Le Alfa Romeo 6C del regime.
Le Alfa Romeo 6C del regime.
Quando l'Alfa Romeo era considerata la vera auto sportiva italiana, gli uomini del regime non seppero farne a meno. Primo fra tutti il Cav. Benito, uomo prestazionale e puntiglioso fino alla noia, tanto che scrisse al Sig. Romeo per lamentarsi che molte delle componenti erano di marca straniera concludendo con un "...non sappiamo forse anche noi produrre simili apparecchiature?". Grande estimatore dell'Alfa nonostante tutto, anche se prese la patente a 39 anni, fu molto corteggiato dalla casa del Portello che, in occasione dell'uscita di ogni nuovo modello, inviava a Roma il collaudatore ufficiale Giancarlo Guidotti per farglielo provare in anteprima. E di 6C Mussolini ne ebbe ben 6, tanto per non smentirsi con i numeri!
Le prime erano due prima serie, una torpedo ministeriale 1928 ed una GT 1750 Zagato spider 1929. La terza fu una 2300B Touring spider del 1935, l'esemplare rappresentato nelle foto. Quest'auto ha una storia interessante: innanzitutto era veramente la sua auto personale, che spesso spingeva oltre i 120Km/h sull'Aurelia per raggiungere l'amante al mare e poi perchè ebbe anche un glorioso passato sportivo, in quanto arrivò 4° assoluta alla Mille Miglia del 1937 guidata da Ercole Boratto, autista personale del Duce ed ex-collaudatore dell'Alfa Romeo e dal fido Guidotti. L'auto è ovviamente una fuoriserie (Touring n°1910), costruita su telaio a passo corto e verniciata di un color rosso fegato che diventò di moda in quegli anni. Il motore 2309cc 6C era un progetto di Vittorio Jano, alternativo al possente 2900cc 8C, ottenuto riducendone la cubatura. Esprimeva 95 CV invece dei 68 dei modelli di serie.
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Le prime erano due prima serie, una torpedo ministeriale 1928 ed una GT 1750 Zagato spider 1929. La terza fu una 2300B Touring spider del 1935, l'esemplare rappresentato nelle foto. Quest'auto ha una storia interessante: innanzitutto era veramente la sua auto personale, che spesso spingeva oltre i 120Km/h sull'Aurelia per raggiungere l'amante al mare e poi perchè ebbe anche un glorioso passato sportivo, in quanto arrivò 4° assoluta alla Mille Miglia del 1937 guidata da Ercole Boratto, autista personale del Duce ed ex-collaudatore dell'Alfa Romeo e dal fido Guidotti. L'auto è ovviamente una fuoriserie (Touring n°1910), costruita su telaio a passo corto e verniciata di un color rosso fegato che diventò di moda in quegli anni. Il motore 2309cc 6C era un progetto di Vittorio Jano, alternativo al possente 2900cc 8C, ottenuto riducendone la cubatura. Esprimeva 95 CV invece dei 68 dei modelli di serie.
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Re: Le Alfa Romeo 6C del regime.
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Con lo scoppio della guerra, l’auto rimase nel garage di villa Torlonia, Mussolini ormai si spostava solo scortato e spesso non si muoveva nemmeno da palazzo Venezia. Nel dopoguerra fu portata negli Stati Uniti e laggiù rimase, finchè il proprietario si decise a farla restaurare da uno specialista italiano. L’auto era ancora in condizioni originali, tealio n°700.635, compresa la targa e la placca di iscrizione al Reale Automobil Club Italiano. Rimessa magnificamente a nuovo, la sfoggiò ancora un pò e poi si decise a metterla all’asta in Inghilterra. Nel primo incanto rimase invenduta, complici la richiesta di 1.5 milioni di dollari e l’incertezza sull’originalità. Ma gli esperti della casa di Cheltenham non si diedero per vinti e la riproposero nella primavera del 2008 battendola col martelletto per mezzo milione di sterline (circa 635.000€), record della casa. L’anonimo collezionista britannico che se l’è aggiudicata si è anche concesso di vincere il primo premio della sua categoria al concorso d’eleganza di Pebble beach.
