Ho letto con interesse le vicende che hanno portato al "blocco" del DDL 339 (ovvero la sua versione unificata con altri DDL). Gli emendamenti presentati lo hanno ricacciato nei meandri della 8^ Commissione Lavori Pubblici, poi non si è saputio più nulla.
E adesso?
Mi piacerebbe che gli esponenti dell'Automobile Club Padania, che vantano conoscenze in ambiente parlamentare, si preoccupassero di informare su cosa è successo dal maggio scorso ad oggi. Il DDL è stato ritirato? Sono in corso aggiornamenti? Nessuno ne parla, nè le riviste di settore (poveri noi per il loro atteggiamento; ma che in formazione fanno?), nè tanto meno l'interessata ASI.
Questo potrebbe far pensare a manovre nascoste per salvarlo oppure provare a ripresentarlo.
Voglio ricordare che quel DDL, a parte gli aspetti fiscali e le regole per definire chi è titolato a certificare la storicità di un veicolo, conteneva tanti altri argomenti di interesse per gli appassionati, come ad es. le regole per la reimmatricolazione di veicoli di interesse storico, radiati per demolizione e non solo d'ufficio.
Pertanto, se qualcuno che si è interessato alla questione su questo forum e che è interessato, volesse rompere questo silenzio, non sarebbe male.
Attendo segnali o commenti, ma NON LASCIAMO CADERE L'ARGOMENTO.... ALMENO NOI!
Grazie.
Dove è è finito il DDL 339?
Re: Dove è è finito il DDL 339?
Il DDL 339 è stato - per fortuna - del tutto "affossato".
Le regole per la reimmatricolazione delle vetture storiche, invece, erano già state emanate separatamente con decreto ministeriale, oggi perfettamente vigente.
Le puoi trovare qui:
http://www.dottorini.com/2010/03/decret ... r-lis.html
Nello stesso sito trovarai anche notizie sulla "scomparsa" del DDL 339
Le cose "accettabili" quindi sono rimaste. Mentre le "cappellate" come il DDL 339 sono giustamente nell'immondezzaio.
Le regole per la reimmatricolazione delle vetture storiche, invece, erano già state emanate separatamente con decreto ministeriale, oggi perfettamente vigente.
Le puoi trovare qui:
http://www.dottorini.com/2010/03/decret ... r-lis.html
Nello stesso sito trovarai anche notizie sulla "scomparsa" del DDL 339
Le cose "accettabili" quindi sono rimaste. Mentre le "cappellate" come il DDL 339 sono giustamente nell'immondezzaio.
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Re: Dove è è finito il DDL 339?
Scusa Pinko, quali sono le tue fonti per dire che il DDL 339 è stato affossato? A parte il "Dottorini", hai contatti con membri della Commissione che se ne occupa in Senato?
Oltre a questo, vorrei farti notare che le regole in vigore permettono di reimmattricolare vetture radiate per demolizione, ovviamente di interesse storico, ma accettando una targa nuova.
Il DDL 339 prevedeva invece che le vetture demolite (non solo quelle radiate d'ufficio), potessero essere reimmatricolate recuperando il numero ed il formato di targa originale, ovvero i Clubs autorizzati avrebbero avuto la facoltà di far riprodurre le targhe originali o rendere perfettamente idonee alla circolazione anche in Italia, le targhe straniere di vetture importate. Vuoi mettere la possibilità di far ciroclare un'auto anni '60 con la sua vecchuia targa nera quadrata, invece della targa moderna di formato diverso? Oppure non sarebbe bello conservare la targa inglese di una MG o Jaguar importata?
A questo mi riferivo nel mio intervento. Ti invito, se vuoi, a rileggere il testo del DDL 339 agli articoli che ne parlano. Detto questo, ripeto, rimane il fatto che viene a mancare una legge quadro sui veicoli di interesse storico. La vecchia 252 o 232, non ricordo bene, è superata e va aggiornata. Pertanto non basta "affossare" i DDL, bisogna proporne degli altri più idonei nell'interesse del Ns. movimento e colmare un vuoto che comunque c'è.
Se tra i politici che, con motivazioni anche condivisibili, hanno affossato il DDL 339, ve ne è qualcuno effettivamente interessato alla materia, allora si faccia avanti con un nuovo DDL. Non so se siete d'accordo, ma comunque ce ne è bisogno a livello nazionale e non solo regionale.
