L'Astura cosiddetta "Bocca".
Inviato: 11 dic 2009, 23:27
Spesso quando passano gli anni i ricordi si confondono, la parola si inceppa e si finisce con il falsare qualcosa. Quando poi si riprende in mano lo studio degli eventi storici e ripetendo quell' errore, si crea una notizia falsa o un dato alterato.
Nel caso specifico più volte si è letto dell'esistenza di un modello dell'Astura, il cosiddetto tipo Bocca, particolarmente aerodinamico o con una calandra che ricordava una bocca aperta, così come alcune versione venivano definite "a prua di nave". Anche la pubblicazione Hachette cade in questo errore. Ma chi o cosa era questo Bocca: un modello d'auto? Un progettista? Una tipologia di calandra?
In realtà il Conte Franco Bocca era il direttore della filiale Lancia di Vercelli negli anni '30 ed i suoi 2 fratelli erano, rispettivamente, agente concessionario Lancia di Biella e dirigente nella filiale Lancia di Novara. I fratelli Bocca erano anche molto amici nonchè quasi compaesani di Vincenzo Lancia, che era appunto nato a Fobello. In quegli anni i direttori di filiale avevano stretti rapporti con la casa madre e con i carrozzieri e sapevano interpretare i gusti dei clienti ed a volte anche anticipare le mode. Fu proprio questo il caso: utilizzando il telaio III serie tipo 233C, a passo corto, i fratelli Bocca commissionarono una piccola serie di Astura cabriolet alla Pininfarina con l'intento di creare una vettura speciale per i loro clienti Lancia che erano principalmente moderni e dinamici, oltre che facoltosi: eleganza e sportività, un binomio vincente per la Lancia. Pininfarina, per la prima volta nella storia della carrozzeria italiana, abbandonò il classico radiatore a scudetto e lo nascose dietro ad un profilo aerodinamico, o almeno all'epoca era ritenuto tale. Questa novità non piacque per nulla a Vincenzo Lancia, molto tradizionalista, ma le auto furono esposte lo stesso al salone di Torino del 1936 e la versione lunga ebbe successo anche nei concorsi di eleganza, in particolare in quelli di Sanremo e di Torino del 1937. Il signore stempiato nella foto in b/n è il Conte Bocca. Si nota la pregevolezza degli interni, pur essendo una passo corto c'è spazio per 4 persone, con i sedili realizzati in pelle intrecciata in diagonale. Questa serie speciale corrisponde alla versione gran lusso di Pininfarina, con modanature in alluminio martellato sui parafanghi e sulle fiancate ed i caratteristici copriruota che simulano il moto delle ruote. Caratteristiche di queste vetture sono: il parabrezza diviso in due abbattibile, la decorazione del cofano che scivola sulla griglia della calandra ed i 4 fari. Non mi è dato di sapere quante auto furono prodotte, credo almeno 6, poichè gli archivi Pininfarina non sono al momento consultabili. Certo è che almeno una è sopravvissuta (foto a colori). Ritrovata in Inghilterra che era ridotta ad un rottame, fu acquistata dalla carrozzeria Pininfarina stessa. Il restauro durò 6 anni e fu terminato in tempo per esporre la vettura al 57° salone dell'automobile di Torino nel 1980, anno in cui si celebrarono i 50 anni di nascita dell'azienda. Ricordo che quando la vidi nello stand rimasi "a bocca aperta"!
Nel caso specifico più volte si è letto dell'esistenza di un modello dell'Astura, il cosiddetto tipo Bocca, particolarmente aerodinamico o con una calandra che ricordava una bocca aperta, così come alcune versione venivano definite "a prua di nave". Anche la pubblicazione Hachette cade in questo errore. Ma chi o cosa era questo Bocca: un modello d'auto? Un progettista? Una tipologia di calandra?
In realtà il Conte Franco Bocca era il direttore della filiale Lancia di Vercelli negli anni '30 ed i suoi 2 fratelli erano, rispettivamente, agente concessionario Lancia di Biella e dirigente nella filiale Lancia di Novara. I fratelli Bocca erano anche molto amici nonchè quasi compaesani di Vincenzo Lancia, che era appunto nato a Fobello. In quegli anni i direttori di filiale avevano stretti rapporti con la casa madre e con i carrozzieri e sapevano interpretare i gusti dei clienti ed a volte anche anticipare le mode. Fu proprio questo il caso: utilizzando il telaio III serie tipo 233C, a passo corto, i fratelli Bocca commissionarono una piccola serie di Astura cabriolet alla Pininfarina con l'intento di creare una vettura speciale per i loro clienti Lancia che erano principalmente moderni e dinamici, oltre che facoltosi: eleganza e sportività, un binomio vincente per la Lancia. Pininfarina, per la prima volta nella storia della carrozzeria italiana, abbandonò il classico radiatore a scudetto e lo nascose dietro ad un profilo aerodinamico, o almeno all'epoca era ritenuto tale. Questa novità non piacque per nulla a Vincenzo Lancia, molto tradizionalista, ma le auto furono esposte lo stesso al salone di Torino del 1936 e la versione lunga ebbe successo anche nei concorsi di eleganza, in particolare in quelli di Sanremo e di Torino del 1937. Il signore stempiato nella foto in b/n è il Conte Bocca. Si nota la pregevolezza degli interni, pur essendo una passo corto c'è spazio per 4 persone, con i sedili realizzati in pelle intrecciata in diagonale. Questa serie speciale corrisponde alla versione gran lusso di Pininfarina, con modanature in alluminio martellato sui parafanghi e sulle fiancate ed i caratteristici copriruota che simulano il moto delle ruote. Caratteristiche di queste vetture sono: il parabrezza diviso in due abbattibile, la decorazione del cofano che scivola sulla griglia della calandra ed i 4 fari. Non mi è dato di sapere quante auto furono prodotte, credo almeno 6, poichè gli archivi Pininfarina non sono al momento consultabili. Certo è che almeno una è sopravvissuta (foto a colori). Ritrovata in Inghilterra che era ridotta ad un rottame, fu acquistata dalla carrozzeria Pininfarina stessa. Il restauro durò 6 anni e fu terminato in tempo per esporre la vettura al 57° salone dell'automobile di Torino nel 1980, anno in cui si celebrarono i 50 anni di nascita dell'azienda. Ricordo che quando la vidi nello stand rimasi "a bocca aperta"!