Con lo scoppio della guerra, l’auto rimase nel garage di villa Torlonia, Mussolini ormai si spostava solo scortato e spesso non si muoveva nemmeno da palazzo Venezia. Nel dopoguerra fu portata negli Stati Uniti e laggiù rimase, finchè il proprietario si decise a farla restaurare da uno specialista italiano. L’auto era ancora in condizioni originali, tealio n°700.635, compresa la targa e la placca di iscrizione al Reale Automobil Club Italiano. Rimessa magnificamente a nuovo, la sfoggiò ancora un pò e poi si decise a metterla all’asta in Inghilterra. Nel primo incanto rimase invenduta, complici la richiesta di 1.5 milioni di dollari e l’incertezza sull’originalità. Ma gli esperti della casa di Cheltenham non si diedero per vinti e la riproposero nella primavera del 2008 battendola col martelletto per mezzo milione di sterline (circa 635.000€), record della casa. L’anonimo collezionista britannico che se l’è aggiudicata si è anche concesso di vincere il primo premio della sua categoria al concorso d’eleganza di Pebble beach.
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Re: Le Alfa Romeo 6C del regime.
Grazie PG : le auto importanti possono raccontare pagine di storia.
Se non erro il Cav. alla fine di aprile del 45 fece anche l'ultimo viaggio della sua vita lungo il lago di Como su una A.R. : sapresti dirci che modello era e se era sua personale o della RSI ? Grazie
Se non erro il Cav. alla fine di aprile del 45 fece anche l'ultimo viaggio della sua vita lungo il lago di Como su una A.R. : sapresti dirci che modello era e se era sua personale o della RSI ? Grazie
Re: Le Alfa Romeo 6C del regime.
Sugli ultimi suoi 3 giorni di vita si è detto di tutto, di più ed il contrario di tutto. Recentemente l'Istituto di medicina legale di Pavia ha smentito anche la farsesca autopsia che fu condotta a Milano, rivelando i particolari volutamente omessi.
La composizione dell'autocolonna al momento della cattura dà per certo la presenza di un autoblindato Fiat 611, un'Astura berlina, un'Artena berlina ed una Fiat 6C a gassogeno, il resto è tutt'ora ammantato nella leggenda. Secondo quanto scritto da Quinto Navarra, cameriere ed autista di Mussolini, nel suo memoriale recentemente ristampato, la colonna che abbandonò Gargnano per recarsi a Milano alle 00:30 del 25 aprile 1945 era composta da quindici auto, ma non specifica quali se non due che erano delle Horch 108 armate con cannoncino, in dotazione alle SS di scorta. Secondo altre fonti aveva in dotazione l'AR 2500 torpedo che tu rammenti, ma si spostava con un 'Aprilia meno riconoscibile dai bombardieri americani. Bisogna tenere presente che tutto il parco macchine in dotazione a palazzo Venezia, rimase a Roma e fu sequestrato nel momento della sua destituzione.
La composizione dell'autocolonna al momento della cattura dà per certo la presenza di un autoblindato Fiat 611, un'Astura berlina, un'Artena berlina ed una Fiat 6C a gassogeno, il resto è tutt'ora ammantato nella leggenda. Secondo quanto scritto da Quinto Navarra, cameriere ed autista di Mussolini, nel suo memoriale recentemente ristampato, la colonna che abbandonò Gargnano per recarsi a Milano alle 00:30 del 25 aprile 1945 era composta da quindici auto, ma non specifica quali se non due che erano delle Horch 108 armate con cannoncino, in dotazione alle SS di scorta. Secondo altre fonti aveva in dotazione l'AR 2500 torpedo che tu rammenti, ma si spostava con un 'Aprilia meno riconoscibile dai bombardieri americani. Bisogna tenere presente che tutto il parco macchine in dotazione a palazzo Venezia, rimase a Roma e fu sequestrato nel momento della sua destituzione.
Re: Le Alfa Romeo 6C del regime.
Fra le leggende nate intorno alle auto dei personaggi storici, per gli americani tutte le torpedo nere sono appartenute ad Hiltler, Fiat comprese, ce ne sono tante attribuite anche a Mussolini, il quale, come minimo, avrebbe dovuto disporre di un parco macchine di circa duecento veicoli, almeno due squadriglie tra aerei da trasporto ed idrovolanti, qualche decina di treni e due incrociatori da battaglia. I sommergibili no, perchè erano scomodi...
