Attilio Bettega : un video per non dimenticare!
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Attilio Bettega : un video per non dimenticare!
Un altro grande pilota,italiano,protagonista con Lancia e Fiat nel panorama rallystico mondiale.
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[center][b]Gallo Pierluigi - Moderatore sez. "Delta e Prisma"-"Stratos"-"Rally 037"-"Delta Integrale/S4"-"Altri Marchi"[/b]
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Re: Attilio Bettega : un video per non dimenticare!
Stupendo testo tratto da : http://www.lanciarally037.com/bettegapage.htm
ATTILIO BETTEGA era un campione.
Un campione vero. Un uomo speciale che ha saputo fare dell'umiltà, della lealtà e dell'onestà le sue armi vincenti, virtù queste che appartengono solo ai grandi. Se n'è andato presto, forse troppo presto, in una limpida mattina di primavera mentre stava facendo quello che più amava nella sua vita: correre in macchina. Quella maledetta curva, forse troppo viscida a causa dell'umidità del mattino o forse perchè affrontata a troppa velocità ce lo ha portato via per sempre.
Eppure sembra tutto così incredibile e impossibile. Quella LANCIA 037 era una vettura che sentiva "sua" dal momento che l'aveva sviluppata, quella stessa vettura che conosceva in ogni piccolo dettaglio ma che per due volte lo aveva tradito, la seconda in maniera definitiva. Tutto questo è semplicemente assurdo.
ATTILIO BETTEGA aveva coraggio. Coraggio da vendere. In discesa era imbattibile, sullo sporco non aveva rivali. Sapeva guidare oltre i limiti ma sempre nel totale rispetto del pericolo. Solo la morte lo ha fermato.
Era nato a MOLVENO, un piccolo e ridente paesino tra le montagne del TRENTINO, una zona tranquilla, silenziosa così come il suo carattere. Di poche parole ma di grande modestia, aveva saputo infondere su ogni avversario quel senso di totale rispetto che ogni uomo nutre nei confronti dei propri rivali. ATTILIO non aveva nemici. Molti avversari come ogni campione ma nessun nemico. Era impossibile provare nei suoi confronti sentimenti di odio. La sua classe era immensa. E lo ha dimostrato in parecchie occasioni. Come quella volta che, sceso dalla piccola A112 ABARTH, con la quale si era aggiudicato a mani basse il TROFEO e salito sulla LANCIA STRATOS ufficiale era riuscito a mettere in crisi il "DRAGO" SANDRO MUNARI giungendo alle sue spalle nella gara "premio" ad AOSTA. In CORSICA ATTILIO voleva vincere a tutti i costi. Aveva un conto aperto con la malasorte che due anni prima lo aveva fermato. Il terribile incidente, la doppia frattura alle gambe, e la lunga convalescenza lontano dai campi di gara avevano alimentato in lui una sorte di amore-odio per il rally dell'isola napoleonica, che definiva il "più bello al mondo" ma che nello stesso tempo odiava. Un sentimento questo che ATTILIO non avrebbe mai esternato, perchè nel cuore di un vero montanaro non c'è spazio per i risentimenti. La legge della montagna è dura, così come quella dello sport e, consapevole di questo, sapeva che prima o poi il destino avrebbe emesso la sua dura sentenza. Chi corre in macchina sa che l'incidente può essere sempre dietro l'angolo e ATTILIO sapeva che il rischio andava affrontato a viso aperto, altrimenti non era possibile essere un pilota veloce e vincente. Egli sosteneva che solo il fato poteva determinare il peggio......E proprio il fato, impietoso, tremendo e perverso ha deciso di porre fine alla sua corsa, su quell'isola maledetta dove ATTILIO era in grado di esprimere ai massimi livelli le proprie capacità di pilota. Una frazione di secondo, neppure il tempo di capire cosa stesse succedendo e di avvertire l'amico MAURIZIO, compagno di mille battaglie, ed ecco il terribile schianto contro l'albero del destino. ATTILIO stava cercando la sua rivincita ma il destino ha preteso la sua ad un prezzo altissimo. È difficile ancora oggi dopo vent'anni, quantificare il vuoto che ha lasciato nel mondo dei rally anche se il tempo tende a cancellare i ricordi. Noi però non ci siamo dimenticati di nulla, tutt'altro. I nostri ricordi sono sempre vivi e noi li conserviamo gelosamente. Una cosa importante infine va ricordata. La legge dei rally impone che solo i grandi piloti sono in grado di vincere la prova del "TURINI", la più difficile, la più selettiva, la più bella prova speciale del mondo nel rally più bello del mondo: il MONTECARLO. Noi lo vogliamo ricordare così, mentre a bordo di una piccola FIAT RITMO 75 ABARTH vola verso il traguardo del "TURINI", con coraggio e maestria entrando così dalla porta principale nella leggenda dei rally. ATTILIO BETTEGA oggi è un campione. Un campione vero, un uomo speciale che ha saputo fare dell'umiltà, della lealtà e dell'onestà le sue armi vincenti, virtù queste che appartengono solo ai grandi. ATTILIO è un esempio per tutti.
