e mezzi corazzati di vario genere. I partigiani dispongono di 11.300 uomini equipaggiati con armi leggere ed automatiche, autocarri, qualche autoblindo e mortaio catturati.
I due gruppi autonomi cittadini di circa 9000 uomini variamente armati. Il generale tedesco Schlemmer era convinto della propria superiorità sulla carta, ma non tenne conto di un elemento decisivo per la sua sconfitta: la classe operaia torinese. Più di 20.000 uomini e donne, operai della FIAT, della Lancia, della SPA e di tutte le altre aziende torinesi, pronti a difendere fino alla morte le fabbriche ed evitarne lo smantellamento e la distruzione.
Foto 1: carro armato Panther V.
Foto 2: carro armato Pz. IV nei boschi di Stupinigi.
Alla Lancia il CLN (comitato di liberazione nazionale) aziendale si era costituito nel Marzo 1944 e dopo aver preso contatti con la proprietà, ottenne dalla signora Miglietti la fornitura di alcuni camion, carburanti, lubrificanti e denaro contante. Spesso la proprietà si era messa a disposizione anche per le famiglie dei perseguitati e dei detenuti, ma in quei giorni la collaborazione fu totale.
All'inizio del turno pomeridiano del 25 Aprile, il CLN, con la preziosa collaborazione dei GAP (gruppi di azione patriottica) e delle SAP (squadre di azione patriottica), prende il controllo della fabbrica ed arresta gli ultimi fascisti presenti. Alcuni operai montano di guardia, ma verso sera 200 marò della X MAS , appoggiati da un carro armato e da due autoblindo, circondano lo stabilimento e li catturano. Il mattino seguente 110 operai del primo turno entrano in fabbrica armati e sbarrano i cancelli con blocchi di ghisa.
Foto 3: autocannone blindato Breda tipo 102 della X MAS.
Foto 4: si spara dalle finestre degli uffici Lancia.
Alle ore 13:00 del 26 Aprile, in base all'ordine del CMRP, GAP e SAP insieme ai patrioti accorsi in strada armati, iniziano ad aprire il fuoco in tutta Torino per difendere i ponti, le centrali telefoniche, l'acquedotto e le stazioni ferroviarie. Viene condotto un assalto alla Prefettura, alla Questura ed alla stazione radiofonica EIAR, tutte poi occupate. La città è insorta, ma le divisioni partigiane non arrivano ancora.
Ha inizio la battaglia di Borgo S.Paolo: i carri armati tedeschi aprono il fuoco tra via Montenegro e via Monginevro, ma vengono respinti dal lancio di bombe Molotov. Alle 16 la X MAS attacca la SPA. Alcune mitragliatrici catturate vengono piazzate sui tetti e tengono sotto tiro il nemico su corso Racconigi. Gli scontri proseguono incessanti a più ondate, le perdite sono alte, ma gli operai Lancia resistono con l'aiuto dei GAP. Nel frattempo gli operai della vicina SPA sono riusciti ad assemblare 2 carri armati 15/42 ed un semovente con cannone da 75mm e partono al contrattacco da corso Ferrucci. La X batte in ritirata ed alle 21 c'è un attimo di calma. I tedeschi cercano di aprirsi un varco per mantenere libera una via di fuga a Nord della città. Si lotta per difendere ogni ponte da ambo le parti.
Foto 5: autoblindato SPA 35 dovunque della Brigata nera "Capelli".
Foto 6: GAP ed operai Lancia sul tetto di via Monginevro.
All'alba del 27 le divisioni partigiane entrano in città passando da corso Casale. Viene riconquistata la stazione di Porta Nuova, poi la "Grandi Motori" e le Ferriere Piemontesi. La divisione Matteotti raggiunge la SPA. Alle 10.30 il nemico riparte al contrattacco. La brigata Garibaldi intanto entra in città dalla barriera di Milano, effettuando una manovra a tenaglia e chiude in una sacca i militari della RSI. Mentre tutti i detenuti vengono liberati dalle carceri Nuove per far posto ai nuovi prigionieri, alle 11 il comando insurrezionale della piazza torinese si sposta alle officine Lancia ed il CLN si insedia nella conceria Fiorio.
I tedeschi sono braccati e chiedono una tregua di 48 ore per abbandonare la città, ma la tregua è negata. Il generale Schlemmer minaccia di fare di Torino una nuova Varsavia ed alle 13 i carri armati attaccano la Viberti e la Grandi Motori. Intanto tutte le divisioni partigiane sono dentro Torino e si combatte in tutti i quartieri, la X MAS ripiega prima nella caserma di corso Valdocco e poi si arrende. La divisione "Littorio" si sfalda e verso le 17 gli operai della FIAT Mirafiori stringono le mani ai partigiani della IV divisione GL che li soccorrono dopo 48 ore ininterrotte di combattimenti. Alle 18 viene riconquistata la stazione Dora e bloccato l'accesso all'autostrada Torino-Milano, i tedeschi sono in trappola.
Foto 7: la IV divisione partigiana Giustizia e Libertà entra a Torino.
Foto 8: Lancia 3Ro e Fiat 1100A delle squadre SAP.
Nella notte una colonna corazzata tedesca con 8000 soldati superstiti sfonda il blocco dei partigiani al ponte sulla Dora e guadagna la statale in direzione di Chivasso. La giornata del 28 vede gli insorti impegnati fino a sera in un' affanosa ricerca dei nemici superstiti e molti cadono sotto il fuoco dei cecchini.
Intanto la 5° divisione Alpen Jager, in ritirata da Cuneo, si scontra con il blocco dei partigiani a Moncalieri ed con le brigate partigiane sopraggiunte dalle valli Chisone e Dora a Grugliasco, ma non passa. Il giorno seguente il generale Schlemmer tratta una seconda tregua con il cardinale Fossati ed il generale italiano Trabucchi, liberato dal carcere di S.Vittore la notte precedente, impegnandosi a rilasciare i prigionieri pur di avere la via libera verso la Svizzera. Nel frattempo gli Alleati arrivano alle porte di Torino. I tedeschi quindi cercano di sfondare le linee ad Orbassano la sera del 30 Aprile, dopo aver ucciso tutti i 65 prigionieri, ma è troppo tardi.
Il 1° di Maggio la V armata americana entra in città e la trova già presidiata da 14.000 partigiani, con tutti i servizi pubblici in ordine e tutte le fabbriche ed i ponti intatti.
Foto 9: la manifestazione del 6 Maggio in p.za Vittorio.
Nelle cinque giornate insurrezionali di Torino caddero combattendo nelle fabbriche e nelle strade limitrofe 320 operai e partigiani. La classe operaia torinese era stata questa volta all'avanguardia nella lotta e nel sacrificio. Le maestranze presenti alla FIAT Mirafiori durante tutti i combattimenti avevano superato il 90%, l'85% alla Lancia l'80% alla SPA, stesse percentuali negli altri stabilimenti.
I tedeschi firmarono la resa alle 17 del 3 Maggio 1945. Il 10 Maggio 1945, la Lancia riprese la produzione in piena funzionalità.
Si ringraziano il Bundesarchiv di Koblenz ed il Centro studi della Resistenza di Torino per la concessione delle foto.
La battaglia di Borgo S.Paolo, Aprile 1945
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