Molte delle bufale riguardano fantomatiche Alfa dotate di compressore e chissà quale altra diavoleria tecnica. Recentemente è stata messa all'asta su ebay una berlina Alfa 6C 2300 Pescara del 1937 appartenuta "sicuramente" a lui perchè partecipò alla Mille Miglia del 1937 con Ercole Boratto al volante. Il povero Ercole doveva avere il dono dell'ubiquità...
Non ci sono foto nè documenti che attestano qualcosa , se non qualche immagine che ritrae la vettura durante una coppa delle Dolomiti negli anni '90. Di proprietà di una società dell'Illinois, la vettura era proposta con una base d'asta di 1.2 milioni di dollari ed infatti è rimasta nelle loro mani.
Anche sullo spider Touring delle foto si è molto vociferato, soprattutto a riguardo di un misterioso pomello posto sotto al cruscotto che permetteva in situazioni eccezionali di attivare il flusso di un carburante speciale che avrebbe consentito alla vettura di raggiungere prestazioni incredibili, ma solo per brevi istanti naturalmente. Di certo non era una bombola di Nitrox, come in "Fast and furious", però un fondo di verità c'è. Qualcuno ha fatto analizzare dei residui sul fondo del serbatoi e si è cominciato a parlare di benzina sintetica. Così mi sono ricordato di una raffineria che produceva succidanei del petrolio tramite l'idrogenazione del carbone. Nel 1936 infatti, a seguito delle sanzioni imposte all'Italia dopo la conquista dell'Eritrea, fu fondata l'Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili che produsse in regime di autarchia quanto potesse sostituire la benzina. Il procedimento fu inventato dai tedeschi, notoriamente abili in campo chimico, che vinsero per questo il Nobel nel 1914. Ne producevano già 3 milioni di tonnellate l'anno. La prima raffineria ANIC sorse nel 1937 a Bari. La località fu scelta per la vicinanza con l'Albania, da dove proveniva via nave la materia prima, del bitume di cattiva qualità. La collaborazione tra i laboratori del Politecnico di Milano e della I.G. Farbeindustrie di Ludwigshafen riuscì ad ottenere una buona qualità del prodotto finale, con recupero di gran parte degli scarti e nel 1938 partì la produzione che però non superò mai 120.000 tonnellate l'anno di benzina sintetica e 30.000 tonnellate di olio lubrificante. Quindi cosa c'era dentro a quel serbatoio?
Potrebbe essere stata benzina sintetica, potrebbe essere stato alcool, di certo Boratto non tirò quel fantomatico pomello in gara, perchè altrimenti sarebbe arrivato ultimo e come si sarebbe giustificato dinanzi al Duce, sudando sugli attenti, barba fatta e stivaloni lucidi?
Molte delle bufale riguardano fantomatiche Alfa dotate di compressore e chissà quale altra diavoleria tecnica. Recentemente è stata messa all'asta su ebay una berlina Alfa 6C 2300 Pescara del 1937 appartenuta "sicuramente" a lui perchè partecipò alla Mille Miglia del 1937 con Ercole Boratto al volante. Il povero Ercole doveva avere il dono dell'ubiquità...
Non ci sono foto nè documenti che attestano qualcosa , se non qualche immagine che ritrae la vettura durante una coppa delle Dolomiti negli anni '90. Di proprietà di una società dell'Illinois, la vettura era proposta con una base d'asta di 1.2 milioni di dollari ed infatti è rimasta nelle loro mani.
