OT, molto OT e molto lungo.... scusate
Inviato: 25 set 2009, 11:29
Ecco il famoso post preannunciato.
Inizio subito con una prefazione di "mi dispiace".
Mi dispiace e mi scuso con i moderatori ai quali sottopongo un notevole impegno ed ai quali lascio piena operatività in merito ed in qualsiasi caso ne capirei le motivazioni.
Mi dispiace affrontare un argomento che nasce da una frase riportata da Remo qualche giorno fa ed oltretutto inconsapevolmente "istigata" da Salvaroma e quindi si ripete l'accoppiata che aveva generato malintesi ad inizio settimana.
Su quest'ultima aggiungo la mia felicità nel vedere appianato il rapporto amichevole come vuole lo spirito alla base di questo forum.
Mi dispiace forse di più il fatto che vi sia un percepito distorto dalla realtà nella popolazione comune (non addetti ai lavori) come riporta Vince Mo per sentito dire.
Senza lasciarvi col fiato sospeso vi dico anche l'argomento: nella "rubbrica" buongiorno del 23 settembre, sforando un po' il tema del post, si è bonariamente affrontato una chiacchierata sulle mele. Sono abitante della Val di Non, come ormai è noto ai più, ed in qualità di persona appartenente all'organigramma di Melinda mi sento coinvolto ed in dovere di controbattere quanto riportato.
Non mi interessa la pubblicità, non è questo lo scopo di questo post, voglio piuttosto mettere a conoscenza di dati certi chi ha dubbi.
Continuando un attimo la prefazione voglio innanzi tutto dire che non sto additando nessuno e non voglio creare polemica qui dentro, non voglio accusare chi ha riportato frasi o “sentito dire” e spero che il tutto venga preso come semplice lettura quanto lo può essere un depliant di presentazione. Voglio anche precisare che capisco un’eventuale incomprensione sulla generalizzazione del prodotto da parte di chi da lontano guarda questa regione. Mi spiego meglio: nei post si parla di Melinda, posso capire che questo nome per molti indichi genericamente mele del Trentino ma voglio subito precisare che in Regione Trentino-Alto Adige si produce una enorme quantità di mele e per la gestione e commercializzazione esistono, oltre ad agricoltori privati, delle aggregazioni con nomi vari (Melinda, La Trentina, Marlene, Valvenosta ecc..). Vista da fuori può far sorridere questa distinzione che sottopongo ma in seguito spiego più in dettaglio la motivazione.
Non so qual è l’esatto lavoro di Remo, ritengo sia del settore frutticolo ma non so a che livello. Non so nemmeno chi è il fantomatico “agente di zona” (di qui) e con quali basi di conoscenza affronta l’argomento. Quello che posso dire è che consiglierei Remo a prendere un po’ tutto con le pinze quanto questo agente ha raccontato vista quantomeno la grande stronzata raccontata su Melinda.
Ribadisco che quanto scrivo è inerente solo all’argomento Melinda e non ha nulla a che vedere con altri produttori e cooperative anche operanti in Val di Non o regione.
