La Ferrari 166 MM di Gianni Agnelli.

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Correva l'anno 1949 ed il giovane Gianni Agnelli, fresco di nomina alla presidenza della Fiat, si godeva la vita e la sua nuova auto. Presentata al salone di Torino l'anno prima, la 166 barchetta era l'auto sportiva del momento. Oltre a vestire una carrozzeria Touring, uno dei capolavori dell'ing. Anderloni, vinse la Mille Miglia del 1949 con l'equipaggio Bonetto/Cassani e la 24 ore di Le Mans, prima vittoria in assoluto su quel circuito, guidata da Luigi Chinetti che diventerà a fine carriera il primo importatore Ferrari negli USA.
La vetturetta di 680Kg era spinta da un due litri V12 da 140CV, grazie a 3 Weber 32DCF e sfiorava i 220 Km/h.
Ma la 166 non fu il solo modo per uccidere la noia di quell'estate, tra un drink a Portofino ed un giretto a Saint-Tropez. Nella riseria di famiglia, la Tenuta Veneria di Lignana (VC), una troupe cinematografica stava girando un film (Riso amaro) ed una delle attrici era veramente degna nota e non soltanto per le sue doti recitative: Silvana Mangano. Il giovane Agnelli, 28 anni lui e 19 lei, si presenta più volte sul set al volante del suo spider bicolore verde e blu, adoperando tutto il suo charme per farla cedere, ma senza successo.
L'auto fu venduta l'anno dopo ed arrivò di terza mano in Belgio nel 1953. Dopo aver partecipato anche con successo a delle competizioni per vetture di serie, cambia di nuovo proprietario, finchè il signor Swaters, importatore Ferrari locale, nel 1966 la ritira in permuta per una nuova Ferrari e decide di tenerla per sè. In seguito ad un accurato restauro, riacquista i colori originali ed fa ancora parte oggi della sua collezione.