Anche sullo spider Touring delle foto si è molto vociferato, soprattutto a riguardo di un misterioso pomello posto sotto al cruscotto che permetteva in situazioni eccezionali di attivare il flusso di un carburante speciale che avrebbe consentito alla vettura di raggiungere prestazioni incredibili, ma solo per brevi istanti naturalmente. Di certo non era una bombola di Nitrox, come in "Fast and furious", però un fondo di verità c'è. Qualcuno ha fatto analizzare dei residui sul fondo del serbatoi e si è cominciato a parlare di benzina sintetica. Così mi sono ricordato di una raffineria che produceva succidanei del petrolio tramite l'idrogenazione del carbone. Nel 1936 infatti, a seguito delle sanzioni imposte all'Italia dopo la conquista dell'Eritrea, fu fondata l'Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili che produsse in regime di autarchia quanto potesse sostituire la benzina. Il procedimento fu inventato dai tedeschi, notoriamente abili in campo chimico, che vinsero per questo il Nobel nel 1914. Ne producevano già 3 milioni di tonnellate l'anno. La prima raffineria ANIC sorse nel 1937 a Bari. La località fu scelta per la vicinanza con l'Albania, da dove proveniva via nave la materia prima, del bitume di cattiva qualità. La collaborazione tra i laboratori del Politecnico di Milano e della I.G. Farbeindustrie di Ludwigshafen riuscì ad ottenere una buona qualità del prodotto finale, con recupero di gran parte degli scarti e nel 1938 partì la produzione che però non superò mai 120.000 tonnellate l'anno di benzina sintetica e 30.000 tonnellate di olio lubrificante. Quindi cosa c'era dentro a quel serbatoio?
Potrebbe essere stata benzina sintetica, potrebbe essere stato alcool, di certo Boratto non tirò quel fantomatico pomello in gara, perchè altrimenti sarebbe arrivato ultimo e come si sarebbe giustificato dinanzi al Duce, sudando sugli attenti, barba fatta e stivaloni lucidi?
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Re: Le Alfa Romeo 6C del regime.
COMPLIMENTI ! per le stupende auto e l'ottima ricerca sul duce, veramente un ottimo lavoro ( per chi come me piace la storia e le auto ) LANCIA non ne ha mai possedute ?
Re: Le Alfa Romeo 6C del regime.
Grazie, di Lancia ne ho avute due. Per quanto riguarda la ricerca è una sintesi della sintesi, lo spazio è minimo come quello per postare le foto e di certo non si può fare un trattato che, secondo me, annoierebbe molti. E poi qui si parla di auto, no?
Per quanto riguarda le auto ministeriali, la vettura assegnata a palazzo Venezia era una 6c 2300B torpedo passo lungo carrozzata dalla Garavini di Torino. Si tratta di una vettura a 6 posti, motorizzata con il 6 cilindri di serie da 70 CV che riusciva a spingere la pesante mole di 1660 Kg (ruote di scorta comprese) fino a 120Km/h. Ma non era certo la velocità la prerogativa principale di questo tipo di vetture che difficilmente stavano in strada senza continue correzioni dello sterzo appena si oltrepassavano i 100 Km/h. Analoghi problemi li avevano anche le Fiat 2800 e le Lancia Astura ministeriali. L'auto fu usata in numerose occasioni ufficiali sul territorio nazionale per tutto il periodo successivo alla sua consegna e non fu sostituita, ma affiancata da una Lancia Astura. Nella terza foto, collocabile fra il 1940 ed il 1941, si notano in colonna alcune Alfa e sotto alla roboante scenografia, la Astura di Galeazzo Ciano. Una curiosità: allestire un auto del genere costava all'epoca circa 75.000 lire, cioè sei volte lo stipendio mensile di un funzionario ministeriale di I livello, 62 volte lo stipendio mensile di un capitano del Regio Esercito e 300 volte lo stipendio mensile di un operaio Fiat. Di quest'auto pare non ci siano più tracce.
Per quanto riguarda le auto ministeriali, la vettura assegnata a palazzo Venezia era una 6c 2300B torpedo passo lungo carrozzata dalla Garavini di Torino. Si tratta di una vettura a 6 posti, motorizzata con il 6 cilindri di serie da 70 CV che riusciva a spingere la pesante mole di 1660 Kg (ruote di scorta comprese) fino a 120Km/h. Ma non era certo la velocità la prerogativa principale di questo tipo di vetture che difficilmente stavano in strada senza continue correzioni dello sterzo appena si oltrepassavano i 100 Km/h. Analoghi problemi li avevano anche le Fiat 2800 e le Lancia Astura ministeriali. L'auto fu usata in numerose occasioni ufficiali sul territorio nazionale per tutto il periodo successivo alla sua consegna e non fu sostituita, ma affiancata da una Lancia Astura. Nella terza foto, collocabile fra il 1940 ed il 1941, si notano in colonna alcune Alfa e sotto alla roboante scenografia, la Astura di Galeazzo Ciano. Una curiosità: allestire un auto del genere costava all'epoca circa 75.000 lire, cioè sei volte lo stipendio mensile di un funzionario ministeriale di I livello, 62 volte lo stipendio mensile di un capitano del Regio Esercito e 300 volte lo stipendio mensile di un operaio Fiat. Di quest'auto pare non ci siano più tracce.
