Le ferrarine di Lambrate.
Inviato: 12 ago 2009, 19:24
Ci fu un periodo del secolo scorso in cui la passione per l'auto sportiva prevalicò la razionalità degli imprenditori, una sorta di "golden age" che possiamo collocare tra il 1958 ed il 1964. Quegli anni di transizione e di ricerca vedevano sul mercato italiano delle sportive l'assoluto predominio di Enzo Ferrari con le sue auto potenti, ma costose. La Maserati, raggiunto un importante palmarès nelle corse, stava riscuotendo il suo primo successo industriale con la 3500 GT e l'Abarth, trasformando le vetturette di serie, rendeva accessibile ai meno facoltosi il brivido delle competizioni. In mezzo non c'era nulla e fu così che molti imprenditori forti del boom economico si lanciarono alla ricerca della quadratura del cerchio: costruire un'auto sportiva, potente, elegante e con un prezzo non esorbitante. Tutto iniziò al salone di Torino del 1961, quando un ventitreenne Giorgetto Giugiaro presentò nello stand bertone un piccolo coupè con motore da 1000cc, prototipo di una futura serie di piccole Ferrari che il Drake non si decise mai a produrre perchè pensava di svilire il marchio. Il dado era tratto ed i "cumenda cui danè" si misero subito al lavoro per costruirla. Il caso volle che i maggiori sforzi si concentrassero a Lambrate, area industriale milanese patria della Lambretta e dell'indotto elettrico, meccanico e chimico.
Fu qui che nel 1962 un importante industriale del settore chimico, per assecondare le mire in campo automobilistico del figlio, decise di fondare l’ASA e di nominarlo presidente. Ma siccome non avevano mai costruito automobili, i telai ed il motore vennero forniti dalla Ferrari e la Bertone si occupò di stampare la carrozzeria ed assemblare la vettura su licenza. Ed essendo agli inizi, si decise anche di appoggiarsi alla rete di vendita ufficiale della Ferrari. La prima vettura fu ultimata nel 1963 e nello stesso anno fu presentata a Ginevra la versione spider, identica nella meccanica, ma con la carrozzeria in fiber-glass. L’auto aveva tutte le carte in regola: il motore da 1032cc che con due carburatori doppio corpo erogava 91 CV, fu progettato da Carlo Chiti, mentre il telaio con sezione ovale fu progettato da Giotto Bizzarrini, padre della Testarossa e della GTO. Prezzo: 2.520.000 lire dell’epoca, praticamente uno sproposito e non aveva nemmeno il cavallino sul cofano!
Fu proprio questo il motivo dell’insuccesso e nel 1967, dopo 120 pezzi, 6 dei quali in versione spider, l’ASA fallì e si vendettero all’asta anche le vetture incomplete. Oggi quei modelli superstiti sono conservati in provincia di Torino. Le GT e le spider sono valutate intorno ai 60mila €.
A Lambrate, proprio di fronte agli stabilimenti ASA, c’era la Innocenti, dove già nel 1960 veniva costruita la Austin A40 su licenza. Anche alla Innocenti si fecero ammaliare dall'idea piccolo coupè sportivo. Partiti nel 1963, già qualche mese dopo si resero conto che industrializzare un prototipo non era cosa da poco: Giugiaro fu costretto a rivedere i disegni, il telaio fu rifatto perchè la direzione tecnica voleva solo scocche portanti, il motore doveva essere un 12 cilindri, ma poi ci si accontentò di sei dimezzando un V12 Ferrari e portando la cilindrata a 1788cc. I cavalli c’erano, ben 156 e l'abitabilità era da vera 2+2 con un discreto bagagliaio. Ma terminato il nuovo prototipo, all'inizio del 1964 fu deciso di non avviare la produzione: l'entusiasmo era sfumato e nel frattempo i costi ed i dubbi sulle proprie capacità erano cresciuti. Ferrari venne pagato per il disturbo ed i disegni finirono in un cassetto. Peccato, perchè l'auto meritava davvero. Il prototipo è conservato presso il museo Panini di Modena.
Fu qui che nel 1962 un importante industriale del settore chimico, per assecondare le mire in campo automobilistico del figlio, decise di fondare l’ASA e di nominarlo presidente. Ma siccome non avevano mai costruito automobili, i telai ed il motore vennero forniti dalla Ferrari e la Bertone si occupò di stampare la carrozzeria ed assemblare la vettura su licenza. Ed essendo agli inizi, si decise anche di appoggiarsi alla rete di vendita ufficiale della Ferrari. La prima vettura fu ultimata nel 1963 e nello stesso anno fu presentata a Ginevra la versione spider, identica nella meccanica, ma con la carrozzeria in fiber-glass. L’auto aveva tutte le carte in regola: il motore da 1032cc che con due carburatori doppio corpo erogava 91 CV, fu progettato da Carlo Chiti, mentre il telaio con sezione ovale fu progettato da Giotto Bizzarrini, padre della Testarossa e della GTO. Prezzo: 2.520.000 lire dell’epoca, praticamente uno sproposito e non aveva nemmeno il cavallino sul cofano!
Fu proprio questo il motivo dell’insuccesso e nel 1967, dopo 120 pezzi, 6 dei quali in versione spider, l’ASA fallì e si vendettero all’asta anche le vetture incomplete. Oggi quei modelli superstiti sono conservati in provincia di Torino. Le GT e le spider sono valutate intorno ai 60mila €.
A Lambrate, proprio di fronte agli stabilimenti ASA, c’era la Innocenti, dove già nel 1960 veniva costruita la Austin A40 su licenza. Anche alla Innocenti si fecero ammaliare dall'idea piccolo coupè sportivo. Partiti nel 1963, già qualche mese dopo si resero conto che industrializzare un prototipo non era cosa da poco: Giugiaro fu costretto a rivedere i disegni, il telaio fu rifatto perchè la direzione tecnica voleva solo scocche portanti, il motore doveva essere un 12 cilindri, ma poi ci si accontentò di sei dimezzando un V12 Ferrari e portando la cilindrata a 1788cc. I cavalli c’erano, ben 156 e l'abitabilità era da vera 2+2 con un discreto bagagliaio. Ma terminato il nuovo prototipo, all'inizio del 1964 fu deciso di non avviare la produzione: l'entusiasmo era sfumato e nel frattempo i costi ed i dubbi sulle proprie capacità erano cresciuti. Ferrari venne pagato per il disturbo ed i disegni finirono in un cassetto. Peccato, perchè l'auto meritava davvero. Il prototipo è conservato presso il museo Panini di Modena.