Claudio
Oltre a questo, vorrei farti notare che le regole in vigore permettono di reimmattricolare vetture radiate per demolizione, ovviamente di interesse storico, ma accettando una targa nuova.
Il DDL 339 prevedeva invece che le vetture demolite (non solo quelle radiate d'ufficio), potessero essere reimmatricolate recuperando il numero ed il formato di targa originale, ovvero i Clubs autorizzati avrebbero avuto la facoltà di far riprodurre le targhe originali o rendere perfettamente idonee alla circolazione anche in Italia, le targhe straniere di vetture importate. Vuoi mettere la possibilità di far ciroclare un'auto anni '60 con la sua vecchuia targa nera quadrata, invece della targa moderna di formato diverso? Oppure non sarebbe bello conservare la targa inglese di una MG o Jaguar importata?
A questo mi riferivo nel mio intervento. Ti invito, se vuoi, a rileggere il testo del DDL 339 agli articoli che ne parlano. Detto questo, ripeto, rimane il fatto che viene a mancare una legge quadro sui veicoli di interesse storico. La vecchia 252 o 232, non ricordo bene, è superata e va aggiornata. Pertanto non basta "affossare" i DDL, bisogna proporne degli altri più idonei nell'interesse del Ns. movimento e colmare un vuoto che comunque c'è.
Se tra i politici che, con motivazioni anche condivisibili, hanno affossato il DDL 339, ve ne è qualcuno effettivamente interessato alla materia, allora si faccia avanti con un nuovo DDL. Non so se siete d'accordo, ma comunque ce ne è bisogno a livello nazionale e non solo regionale.
Claudio
Re: Dove è è finito il DDL 339?
A Claudio al quale do del "tu",
anticipo la risposta postata sul sito linkato da quel lestofante manigoldo di pinko...
Ciao.
dario
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Salve,
il confronto è sempre prezioso, serve a crescere, magari ci ascoltassero coloro che vorrebbero leggi pro domo sua....
Allora, il DDL_339 dietro una sorta di T.U. o qualcosa di rivoluzionario, celava tante supposte per noi collezionisti.
Certo, Lei parla di targhe quadrate nere, Le chiedo il contribuente da chi le avrebbe dovute acquistare, a quanto ?
Se si fossero dovute acquistare da un club come l'asi o affini, la cosa mi fa accapponare la pelle !
Ancora, leggo un po' di inesattezze nella sua nota circa la procedura di reimmatricolazione, non confonda la demolizione con la radiazione.
Attualmente ed anche prima, si reiscrivevano TUTTI i veicoli radiati d'ufficio; dal 20/03/2010, si reimmatricolano TUTTI i veicoli anche di origine sconosciuta.
Non confonda la reiscrizione con la reimmatricolazione, sono due cose diverse.
Il DDL_339 avrebbe concesso le targhe dell'epoca in caso di reimmatricolazione, un altro articolo parlava di revisione quadriennale, ma Le è sfuggito l'articolo 13, l'ha letto bene ?
Questa è la MEGA SUPPOSTA per gli automobilisti.
Chi ha auto storiche non è sempre il riccone di turno, ma per quale motivo non sarebbero fatti salvi i diritti delle 30ntennali non iscritte ?
Per quale motivo i cittadini residenti nelle Regioni a Statuto Speciale che autocertificano, avrebbero dovuto per forza iscriversi se avessero voluto continuare a godere dei benefici fiscali ?
Per quale motivo i lombardi, i piemontesi e gli umbri che in forza di norme regionali (andiamo o non andiamo verso il FEDERALISMO anche fiscale ?) hanno ELIMINATO il MONOPOLIO, beh costoro avrebbero dovuto per forza iscriversi a dei club, perché ?
Perché questi signori che vogliono imporre queste cose non vanno a lavorare come fanno tuttti ?
Allora Caro Sig. Saccomandi, pensa che questo DDL_339 sia così dalla parte dei cittadini o sia dalla parte di chi annualmente incassa circa 8 (otto) MILIONI di euro senza muovere un dito ?
È ovvio che alludo al club monopolista, ma in Umbria adesso la gente è libera se dare 180 euro all'asi o darne 25 ad un club locale per il medesimo pezzo di carta !!!
Dimenticavo, il DDL_339 sembrerebbe affossato.
Abbiamo dei referenti lì in VIII Commissione e questo c'hanno detto.
