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Un articolo su Alfa che vale anche per Lancia?

Inviato: 18 gen 2010, 01:15
da gianfilo
Ecco un articolo pubblicato sul Corriere della Sera di domenica molto interessante. Per la prima volta un grande giornale striglia Marchionne e la dirigenza precedente per l'uso che hanno fatto di un marchio come Alfa. Parole che possono riguardare tranquillamente Lancia. Che ne pensate?

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Forse è meglio che la Fiat venda l’Alfa

Tra cinque mesi, il 24 giugno, l’Alfa Romeo compirà 100 anni, ma avrà poco da festeggiare. Nel 2009 la casa del Biscione ha venduto meno di 110 mila vetture, una tristezza. E l’11 gennaio, al Salone di Detroit, Sergio Marchionne è sbottato: «Basta con le storie gloriose usate come alibi, le cavolate come i richiami a Nuvolari… »
«La storia — ha proseguito — non implica sopravvivenza. Mi devono convincere con programmi credibili. Dobbiamo, se necessario, ridimensionare le nostre ambizioni. Sento favoleggiare di segmenti D ed E, di ammiraglie, di sfidare le Bmw serie 5 e 7. Con quali prodotti? Con quali prospettive di mercato? Basta con esperienze come la 159, che ci è costata un miliardo». L’amministratore delegato della Fiat non poteva essere più chiaro. E però c’è un problema: chi deve convincere Marchionne è Marchionne. Alfa Romeo è ormai un marchio profondamente radicato nel sistema di progettazione e costruzione di Fiat Auto, che dipende direttamente dal manager italo-canadese. Marchionne, insomma, non è un esterno, ma il primo partecipante al gioco.

Tanto improvviso scetticismo sull’Alfa colpisce. All’indomani dell’annuncio dell’operazione Chrysler, era stato lo stesso Marchionne a presentare il marchio milanese come l’alfiere della penetrazione italiana negli Usa. Altri prima di lui nell’Alfa avevano creduto. Nei momenti più bui, Umberto Agnelli pensava di salvare il salvabile, d’intesa con Vincenzo Maranghi, ancora dominus di Mediobanca, mettendo assieme Alfa, Maserati e Ferrari e lasciando Fiat e Lancia alla General Motors. Perché, adesso, l’Alfa si deve ridurre ai minimi termini? Oppure, detta diversamente, perché nemmeno la Fiat di Marchionne riesce a dare una prospettiva all’Alfa?

Prima di concludere che si tratta di un marchio maledetto, varrebbe la pena di domandarsi se la Fiat abbia mai messo in campo un progetto serio per la casa del Portello dove si formò Enzo Ferrari (di Nuvolari non parliamo più…). Purtroppo, la risposta è un no. Nel 1986, quando l’Iri la mise in vendita, l’Alfa perdeva molto, ma vendeva ancora 168 mila vetture e aveva in serbo il grande progetto della 164. A quei tempi, la Fiat possedeva i soldi ma non la convinzione per fare dell’Alfa la Bmw italiana: l’aveva comprata per evitare che andasse alla Ford, e la Ford non rilanciò quando capì di avere contro l’establishment italiano, tranne l’Iri di Romano Prodi che si trovò comunque costretto ad accettare l’offerta più alta. E così, per un quarto di secolo, l’Alfa ha tirato avanti. Fino all’esternazione di Detroit. Ma non si vive con la testa rivolta all’indietro. Guardiamo dunque al futuro e al ruolo che il marchio Alfa può giocare nel rilancio dell’industria automobilistica made in Italy .

