Dimissioni (lungo, prolisso quasi palloso)
Inviato: 13 lug 2009, 10:53
Oggi ho presentato le dimissioni (ma non facevi il fotografo? Si, ma, il negozio è di Beatrice, e, di questi tempi un’entrata in più non è che faccia poi schifo, quindi, la mattina lavoro in un ufficio).
Questo mio gesto, letto così, a freddo, potrebbe apparire come un insulto a chi di lavoro non ne ha e ne cerca disperatamente. Non vuol’esserlo, assolutamente. Ed allora vi chiederete, chissenefrega, a chi importa?
Mah, forse a pochi, forse a nessuno forse a molti, a me di sicuro.
Sarà solo scaramanzia o che altro, ma, ogni qual volta ho condiviso con il forum gli accadimenti della mia vita, m’è sempre andata bene, e, quindi, perché modificare o sfidare il fato? Non che sia credente, bigotto o m’avvalga di maghi o pozioni, ma sapete, quel minimo di “credulonità” l’ho pur io.
Dimissioni.
Dimissioni significa chiudere la porta d’un luogo, in cui, nel bene o nel male, ci si sta’ abbastanza bene. Significa, nella maggior parte dei casi, di fare un bel salto nel vuoto, considerato soffro di vertigini capirete che significa ciò. Significa cambiare, magari di poco, ma cambiare la propria vita.
Dovrei esserne, almeno in parte, abituato, ma ci si abitua mai del tutto a ciò?
La prima volta, quando decisi, complice una convalescenza durata, ininterrottamente, due anni, di “farmi congedare” dall’Arma dei Carabinieri fu assai dura. Lasciare l’Arma, il grado di Maresciallo con la prospettiva, assai concreta, di fare il corso Ufficiali, lasciare un posto di lavoro blindatissimo, in cui, francamente, poco si faceva, almeno dov’ero io!, è stata durissima, una scelta molto ardua soprattutto perché andavo a fare il capo di me stesso e, quindi, senza troppe certezze, tranne le mie capacità.
Anni dopo, scoperto che lo Stato non è poi così munifico con chi lavora per se stesso, trovato un amico che aveva bisogno d’una mano, ho chiuso la mia ditta e sono andato a lavorare per il nuovo “capo”.
Le vicissitudini della vita, hanno fatto, poi, sì che il “capo” mollasse l’azienda ad altri. Ed io con l’azienda. Ma qui il clima non è quello che c’era con il “capo”, nonostante le belle promesse. Mi sono stufato, non mi diverto più e, quindi, vengo al lavoro di malavoglia, solo per il senso del dovere, antico retaggio dell’Arma.
Ora il “capo” m’ha chiesto d’aiutarlo nuovamente.
Ha rilevato una piccola azienda che costruisce, tre le altre cose, campi di calcio ed atletica in materiale sintetico, asfalta le autostrade ecc. Bene, lui ha bisogno d’una persona che gli riorganizzi l’ufficio, da capo a piedi. Rivedere ed aggiornare le procedure, l’assegnazione dei lavori, la gestione ed il tratto con i clienti eccetera eccetera.
Ho fatto presto a fare due più due, qui mi rompo, con lui mi piace lavorare, è strano e un po’ lunatico, ma se lo conosci lo “eviti”, so cosa vuole che faccia là dentro ancora prima ch’io c’entri e quindi…… vado!
Poi, il cambiare, stimola un casino, forse occorrerebbe una legge che imponesse, soprattutto ai dipendenti pubblici di quegli uffici lumaca delle nostre care amministrazioni, il cambio di mansioni ogni due anni, no licenziamenti, no, solo cambio, sarebbe una sferzata di novità che darebbe una mossa al sistema, una mossa di quelle positive. Non me ne vogliano gli impiegati statali, come detto prima, lo sono stato per dodici anni anch’io.
Starò qui ancora un po’, il preavviso, ma tra ferie non godute ed altro non credo sarà poi così gravoso. Dopo le ferie inizierò la nuova avventura sperando sia una bella avventura, sempre e comunque conscio di quello che valgo, di quello che posso e so fare e dei miei limiti.
Il fine ultimo è sempre quello, un giorno, di restare a tempo pieno dentro il negozio con Beatrice, ma perché questo accada, il nostro caro Stato dovrebbe darci un mano, no, una manona da gigante, e…….