Per portare a conoscenza Remo e quanti sono interessati voglio precisare che Melinda non è un’industria o una fabbrica ma un’aggregazione di coltivatori che rispondono a determinati requisiti ed impegni. E’ nata vent’anni fa inglobando 16 piccole cooperative di zona che a loro volta aggregavano una certa quantità di soci. In totale i soci ora sono circa 5.200. Queste mini-cooperative sono state aggregate nell’intenzione commerciale di proporre un determinato prodotto ed a tale scopo hanno aderito solo determinate tipologie di coltivazione e di soci. Melinda è la prima mela al mondo con Denominazione di Origine Protetta e la zona di produzione è confinata in un raggio di neanche una decina di chilometri dal centro valle. Posso assicurare che neanche un torsolo di mela marchiata Melinda può essere prodotto fuori da questi terreni e per ovvi motivi. Tanto per dare delle proporzioni il territorio Melinda sta al Trentino quanto un francobollo ad un foglio A4. Il primo fra tutti è l’interesse di mantenere un prodotto di determinata qualità impossibile da duplicare non a Ferrara ma già in Val d’Adige che sta qui a fianco ad un tiro di schioppo. La burocrazia, il disciplinare e le certificazioni che ogni socio deve gestire per poter avere questo “privilegio” sono enormi ed impossibili da scavalcare per non dire economicamente svantaggiose ed inutili da raggirare. La produzione di Melinda è più che sufficiente per il mercato che gestisce tanto che lo stoccaggio del commerciabile dura fin quasi al raccolto successivo con notevole dispendio di risorse ed energie ed un logico scarto crescente per le mele vendute tardivamente. Già da qui risulta incomprensibile il motivo per il quale si dovrebbe produrre di più e da altre parti. Qui da noi non vi sarebbero problemi per aumentare la produzione ma le regole sottoscritte impongono un quantitativo ad ettaro per poter mantenere determinate caratteristiche. Questo post è già notevolmente lungo e quindi vedo di concludere, vi sarà modo di approfondire se qualcuno è interessato. Ho premura solo di aggiungere il lato negativo o meglio ciò che i Vostri post hanno evidenziato. Come per ogni prodotto di elite vi è chi trova modo di riprodurlo in maniera truffaldina, succede ogni anno che si trovano mercati, mediatori ecc. che spacciano prodotti di un tipo per un altro sfruttando marchi e pubblicità noti. Un altro motivo di confusione sono i camion circolanti con il marchio stampato sul rimorchio. A titolo informativo assicuro che Melinda non possiede alcun camion, neanche un’apetta, tutto è gestito da autotrasportatori privati, I marchi che vedete stampati sui rimorchi sono lì solo a titolo pubblicitario dove l’autotrasportatore riceve un indennizzo, possono trasportare qualsiasi cosa anche mele di altri se lo ritengono opportuno.
Fermo qui questo poema pronto a rispondere ad eventuali domande se desiderate, Vi invito comunque a visitare il sito ufficiale dove troverete indicazioni in merito.
Cordiali saluti & grazie
Jack Fox
Inizio subito con una prefazione di "mi dispiace".
Mi dispiace e mi scuso con i moderatori ai quali sottopongo un notevole impegno ed ai quali lascio piena operatività in merito ed in qualsiasi caso ne capirei le motivazioni.
Mi dispiace affrontare un argomento che nasce da una frase riportata da Remo qualche giorno fa ed oltretutto inconsapevolmente "istigata" da Salvaroma e quindi si ripete l'accoppiata che aveva generato malintesi ad inizio settimana.
Su quest'ultima aggiungo la mia felicità nel vedere appianato il rapporto amichevole come vuole lo spirito alla base di questo forum.
Mi dispiace forse di più il fatto che vi sia un percepito distorto dalla realtà nella popolazione comune (non addetti ai lavori) come riporta Vince Mo per sentito dire.
Senza lasciarvi col fiato sospeso vi dico anche l'argomento: nella "rubbrica" buongiorno del 23 settembre, sforando un po' il tema del post, si è bonariamente affrontato una chiacchierata sulle mele. Sono abitante della Val di Non, come ormai è noto ai più, ed in qualità di persona appartenente all'organigramma di Melinda mi sento coinvolto ed in dovere di controbattere quanto riportato.
Non mi interessa la pubblicità, non è questo lo scopo di questo post, voglio piuttosto mettere a conoscenza di dati certi chi ha dubbi.
Continuando un attimo la prefazione voglio innanzi tutto dire che non sto additando nessuno e non voglio creare polemica qui dentro, non voglio accusare chi ha riportato frasi o “sentito dire” e spero che il tutto venga preso come semplice lettura quanto lo può essere un depliant di presentazione. Voglio anche precisare che capisco un’eventuale incomprensione sulla generalizzazione del prodotto da parte di chi da lontano guarda questa regione. Mi spiego meglio: nei post si parla di Melinda, posso capire che questo nome per molti indichi genericamente mele del Trentino ma voglio subito precisare che in Regione Trentino-Alto Adige si produce una enorme quantità di mele e per la gestione e commercializzazione esistono, oltre ad agricoltori privati, delle aggregazioni con nomi vari (Melinda, La Trentina, Marlene, Valvenosta ecc..). Vista da fuori può far sorridere questa distinzione che sottopongo ma in seguito spiego più in dettaglio la motivazione.