Cordiali saluti.
dario di bello - Perugia
anticipo la risposta postata sul sito linkato da quel lestofante manigoldo di pinko...
Ciao.
dario
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Salve,
il confronto è sempre prezioso, serve a crescere, magari ci ascoltassero coloro che vorrebbero leggi pro domo sua....
Allora, il DDL_339 dietro una sorta di T.U. o qualcosa di rivoluzionario, celava tante supposte per noi collezionisti.
Certo, Lei parla di targhe quadrate nere, Le chiedo il contribuente da chi le avrebbe dovute acquistare, a quanto ?
Se si fossero dovute acquistare da un club come l'asi o affini, la cosa mi fa accapponare la pelle !
Ancora, leggo un po' di inesattezze nella sua nota circa la procedura di reimmatricolazione, non confonda la demolizione con la radiazione.
Attualmente ed anche prima, si reiscrivevano TUTTI i veicoli radiati d'ufficio; dal 20/03/2010, si reimmatricolano TUTTI i veicoli anche di origine sconosciuta.
Non confonda la reiscrizione con la reimmatricolazione, sono due cose diverse.
Il DDL_339 avrebbe concesso le targhe dell'epoca in caso di reimmatricolazione, un altro articolo parlava di revisione quadriennale, ma Le è sfuggito l'articolo 13, l'ha letto bene ?
Questa è la MEGA SUPPOSTA per gli automobilisti.
Chi ha auto storiche non è sempre il riccone di turno, ma per quale motivo non sarebbero fatti salvi i diritti delle 30ntennali non iscritte ?
Per quale motivo i cittadini residenti nelle Regioni a Statuto Speciale che autocertificano, avrebbero dovuto per forza iscriversi se avessero voluto continuare a godere dei benefici fiscali ?
Per quale motivo i lombardi, i piemontesi e gli umbri che in forza di norme regionali (andiamo o non andiamo verso il FEDERALISMO anche fiscale ?) hanno ELIMINATO il MONOPOLIO, beh costoro avrebbero dovuto per forza iscriversi a dei club, perché ?
Perché questi signori che vogliono imporre queste cose non vanno a lavorare come fanno tuttti ?
Allora Caro Sig. Saccomandi, pensa che questo DDL_339 sia così dalla parte dei cittadini o sia dalla parte di chi annualmente incassa circa 8 (otto) MILIONI di euro senza muovere un dito ?
È ovvio che alludo al club monopolista, ma in Umbria adesso la gente è libera se dare 180 euro all'asi o darne 25 ad un club locale per il medesimo pezzo di carta !!!
Dimenticavo, il DDL_339 sembrerebbe affossato.
Abbiamo dei referenti lì in VIII Commissione e questo c'hanno detto.
Cordiali saluti.
dario di bello - Perugia
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Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile
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Re: Dove è è finito il DDL 339?
Ringrazio sia Dario che "Pinko".... e credo non ci sia problema a darsi del tu. Non sto a spiegare in quale frangente, ma io sono stato uno dei "tasselli" della vicenda che ha portato all'affossamento del DDL 339 nel maggio scorso; non vale la pena parlarne ora, ma vorrei fosse chiaro che io non sono assolutamente un sostenitore dell'ASI e da anni seguo le vicende e le "battaglie" umbre contro il Monopolio ASI.
Conosco bene il testo del 339 e conosco altrettanto bene la differenza tra "reimmatricolazione" e "reiscrizione", così come mi sento preparato sulle norme attuali per la reimmatricolazione, reiscrizione e quant'altro dei veicoli storici, radiati d'uffico, demoliti, abbandonati, di provenienza estera e quant'altro. Se qualcuno si sente depositario unico di tali conoscenze, si sbaglia. Quindi, per cortesia non torniamo su questo argomento che ho tirato fuori unicamente perchè la questione della "targa originale", intesa come conforme alle norme (ovvero dimensioni e formato) di quando un auto storica è stata immatricolata, è per me un argomento caro, come penso sia per molti di noi appassionati.