Nell’incontro a Palazzo Chigi del 22 dicembre 2009, Marchionne ha riferito che i 5 siti produttivi del gruppo Fiat Auto in Italia (Torino, Cassino, Pomigliano, Melfi e Termini Imerese) producono 650 mila vetture con 22 mila addetti, mentre lo stabilimento polacco di Tichy ne fa altrettante, ma con meno di un terzo dei dipendenti, e in Brasile la fabbrica di Belo Horizonte, 9400 persone, arriva a produrne 730 mila. Brasile e Polonia utilizzano gli impianti a pieno regime; lavorano su 3 turni giornalieri con settimane di 6 giorni lavorativi su 7. In Italia i turni sono due, niente notturno, e i sabati vanno contrattati. A Tichy, inoltre, si produce anche per la Ford. I siti italiani hanno molti problemi, logistici e non. Ma è evidente — ancorché Marchionne non abbia rivelato l’informazione — che il grado di utilizzo degli impianti domestici è assai inferiore a quello degli impianti esteri, e la cosa ha un effetto negativo sui costi. Ma per utilizzare di più gli impianti nazionali non serve soltanto la disponibilità dei sindacati, indispensabile per recuperare terreno sulla qualità (il caso 159 è un avvertimento). Occorre soprattutto sapere che cosa produrre in un Paese con costi occidentali, sia pure inferiori a quelli tedeschi. I produttori francesi e tedeschi, peraltro più globali, hanno una percentuale di dipendenti operativa in patria assai più alta di quella Fiat. Fabbricando modelli a maggior valore aggiunto, se lo possono permettere. Questo accadeva già prima della pioggia di aiuti di Stato antirecessione. Che la Fiat non può bollare come negativi in Francia, perché rafforzano le concorrenti Renault e Psa con la bella cifra di 8,5 miliardi di euro, e accettare come ovvi in America, perché le consentono di entrare in Chrysler a costo zero. Per tornare a produrre di più in Italia, la Fiat deve aumentare il valore implicito nei suoi modelli. Il trasferimento della produzione della nuova Panda da Tichy a Pomigliano sembra un primo passo, e però il leader della Fiat lo presenta come un gesto di generosità temeraria. È lo stabilimento campano a preoccupare o la consistenza economica del modello da produrre? Forse, nell’impresa del ritorno in patria, l’Alfa può dare un contributo non certo inferiore al marchio Fiat. La storia talvolta fa miracoli, se le mani sono adatte. La malandata Lamborghini, con Volkswagen, è diventata una macchina da soldi. La Mini è tornata grande con Bmw.

È possibile, tuttavia, che la Fiat pensi di impiegare diversamente le sue risorse. E sarebbe legittimo che facesse perfino dell’arbitraggio sugli aiuti pubblici: Obama ha staccato un assegno di 12 miliardi di dollari per Chrysler; dallo Stato italiano, ha detto Marchionne a Palazzo Chigi, sono arrivati solo 600 milioni di euro di contributi alla ricerca in 5 anni e 800 milioni nel 2009 per le rottamazioni e altro mentre il bilancio della cassa integrazione tra il 1999 e il 2009 presenta ancora un avanzo per l’Inps di 200 milioni. Certo, si dovrebbe ricordare che i dollari della Casa Bianca fronteggiano un fallimento, mentre la Fiat Auto ha avuto l’appoggio delle banche, della stessa Fiat spa, della famiglia Agnelli e del mercato in misura, alla fine, non inferiore. Per non parlare degli aiuti pubblici degli anni Novanta. Ma l’acqua passata non macina più. Bene. Se le cose stanno come sembra, la Fiat non tenga l’Alfa in questo stato al mero scopo di non avere un concorrente in casa. Non ripeta l’errore del 1986. La venda.

Re: Un articolo su Alfa che vale anche per Lancia?

Inviato: 18 gen 2010, 08:45
da PatTV
mah... secondo me comunque le parole di Marchionne sono preludio alla vendita di Alfa Romeo... lo fa per abituarci e per giustificare la cosa con un bel: io vi avevo avvertito...

Re: Un articolo su Alfa che vale anche per Lancia?

Inviato: 18 gen 2010, 13:02
da y5
Mah....secondo me....mi sbaglierò ....ma adotterà il sistema Fiat sia per Lancia che Alfa Romeo......

le farà morire piano piano.....fino alla scomparla....come per Innocenti e Autobianchi.

La Fiat è un mostro ...lo ha dimostrato fin dai tempi di Valletta con la Lancia nei tempi che furono.....