Non so qual è l’esatto lavoro di Remo, ritengo sia del settore frutticolo ma non so a che livello. Non so nemmeno chi è il fantomatico “agente di zona” (di qui) e con quali basi di conoscenza affronta l’argomento. Quello che posso dire è che consiglierei Remo a prendere un po’ tutto con le pinze quanto questo agente ha raccontato vista quantomeno la grande stronzata raccontata su Melinda.
Ribadisco che quanto scrivo è inerente solo all’argomento Melinda e non ha nulla a che vedere con altri produttori e cooperative anche operanti in Val di Non o regione.
Per portare a conoscenza Remo e quanti sono interessati voglio precisare che Melinda non è un’industria o una fabbrica ma un’aggregazione di coltivatori che rispondono a determinati requisiti ed impegni. E’ nata vent’anni fa inglobando 16 piccole cooperative di zona che a loro volta aggregavano una certa quantità di soci. In totale i soci ora sono circa 5.200. Queste mini-cooperative sono state aggregate nell’intenzione commerciale di proporre un determinato prodotto ed a tale scopo hanno aderito solo determinate tipologie di coltivazione e di soci. Melinda è la prima mela al mondo con Denominazione di Origine Protetta e la zona di produzione è confinata in un raggio di neanche una decina di chilometri dal centro valle. Posso assicurare che neanche un torsolo di mela marchiata Melinda può essere prodotto fuori da questi terreni e per ovvi motivi. Tanto per dare delle proporzioni il territorio Melinda sta al Trentino quanto un francobollo ad un foglio A4. Il primo fra tutti è l’interesse di mantenere un prodotto di determinata qualità impossibile da duplicare non a Ferrara ma già in Val d’Adige che sta qui a fianco ad un tiro di schioppo. La burocrazia, il disciplinare e le certificazioni che ogni socio deve gestire per poter avere questo “privilegio” sono enormi ed impossibili da scavalcare per non dire economicamente svantaggiose ed inutili da raggirare. La produzione di Melinda è più che sufficiente per il mercato che gestisce tanto che lo stoccaggio del commerciabile dura fin quasi al raccolto successivo con notevole dispendio di risorse ed energie ed un logico scarto crescente per le mele vendute tardivamente. Già da qui risulta incomprensibile il motivo per il quale si dovrebbe produrre di più e da altre parti. Qui da noi non vi sarebbero problemi per aumentare la produzione ma le regole sottoscritte impongono un quantitativo ad ettaro per poter mantenere determinate caratteristiche. Questo post è già notevolmente lungo e quindi vedo di concludere, vi sarà modo di approfondire se qualcuno è interessato. Ho premura solo di aggiungere il lato negativo o meglio ciò che i Vostri post hanno evidenziato. Come per ogni prodotto di elite vi è chi trova modo di riprodurlo in maniera truffaldina, succede ogni anno che si trovano mercati, mediatori ecc. che spacciano prodotti di un tipo per un altro sfruttando marchi e pubblicità noti. Un altro motivo di confusione sono i camion circolanti con il marchio stampato sul rimorchio. A titolo informativo assicuro che Melinda non possiede alcun camion, neanche un’apetta, tutto è gestito da autotrasportatori privati, I marchi che vedete stampati sui rimorchi sono lì solo a titolo pubblicitario dove l’autotrasportatore riceve un indennizzo, possono trasportare qualsiasi cosa anche mele di altri se lo ritengono opportuno.
Fermo qui questo poema pronto a rispondere ad eventuali domande se desiderate, Vi invito comunque a visitare il sito ufficiale dove troverete indicazioni in merito.
Cordiali saluti & grazie
Jack Fox