Detto questo vorrei chiarire il mio pensiero: sono perfettamente d'accordo che il 339 conteneva una serie di"supposte". Tra l'altro, chi ha seguito lo sviluppo del testo e la riunificazione di vari DDL, oltre al "Berselli", lo ha visto modificare nel senso di rendere tali medicinali sempre più grossi, proprio grazie agli interventi/interferenze dell'ASI che intendeva addomesticarne il testo nel suo interesse e di altri. Interventi tutti fatti nell'ombra e senza la benchè minima trasparenza se non quella sterile e quasi buffa polemica tra ASI e Ruoteclassiche di qualche mese fa che non ha dato alcun valore aggiunto, come si poteva sperare, alla questione. Non mi dilungo. Vorrei però esprimere, per finire, due osservazioni:
1) credo sia evidente che c'è bisogno di mettere mano ad un TU per le norme in materia di "veicoli di interesse storico", che vada ovviamente nel senso di una deregulation e semplificazione, sul modello se vogliamo delle norme di altri paesi europei. Norme più snelle ed efficaci. Ma per fare questo ci vuole "un movimento" che abbia anche peso politico, ovvero nelle sedi istituzionali. Questo movimento, di fatto opposto all'ASI, io non lo vedo. Ho visto critiche, sono stati fatti emendamenti, ma non proposte, che io sappia, in alternativa e migliori di quelle dell'ASI. Sembra che si aspetti cosa muove l'ASI, ma dopo avergli dato contro, non si va avanti, quasi a giocare di rimbalzo e questo fa gioco al Sig. Loi; ecco perchè mi hiedo se c'è qualche parlamentare, tra quelli che hanno espresso emendamenti, in grado di farlo. Ricordo che i firmatari dei vari DDL poi unificati, erano bipartisan.
2) secondo punto: quello che è stato fatto in Umbria o in Lombardia, non basta e non mi basta. Io risiedo in Emilia Romagna. Sono contento per i residenti in Umbria e Lombardia. Ma io, devo aspettare una legge Regionale? Devo aspettare che ci sia un "Di Bello" emiliano o un Club ACI romagnolo per avere qualcosa?
In sintesi. C'è bisogno di una Legge. Una legge che non tratti solo di aspetti che hanno riflessi fiscali, ma che affronti tutti gli argomenti importanti relativi al mondo dei veicoli storici. Questa Legge deve nascere ad un livello nazionale, contemplando il federalismo se si si vuole, ma deve essere un testo nazionale.
Basta con posizioni solo regionali. Che l'Umbria sia riuscita a dare qualcosa di più mi fa piacere, crea un precedente, ma non risolve i problemi di chi risiede in Veneto, Lazio, Calabria o Puglia.
Questo è il mio pensiero e spero di non averlo espresso in modo confuso, più che altro per non essere male interpretato poichè il mio vuole essere un contributo positivo. Siamo tutti appassionati e vogliamo, mi pare tutti un miglioramento, ma di fatto ancora non siamo riusciti ad avere un sistema libero che non ci renda sudditi dei certificati o dei blazelli ASI.
Ciao
Claudio
Conosco bene il testo del 339 e conosco altrettanto bene la differenza tra "reimmatricolazione" e "reiscrizione", così come mi sento preparato sulle norme attuali per la reimmatricolazione, reiscrizione e quant'altro dei veicoli storici, radiati d'uffico, demoliti, abbandonati, di provenienza estera e quant'altro. Se qualcuno si sente depositario unico di tali conoscenze, si sbaglia. Quindi, per cortesia non torniamo su questo argomento che ho tirato fuori unicamente perchè la questione della "targa originale", intesa come conforme alle norme (ovvero dimensioni e formato) di quando un auto storica è stata immatricolata, è per me un argomento caro, come penso sia per molti di noi appassionati.
Detto questo vorrei chiarire il mio pensiero: sono perfettamente d'accordo che il 339 conteneva una serie di"supposte". Tra l'altro, chi ha seguito lo sviluppo del testo e la riunificazione di vari DDL, oltre al "Berselli", lo ha visto modificare nel senso di rendere tali medicinali sempre più grossi, proprio grazie agli interventi/interferenze dell'ASI che intendeva addomesticarne il testo nel suo interesse e di altri. Interventi tutti fatti nell'ombra e senza la benchè minima trasparenza se non quella sterile e quasi buffa polemica tra ASI e Ruoteclassiche di qualche mese fa che non ha dato alcun valore aggiunto, come si poteva sperare, alla questione. Non mi dilungo. Vorrei però esprimere, per finire, due osservazioni:
1) credo sia evidente che c'è bisogno di mettere mano ad un TU per le norme in materia di "veicoli di interesse storico", che vada ovviamente nel senso di una deregulation e semplificazione, sul modello se vogliamo delle norme di altri paesi europei. Norme più snelle ed efficaci. Ma per fare questo ci vuole "un movimento" che abbia anche peso politico, ovvero nelle sedi istituzionali. Questo movimento, di fatto opposto all'ASI, io non lo vedo. Ho visto critiche, sono stati fatti emendamenti, ma non proposte, che io sappia, in alternativa e migliori di quelle dell'ASI. Sembra che si aspetti cosa muove l'ASI, ma dopo avergli dato contro, non si va avanti, quasi a giocare di rimbalzo e questo fa gioco al Sig. Loi; ecco perchè mi hiedo se c'è qualche parlamentare, tra quelli che hanno espresso emendamenti, in grado di farlo. Ricordo che i firmatari dei vari DDL poi unificati, erano bipartisan.