- mette i bastoni fra le ruote agli eventuali concorrenti in patria;
- compera i concorrenti pur non farli cadere in mano ad altri e poi.....se riesce li valorizza...se no li chiude.
- è una sanguisuga di soldi pubblici (nostre tasse) ...e se le cose vanno bene se li intasca.....se vanno male i problemi diventano degli italiani.

stiamo a vedere.

l'unico e vero problema sono i posti di lavoro.......degli italiani.

Avete letto questo? + Un articolo su Alfa che vale anche per Lancia?

Inviato: 19 gen 2010, 08:24
da PatTV
http://www.quattroruote.it/news/articol ... ice=224443

secondo me se quattroruote azzarda ipotesi di questo tipo sotto sotto qualcosa c'è..., vendono Alfa, Lancia la chiudono, ....

Re: Un articolo su Alfa che vale anche per Lancia?

Inviato: 19 gen 2010, 10:43
da gianfilo
L'articolo che ho postato è preso dal Corriere della Sera ed era il fondo di domenica scorsa, questo vuol dire che il principale giornale italiano prende una posizione netta per criticare la gestione di un pezzo di industria italiana. L'autore è Massimo Mucchetti, che oltre ad essere vicedirettore, è esperto di economia automobilistica avendo raccontato con molti particolari la vendita dell'Alfa a Fiat, criticato l'operazione Opel, studiato gli interventi dello stato Americano in Gm, etc. Insomma è indubbiamente uno dei giornalisti più autorevoli del settore.
Pensavo potremmo inviargli alcune email sollecitando un suo articolo anche su Lancia e sulla fusione con Chrysler. Basterebbe scrivere poche righe, partendo dal suo articolo sull'Alfa di domenica, per ricordargli che Fiat potrebbe 'uccidere' un altro pezzo di storia dell'industria automobilistica. Non credo otterremmo un articolo completo, ma magari accenni qua e là su Lancia. Che ne pensate? L'email è mmucchetti@corriere.it

Re: Un articolo su Alfa che vale anche per Lancia?

Inviato: 19 gen 2010, 17:05
da Gianluca
Mi trovi pienamente d'accordo, infatti gli ho scritto due righe. E' gratis, costa pochi minuti e le legge subito. B)

Re: Un articolo su Alfa che vale anche per Lancia?

Inviato: 19 gen 2010, 17:15
da PatTV
IO L'HO FATTO!

Re: Avete letto questo? + Un articolo su Alfa che vale anche per Lancia?

Inviato: 19 gen 2010, 19:46
da gianfilo
Oggi sul Corriere l'intera pagina 37 è dedicata al dibattito aperto su Alfa da Mucchetti. C'è pure un articolo dell'ineffabile Tedeschini (direttore di 4ruote) che inzia così: "Finalmente una discussione seria sul futuro dell'auto italiana". Ma pensate un pò........! E chi doveva aprirla la discussione se non la principale rivista del settore? E invece ovviamente arrivano a ricasco del Corriere dopo aver contribuito ad uccidere Lancia.
Ad ogni modo, dato che l'argomento è caldo, ho scritto una mail a Mucchetti che allego qui sotto. Invito tutti a inviargli due righe perchè non escludo il dibattito possa virare anche su Lancia.

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Carissimo Mucchetti,

la ringrazio per l'ottimo articolo su Alfa. Il suo fondo è al centro della discussione di moltissimi forum automobilistici italiani. Le chiedo però di non dimenticare l'altro pezzo di storia dell'industria automobilistica italiana: Lancia. Dopo anni di trascuratezza e di lassismo che ha portato Lancia dalle 320mila auto vendute l'anno dei primi '90, alle 120mila di oggi, si prospetta una strana fusione con Chrysler che farebbe sparire la casa di Chivasso da tutti i mercati europei tranne l'Italia. Una scelta scellerata se si esaminano di dati di vendita in Francia, Spagna, Belgio, Olanda, Grecia dove la pur disastrata Lancia di oggi vende molto più di Chrysler. Le parole di Marchionne "Lo sviluppo di Lancia va interpretato come uno sviluppo comune con Chrysler. Poco importa il logo che sarà sulle auto" non sono di grande conforto e spingono a pensare che il vero obiettivo oggi sia dimostrare che Chrysler è risanabile. Se il prezzo da pagare sarà la quasi morte di Lancia (come avvenne con Vauxhall nel Regno Unito) poco importa. E invece, caro Mucchetti, sarebbe un omicidio non solo per l'automobile, ma per l'intero 'made in Italy'. E la scelta si dimostrerebbe industrialmente scellerata, dato che ancora oggi basta mettere lo scudo Lancia su un'auto Fiat per vendere molto di più e con margini da vettura premium.
Una sua parola, un suo articolo sarebbero molto graditi da migliaia di appassionati.