No politica in questo mio post, solo amicizia, la vostra, e buona volontà, la mia.
See U.
M.
Questo mio gesto, letto così, a freddo, potrebbe apparire come un insulto a chi di lavoro non ne ha e ne cerca disperatamente. Non vuol’esserlo, assolutamente. Ed allora vi chiederete, chissenefrega, a chi importa?
Mah, forse a pochi, forse a nessuno forse a molti, a me di sicuro.
Sarà solo scaramanzia o che altro, ma, ogni qual volta ho condiviso con il forum gli accadimenti della mia vita, m’è sempre andata bene, e, quindi, perché modificare o sfidare il fato? Non che sia credente, bigotto o m’avvalga di maghi o pozioni, ma sapete, quel minimo di “credulonità” l’ho pur io.
Dimissioni.
Dimissioni significa chiudere la porta d’un luogo, in cui, nel bene o nel male, ci si sta’ abbastanza bene. Significa, nella maggior parte dei casi, di fare un bel salto nel vuoto, considerato soffro di vertigini capirete che significa ciò. Significa cambiare, magari di poco, ma cambiare la propria vita.
Dovrei esserne, almeno in parte, abituato, ma ci si abitua mai del tutto a ciò?
La prima volta, quando decisi, complice una convalescenza durata, ininterrottamente, due anni, di “farmi congedare” dall’Arma dei Carabinieri fu assai dura. Lasciare l’Arma, il grado di Maresciallo con la prospettiva, assai concreta, di fare il corso Ufficiali, lasciare un posto di lavoro blindatissimo, in cui, francamente, poco si faceva, almeno dov’ero io!, è stata durissima, una scelta molto ardua soprattutto perché andavo a fare il capo di me stesso e, quindi, senza troppe certezze, tranne le mie capacità.
Anni dopo, scoperto che lo Stato non è poi così munifico con chi lavora per se stesso, trovato un amico che aveva bisogno d’una mano, ho chiuso la mia ditta e sono andato a lavorare per il nuovo “capo”.
Le vicissitudini della vita, hanno fatto, poi, sì che il “capo” mollasse l’azienda ad altri. Ed io con l’azienda. Ma qui il clima non è quello che c’era con il “capo”, nonostante le belle promesse. Mi sono stufato, non mi diverto più e, quindi, vengo al lavoro di malavoglia, solo per il senso del dovere, antico retaggio dell’Arma.
Ora il “capo” m’ha chiesto d’aiutarlo nuovamente.
Ha rilevato una piccola azienda che costruisce, tre le altre cose, campi di calcio ed atletica in materiale sintetico, asfalta le autostrade ecc. Bene, lui ha bisogno d’una persona che gli riorganizzi l’ufficio, da capo a piedi. Rivedere ed aggiornare le procedure, l’assegnazione dei lavori, la gestione ed il tratto con i clienti eccetera eccetera.
Ho fatto presto a fare due più due, qui mi rompo, con lui mi piace lavorare, è strano e un po’ lunatico, ma se lo conosci lo “eviti”, so cosa vuole che faccia là dentro ancora prima ch’io c’entri e quindi…… vado!
Poi, il cambiare, stimola un casino, forse occorrerebbe una legge che imponesse, soprattutto ai dipendenti pubblici di quegli uffici lumaca delle nostre care amministrazioni, il cambio di mansioni ogni due anni, no licenziamenti, no, solo cambio, sarebbe una sferzata di novità che darebbe una mossa al sistema, una mossa di quelle positive. Non me ne vogliano gli impiegati statali, come detto prima, lo sono stato per dodici anni anch’io.
Starò qui ancora un po’, il preavviso, ma tra ferie non godute ed altro non credo sarà poi così gravoso. Dopo le ferie inizierò la nuova avventura sperando sia una bella avventura, sempre e comunque conscio di quello che valgo, di quello che posso e so fare e dei miei limiti.
Il fine ultimo è sempre quello, un giorno, di restare a tempo pieno dentro il negozio con Beatrice, ma perché questo accada, il nostro caro Stato dovrebbe darci un mano, no, una manona da gigante, e…….
No politica in questo mio post, solo amicizia, la vostra, e buona volontà, la mia.
See U.
M.