2) secondo punto: quello che è stato fatto in Umbria o in Lombardia, non basta e non mi basta. Io risiedo in Emilia Romagna. Sono contento per i residenti in Umbria e Lombardia. Ma io, devo aspettare una legge Regionale? Devo aspettare che ci sia un "Di Bello" emiliano o un Club ACI romagnolo per avere qualcosa?
In sintesi. C'è bisogno di una Legge. Una legge che non tratti solo di aspetti che hanno riflessi fiscali, ma che affronti tutti gli argomenti importanti relativi al mondo dei veicoli storici. Questa Legge deve nascere ad un livello nazionale, contemplando il federalismo se si si vuole, ma deve essere un testo nazionale.
Basta con posizioni solo regionali. Che l'Umbria sia riuscita a dare qualcosa di più mi fa piacere, crea un precedente, ma non risolve i problemi di chi risiede in Veneto, Lazio, Calabria o Puglia.
Questo è il mio pensiero e spero di non averlo espresso in modo confuso, più che altro per non essere male interpretato poichè il mio vuole essere un contributo positivo. Siamo tutti appassionati e vogliamo, mi pare tutti un miglioramento, ma di fatto ancora non siamo riusciti ad avere un sistema libero che non ci renda sudditi dei certificati o dei blazelli ASI.
Ciao
Claudio
Re: Dove è è finito il DDL 339?
Per scarsità di tempo da dedicare al forum sono rimasto un po' indietro con questa discussione.
Cercherò di sintetizzare alcuni "punti" anche se inevitabilmente rischio, pur volendo dare un giudizio da mero "tecnico", lo scivolamento verso temi di tipo "politico" che devono giustamente rimanere estranei al forum.
L'esigenza di una revisione legislativa che porti un po' di ordine nella materia credo sia un tema condiviso da tutti.
Già meno condiviso da tutti, credo, sarebbe il richiamo a quanto avviene in altri stati europei.
In Germania, ad esempio, l'introduzione della targa unica con lettera H (Historisches) e la contemporanea riconsegna della targa originaria del veicolo ultratrentennale per poter avere la relativa agevolazione fiscale (non servono requisiti, certificazioni asi o altre menate di sorta; basta che il veicolo sia ultratrentennale) risale ormai al 1998 e nessun tedesco si è nemmeno sognato di rompere le scatole col mantenimento della vecchia targa.
Per quanto mi riguarda sarei perfettamente d'accordo.
Una targa è un pezzo di ferro con i numeri che identificano l'auto. E nient'altro.
QUASI TUTTE le Fulvia ex ufficiali HF Lancia, ad esempio, dopo la cessione al R.I.V.E. e la vendita a privati, hanno cambiato targa ed hanno assunto un'altra targa nera (le ultime sono state vendute alla fine del 1974). Non la Fulvia del Montecarlo di Munari del 1972, per il semplice motivo che fu comprata e ricomprata da torinesi, e alla fine di nuovo dalla Lancia stessa. Ma è quasi un caso.
Eppure questo ai collezionisti va bene.
Sembra che i collezionisti diano valore ad una targa solo ...perchè è nera. E allora ..."fàmola nera"! Facciamo una bella targa nera nuova con una bella "H" invece dell'ultimo numero.
C'è già qualcuno, proprio qui nel forum, che è "inorridito" alla sola idea del "cambio generalizzato" di targa.
Evidentemente non siamo tedeschi.
E comunque penso che su argomenti come questo, prima di mettere tutti d'accordo, si fa in tempo a varcare il prossimo secolo.