Cordialmente

Filippo Guardascione
Roma

Re: Avete letto questo? + Un articolo su Alfa che vale anche per Lancia?

Inviato: 19 gen 2010, 21:02
da HFil
Bravo Gianfilo... anzi sei stato fin troppo "morbido",
ho appena letto i vari articoli ma soprattutto i 3-4 argomenti sbattutti in home di 4ruote sul gridare a gran voce "Fiat venda Alfa" Fiat venda Alfa" ripetuto a gran voce ormai ovunque, anche... quando ci sono articoli che parlando di Mini e PSA !!

Personalmente sono INDIGNATO da questo comportamento pro-alfista e miope dell'ed. Domus e della stampa italiana che annulla ancora una volta Lancia, come peraltro accaduto da 20 anni: mai nulla per Lancia. MAI. Hanno ridotto Lancia un marchio inferiore ad Alfa nella consapevolezza di nuove generazioni (quando la storia non è questa!) hanno lasciato (e anzi contribuito) perche Fiat si occupasse solo di Alfa deridendo costantemente Lancia... e mai una parola non solo su Lancia ma anche sul fatto OGGETTIVO che Alfa da FIat in questi anni ha avuto TUTTO, la famiglia completa di 159, 156 e 147 (togliendole dalle scatole le Lancia Delta, Prisma e Dedra che erano le reali madri), le meccaniche e telai ad hoc, 3 coupè, 2 spider, le trazioni integrali, le ammiraglie, persino robe fantasmagoriche come la 8C. Bene, lungi da me il voler a tutti i costi difendere Fiat che di errori certo ne ha fatti, ma NON SI PUO' DIRE che Fiat non si è impegnata su Alfa! Non si puo dire!
E SE partendo dalle Thema e Delta Integrali e "sul come eravamo" tutto quel ben di Dio fosse stato dato a Lancia??? oggi saremmo messi cosi?
E poi perche NON UNA parola sul fatto che Alfaromeo era UN FALLIMENTO per tutte le nostre tasche gia dagli anni 70, quando aveva perennemente con conti in rosso terribili mantenuta dagli italiani, con avventure d'ogni tipo, dalla nomea della qualita fino alla F1, che andavano sempre in modo disastroso? Allora che sta stampa da strapazzo la pianti di fare solo quello che qualcuno, club, appassionati, ecc gli consiglia di fare per proprio ritorno... dimenticandosi per strada pezzi di storia vera e cose che vanno dette.
Poi certo, qualcuno dirà che è anche il momento del centenario e quindi ci sta un occhio particolare... bene, anzi giusto perche Alfa è INDUBBIAMENTE un patrimonio nazionale da glorificare ed esaltare.... PECCATO pero' che la stessa cosa non l'ho vista appena pochi anni fa quando in quella situazione c'era un'altro marchio glorioso, patrimonio del paese e che si chiama Lancia e che è stato anche in questo completamente Ignorato! E la Lancia la chiusura l'ha rischiata davvero (anzi.. forse la rischia anche adesso)

Re: Avete letto questo? + Un articolo su Alfa che vale anche per Lancia?

Inviato: 19 gen 2010, 21:38
da Pierluigi T.
Intanto le adesioni al "Salvare la Lancia" sono già a 922, siamo molto più avanti di quanto ci proponevamo.
Da fine gennaio Le faremo pesare ai vari Tedeschini e C.