THIENDOU (lunghetto)
Inviato: 17 ago 2009, 21:48
THIENDOU
è il nome di un ragazzo senegalese conosciuto sulla spiaggia questa estate, 38 anni, due figli, un bambino di 8 anni e una bambina di 5, quest'ultima non ha mai visto il suo papa'.
THIENDOU
è ovviamente clandestino ormai da anni, vive a Verona, dove ha la sua "bancarella" ovviamente abusiva davanti ad un supermercato, il direttore e' diventato suo amico (cosa veramente facile) e lo lascia sostare senza problemi. In Estate lavora sulla spiaggia dove vende occhiali e borse ovviamente contraffatte. E si vergogna di questo.
THIENDOU
è un orafo, nel suo paese la sua famiglia lavora l'oro, e' abile, conosce bene le lavorazioni, i macchinari, ma questo non gli ha permesso di arricchirsi e di poter mantenere in modo decoroso la sua famiglia standogli vicino,
THIENDOU
e' una persona colta, conosce le leggi che non gli consentono di essere regolare e capisce che i clandestini che commettono reati li commettono sempre doppi, contro le loro vittime e contro chi, come THIENDOU e' venuto in Italia per lavorare e per far sopravvivere i suoi cari.
Come le decine di "vu cumpra'" che si aggirano sulla spiaggia, un giorno si e' avvicinato al nostro ombrellone, non ci ha chiesto se volevamo comprare qualcosa proponendo la sua merce, ci ha semplicemente salutati, molto cordialmente, e al nostro rifiuto, ormai meccanico, ai suoi articoli, si e' scusato e ci ha salutati, sempre cordialmente.
La sera, al suo ritorno, l'ho salutato pure io e si e' fermato a scambiare quattro chiacchiere senza nemmeno proporre la sua mercanzia.
Mi ha raccontato la sua storia, a volte con gli occhi velati di lacrime, dei suoi bambini, della legge Bossi-Fini, di suo papa' che era morto la sera prima e che non poteva raggiungere in Senegal neanche per l'ultimo saluto, non voleva lavorare quel giorno ma poi ha cambiato idea, dicendo che preferiva stare con i suoi amici sulla spiaggia, e per amici non intendeva i suoi "colleghi" ma bensì noi, la gente che era allegra e spensierata sulla spiaggia.
mi ha spiegato che lavorando sulla spiaggia riesce a guadagnare fino a 1000/1200 euro al mese e tolte le spese riesce a mandarne circa 400 ogni mese in Senegal, piu' di quello che guadagna un operaio nella sua terra. Ma i sacrifici sono veramente enormi, alcuni per me addirittura esagerati come lo star lontano per anni dalla famiglia.
Ogni giorno ci ha salutato e ogni sera mi sono fermato molto volentieri a parlare con lui.
L'ultimo giorno, prima della mia partenza ha voluto regalarmi un paio di occhiali, io ho rifiutato ma lui ha insistito e mi ha detto una cosa speciale, che non mi sarei mai aspettato da una persona nelle sue condizioni, sopratutto rivolgendosi a chi sicuramente sta meglio di lui e posso garantirvi che non ci vuole molto:
quando ho rifiutato gli ho detto che era meglio se gli occhiali li vendeva a qualcuno, cosi quadagnava qualcosa,
lui mi ha risposto: " i soldi non valgono niente, valgono le persone"
Se un giorno potro' aiutarlo, in qualsiasi modo, lo faro'.
Vixmi
è il nome di un ragazzo senegalese conosciuto sulla spiaggia questa estate, 38 anni, due figli, un bambino di 8 anni e una bambina di 5, quest'ultima non ha mai visto il suo papa'.
THIENDOU
è ovviamente clandestino ormai da anni, vive a Verona, dove ha la sua "bancarella" ovviamente abusiva davanti ad un supermercato, il direttore e' diventato suo amico (cosa veramente facile) e lo lascia sostare senza problemi. In Estate lavora sulla spiaggia dove vende occhiali e borse ovviamente contraffatte. E si vergogna di questo.
THIENDOU
è un orafo, nel suo paese la sua famiglia lavora l'oro, e' abile, conosce bene le lavorazioni, i macchinari, ma questo non gli ha permesso di arricchirsi e di poter mantenere in modo decoroso la sua famiglia standogli vicino,
THIENDOU
e' una persona colta, conosce le leggi che non gli consentono di essere regolare e capisce che i clandestini che commettono reati li commettono sempre doppi, contro le loro vittime e contro chi, come THIENDOU e' venuto in Italia per lavorare e per far sopravvivere i suoi cari.
Come le decine di "vu cumpra'" che si aggirano sulla spiaggia, un giorno si e' avvicinato al nostro ombrellone, non ci ha chiesto se volevamo comprare qualcosa proponendo la sua merce, ci ha semplicemente salutati, molto cordialmente, e al nostro rifiuto, ormai meccanico, ai suoi articoli, si e' scusato e ci ha salutati, sempre cordialmente.
La sera, al suo ritorno, l'ho salutato pure io e si e' fermato a scambiare quattro chiacchiere senza nemmeno proporre la sua mercanzia.
Mi ha raccontato la sua storia, a volte con gli occhi velati di lacrime, dei suoi bambini, della legge Bossi-Fini, di suo papa' che era morto la sera prima e che non poteva raggiungere in Senegal neanche per l'ultimo saluto, non voleva lavorare quel giorno ma poi ha cambiato idea, dicendo che preferiva stare con i suoi amici sulla spiaggia, e per amici non intendeva i suoi "colleghi" ma bensì noi, la gente che era allegra e spensierata sulla spiaggia.
mi ha spiegato che lavorando sulla spiaggia riesce a guadagnare fino a 1000/1200 euro al mese e tolte le spese riesce a mandarne circa 400 ogni mese in Senegal, piu' di quello che guadagna un operaio nella sua terra. Ma i sacrifici sono veramente enormi, alcuni per me addirittura esagerati come lo star lontano per anni dalla famiglia.
Ogni giorno ci ha salutato e ogni sera mi sono fermato molto volentieri a parlare con lui.
L'ultimo giorno, prima della mia partenza ha voluto regalarmi un paio di occhiali, io ho rifiutato ma lui ha insistito e mi ha detto una cosa speciale, che non mi sarei mai aspettato da una persona nelle sue condizioni, sopratutto rivolgendosi a chi sicuramente sta meglio di lui e posso garantirvi che non ci vuole molto:
quando ho rifiutato gli ho detto che era meglio se gli occhiali li vendeva a qualcuno, cosi quadagnava qualcosa,
lui mi ha risposto: " i soldi non valgono niente, valgono le persone"
Se un giorno potro' aiutarlo, in qualsiasi modo, lo faro'.
Vixmi