Il problema in ogni caso è un altro.
Il problema è che in Italia le leggi non le fa più il Parlamento.
Le fa, in qualche oscura stanza, un gruppetto di persone riunite in commissione; quando addirittura non le fa qualche ignorante compilatore che getta su carta, malamente, la volontà espressa dal consiglio dei ministri più ignorante di lui. E il parlamento "ratifica".
Nelle oscure stanze la volontà espressa non è quella popolare che esce dal confronto delle parti politiche nel dibattito parlamentare. E' la volontà di gruppuscoli di potere che "incontrano" i membri della commissione o del governo, fanno loro pressione, stringono accordi sottobanco, promettono, scambiano, arruffano e arraffano ed il risultato è un "accrocco" in cui semplicità e razionalità vanno a farsi benedire e lasciano spazio all'interesse, singolo o collettivo (rectius "lobbystico") e ...immancabilmente ai soldi.
La mia professione mi costringe a fare i conti con alcune di queste realtà. Non solo e non tanto i veicoli storici. Ultimamente i casi più "eclatanti" di cui mi sono dovuto occupare sono:
i tentativi di riforma della legislazione sul lavoro;
i tentativi di riforma della legislazione sulle professioni;
i tentativi di riforma della giustizia.
Bene.
In tutti i casi (il primo lo ha "affossato" - grazie al cielo - il Presidente della Repubblica; il secondo traballa ma si spera venga affossato presto; il terzo è un'accozzaglia di minchiate che ruotano tutte intorno ad una "esigenza" che con i problemi della giustizia non ha nulla a che vedere), il "parto" degli addetti ai lavori è stato talmente inaccettabile quando non addirittura dannoso e giuridicamente insostenibile ...che c'è solo da augurarsi che questa massa di parassiti che alberga nelle aule parlamentari continui ad occuparsi di case a montecarlo, escort, divorzi, alleanze ridicole, ipotesi di governo demenziali ecc, ecc. e tutto faccia tranne che - per carità di Dio!! - occuparsi di modifiche legislative.
In quella materia - si salvi chi può - ogni "tentativo" è una disgrazia per il Paese.
Meglio un "Di Bello" per ogni Regione! Almeno un "Di Bello" sa di cosa parla e magari riesce anche a far approvare una legge decente, quantomeno a livello locale!
Cercherò di sintetizzare alcuni "punti" anche se inevitabilmente rischio, pur volendo dare un giudizio da mero "tecnico", lo scivolamento verso temi di tipo "politico" che devono giustamente rimanere estranei al forum.
L'esigenza di una revisione legislativa che porti un po' di ordine nella materia credo sia un tema condiviso da tutti.
Già meno condiviso da tutti, credo, sarebbe il richiamo a quanto avviene in altri stati europei.
In Germania, ad esempio, l'introduzione della targa unica con lettera H (Historisches) e la contemporanea riconsegna della targa originaria del veicolo ultratrentennale per poter avere la relativa agevolazione fiscale (non servono requisiti, certificazioni asi o altre menate di sorta; basta che il veicolo sia ultratrentennale) risale ormai al 1998 e nessun tedesco si è nemmeno sognato di rompere le scatole col mantenimento della vecchia targa.
Per quanto mi riguarda sarei perfettamente d'accordo.
Una targa è un pezzo di ferro con i numeri che identificano l'auto. E nient'altro.
QUASI TUTTE le Fulvia ex ufficiali HF Lancia, ad esempio, dopo la cessione al R.I.V.E. e la vendita a privati, hanno cambiato targa ed hanno assunto un'altra targa nera (le ultime sono state vendute alla fine del 1974). Non la Fulvia del Montecarlo di Munari del 1972, per il semplice motivo che fu comprata e ricomprata da torinesi, e alla fine di nuovo dalla Lancia stessa. Ma è quasi un caso.
Eppure questo ai collezionisti va bene.
Sembra che i collezionisti diano valore ad una targa solo ...perchè è nera. E allora ..."fàmola nera"! Facciamo una bella targa nera nuova con una bella "H" invece dell'ultimo numero.
C'è già qualcuno, proprio qui nel forum, che è "inorridito" alla sola idea del "cambio generalizzato" di targa.
Evidentemente non siamo tedeschi.
E comunque penso che su argomenti come questo, prima di mettere tutti d'accordo, si fa in tempo a varcare il prossimo secolo.