ATTILIO BETTEGA era un campione.
Un campione vero. Un uomo speciale che ha saputo fare dell'umiltà, della lealtà e dell'onestà le sue armi vincenti, virtù queste che appartengono solo ai grandi. Se n'è andato presto, forse troppo presto, in una limpida mattina di primavera mentre stava facendo quello che più amava nella sua vita: correre in macchina. Quella maledetta curva, forse troppo viscida a causa dell'umidità del mattino o forse perchè affrontata a troppa velocità ce lo ha portato via per sempre.
Eppure sembra tutto così incredibile e impossibile. Quella LANCIA 037 era una vettura che sentiva "sua" dal momento che l'aveva sviluppata, quella stessa vettura che conosceva in ogni piccolo dettaglio ma che per due volte lo aveva tradito, la seconda in maniera definitiva. Tutto questo è semplicemente assurdo.
ATTILIO BETTEGA aveva coraggio. Coraggio da vendere. In discesa era imbattibile, sullo sporco non aveva rivali. Sapeva guidare oltre i limiti ma sempre nel totale rispetto del pericolo. Solo la morte lo ha fermato.
Era nato a MOLVENO, un piccolo e ridente paesino tra le montagne del TRENTINO, una zona tranquilla, silenziosa così come il suo carattere. Di poche parole ma di grande modestia, aveva saputo infondere su ogni avversario quel senso di totale rispetto che ogni uomo nutre nei confronti dei propri rivali. ATTILIO non aveva nemici. Molti avversari come ogni campione ma nessun nemico. Era impossibile provare nei suoi confronti sentimenti di odio. La sua classe era immensa. E lo ha dimostrato in parecchie occasioni. Come quella volta che, sceso dalla piccola A112 ABARTH, con la quale si era aggiudicato a mani basse il TROFEO e salito sulla LANCIA STRATOS ufficiale era riuscito a mettere in crisi il "DRAGO" SANDRO MUNARI giungendo alle sue spalle nella gara "premio" ad AOSTA. In CORSICA ATTILIO voleva vincere a tutti i costi. Aveva un conto aperto con la malasorte che due anni prima lo aveva fermato. Il terribile incidente, la doppia frattura alle gambe, e la lunga convalescenza lontano dai campi di gara avevano alimentato in lui una sorte di amore-odio per il rally dell'isola napoleonica, che definiva il "più bello al mondo" ma che nello stesso tempo odiava. Un sentimento questo che ATTILIO non avrebbe mai esternato, perchè nel cuore di un vero montanaro non c'è spazio per i risentimenti. La legge della montagna è dura, così come quella dello sport e, consapevole di questo, sapeva che prima o poi il destino avrebbe emesso la sua dura sentenza. Chi corre in macchina sa che l'incidente può essere sempre dietro l'angolo e ATTILIO sapeva che il rischio andava affrontato a viso aperto, altrimenti non era possibile essere un pilota veloce e vincente. Egli sosteneva che solo il fato poteva determinare il peggio......E proprio il fato, impietoso, tremendo e perverso ha deciso di porre fine alla sua corsa, su quell'isola maledetta dove ATTILIO era in grado di esprimere ai massimi livelli le proprie capacità di pilota. Una frazione di secondo, neppure il tempo di capire cosa stesse succedendo e di avvertire l'amico MAURIZIO, compagno di mille battaglie, ed ecco il terribile schianto contro l'albero del destino. ATTILIO stava cercando la sua rivincita ma il destino ha preteso la sua ad un prezzo altissimo. È difficile ancora oggi dopo vent'anni, quantificare il vuoto che ha lasciato nel mondo dei rally anche se il tempo tende a cancellare i ricordi. Noi però non ci siamo dimenticati di nulla, tutt'altro. I nostri ricordi sono sempre vivi e noi li conserviamo gelosamente. Una cosa importante infine va ricordata. La legge dei rally impone che solo i grandi piloti sono in grado di vincere la prova del "TURINI", la più difficile, la più selettiva, la più bella prova speciale del mondo nel rally più bello del mondo: il MONTECARLO. Noi lo vogliamo ricordare così, mentre a bordo di una piccola FIAT RITMO 75 ABARTH vola verso il traguardo del "TURINI", con coraggio e maestria entrando così dalla porta principale nella leggenda dei rally. ATTILIO BETTEGA oggi è un campione. Un campione vero, un uomo speciale che ha saputo fare dell'umiltà, della lealtà e dell'onestà le sue armi vincenti, virtù queste che appartengono solo ai grandi. ATTILIO è un esempio per tutti.
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"...La vita è troppo corta per non guidare italiano"
Luca TO '93 (Il grande)
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Re: Attilio Bettega : un video per non dimenticare!
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