Il problema in ogni caso è un altro.
Il problema è che in Italia le leggi non le fa più il Parlamento.
Le fa, in qualche oscura stanza, un gruppetto di persone riunite in commissione; quando addirittura non le fa qualche ignorante compilatore che getta su carta, malamente, la volontà espressa dal consiglio dei ministri più ignorante di lui. E il parlamento "ratifica".
Nelle oscure stanze la volontà espressa non è quella popolare che esce dal confronto delle parti politiche nel dibattito parlamentare. E' la volontà di gruppuscoli di potere che "incontrano" i membri della commissione o del governo, fanno loro pressione, stringono accordi sottobanco, promettono, scambiano, arruffano e arraffano ed il risultato è un "accrocco" in cui semplicità e razionalità vanno a farsi benedire e lasciano spazio all'interesse, singolo o collettivo (rectius "lobbystico") e ...immancabilmente ai soldi.
La mia professione mi costringe a fare i conti con alcune di queste realtà. Non solo e non tanto i veicoli storici. Ultimamente i casi più "eclatanti" di cui mi sono dovuto occupare sono:
i tentativi di riforma della legislazione sul lavoro;
i tentativi di riforma della legislazione sulle professioni;
i tentativi di riforma della giustizia.
Bene.
In tutti i casi (il primo lo ha "affossato" - grazie al cielo - il Presidente della Repubblica; il secondo traballa ma si spera venga affossato presto; il terzo è un'accozzaglia di minchiate che ruotano tutte intorno ad una "esigenza" che con i problemi della giustizia non ha nulla a che vedere), il "parto" degli addetti ai lavori è stato talmente inaccettabile quando non addirittura dannoso e giuridicamente insostenibile ...che c'è solo da augurarsi che questa massa di parassiti che alberga nelle aule parlamentari continui ad occuparsi di case a montecarlo, escort, divorzi, alleanze ridicole, ipotesi di governo demenziali ecc, ecc. e tutto faccia tranne che - per carità di Dio!! - occuparsi di modifiche legislative.
In quella materia - si salvi chi può - ogni "tentativo" è una disgrazia per il Paese.
Meglio un "Di Bello" per ogni Regione! Almeno un "Di Bello" sa di cosa parla e magari riesce anche a far approvare una legge decente, quantomeno a livello locale!
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Re: Dove è è finito il DDL 339?
Riguardo alla conservazione della targa in formato originale, capisco possa essere visto come un "vezzo", per cui non ho niente da ridire riguardo alla tua posizione, ovviamente. Mi piacerebbe solo poter ritargare la mia Flaminia con la sua targa di prima immatricolazione e non con una targa ZA o simile.
Concordo con la tua triste e deprimente descrizione della "politica" italiana.
Per essere pratici, tornando al DDL 339, se esso è stato partorito da Berselli & Co. e poi sempre più ammaestrato dall'ASI, sappiamo tutti quali siano gli interessi in gioco, mi chiedo se il movimento di pensiero che ha affossato il 339 e che ha avuto come protagonisti anche parlamentarei delle Lega, da quello che intuisco vista la posizione dell' Automobile Club Padania, mi chiedo se dallo stesso movimento non possa nascere un DDL serio o comunque più vicino al "popolo" piuttosto che alla casta degli appassionati.
E' un lumicino che vorrei tenere acceso, soprattutto dopo la tua spietata disamina, visto che anch'io ho spesso a che fare con i palazzi romani, sia pure in altri campi e, ripeto, condivido la tua fotografia.
Concordo con la tua triste e deprimente descrizione della "politica" italiana.
Per essere pratici, tornando al DDL 339, se esso è stato partorito da Berselli & Co. e poi sempre più ammaestrato dall'ASI, sappiamo tutti quali siano gli interessi in gioco, mi chiedo se il movimento di pensiero che ha affossato il 339 e che ha avuto come protagonisti anche parlamentarei delle Lega, da quello che intuisco vista la posizione dell' Automobile Club Padania, mi chiedo se dallo stesso movimento non possa nascere un DDL serio o comunque più vicino al "popolo" piuttosto che alla casta degli appassionati.
E' un lumicino che vorrei tenere acceso, soprattutto dopo la tua spietata disamina, visto che anch'io ho spesso a che fare con i palazzi romani, sia pure in altri campi e, ripeto, condivido la tua fotografia.