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Re: Le Alfa Romeo 6C del regime.
La seconda torpedo assegnata al Duce fu una 6C 2500 di tipo militare.
Il motore da 2443cc era una naturale evoluzione del precedente 2309cc, del quale manteneva tutte le caratteristiche principali. Pur avendo guadagnato 10CV di potenza l’auto era mastodontica, non tanto per la lunghezza, quanto per il suo peso: ben 1650 Kg con le due ruote di scorta e gli attrezzi ai quali andavano aggiunti 120 litri di benzina, più 50 litri nei 2 serbatoi aggiuntivi posteriori, 20 litri nei due laterali e 10 litri di acqua in configurazione “coloniale”.
Immagino la fatica che fecero i collaudatori a farla arrampicare sulle salite delle Ambe quando, nel 1939, si recarono in Africa orientale per i test di prova.
Ne furono costruite 132 e due rimasero bloccate in Africa allo scoppio del secondo conflitto mondiale. L’impiego operativo di questo tipo di mezzo, analogo a quello della Fiat 2800 CMC, era quello di consentire agli ufficiali dello Stato Maggiore la ricognizione tattica spostandosi velocemente da un punto all’altro del fronte.
L’auto delle foto fa parte della collezione del museo della Motorizzazione militare della Cecchignola e secondo loro era quella in dotazione a Mussolini, ma non è chiaro nè come nè perchè. E’ noto che venne impiegata per verificare la situazione del fronte interno, prima che gli alleati sbarcassero in Sicilia. Probabilmente l'auto rimase a Roma dopo l’8 settembre, perchè quando il Duce fu arrestato e poi liberato sul Gran Sasso, a Roma non potè più tornare. E’ strano anche il colore della carrozzeria perchè, come prescriveva il capitolato militare, le torpedo militari erano di colore verde con la capote color sabbia. Una seconda torpedo militare gli fu assegnata nel periodo della RSI, più voci ne attestano la presenza davanti a villa Feltrinelli, ma considerate le ristrettezze dell’ultimo anno di guerra, presumo che sia stata requisita presso un comando di Divisione. Non c’è traccia di questa auto e che io sappia, ne sono sopravvissute solo 4: 2 sono dei rottami, una è questa del museo e l’altra si trova nella collezione Righini.
Il motore da 2443cc era una naturale evoluzione del precedente 2309cc, del quale manteneva tutte le caratteristiche principali. Pur avendo guadagnato 10CV di potenza l’auto era mastodontica, non tanto per la lunghezza, quanto per il suo peso: ben 1650 Kg con le due ruote di scorta e gli attrezzi ai quali andavano aggiunti 120 litri di benzina, più 50 litri nei 2 serbatoi aggiuntivi posteriori, 20 litri nei due laterali e 10 litri di acqua in configurazione “coloniale”.
Immagino la fatica che fecero i collaudatori a farla arrampicare sulle salite delle Ambe quando, nel 1939, si recarono in Africa orientale per i test di prova.
Ne furono costruite 132 e due rimasero bloccate in Africa allo scoppio del secondo conflitto mondiale. L’impiego operativo di questo tipo di mezzo, analogo a quello della Fiat 2800 CMC, era quello di consentire agli ufficiali dello Stato Maggiore la ricognizione tattica spostandosi velocemente da un punto all’altro del fronte.
L’auto delle foto fa parte della collezione del museo della Motorizzazione militare della Cecchignola e secondo loro era quella in dotazione a Mussolini, ma non è chiaro nè come nè perchè. E’ noto che venne impiegata per verificare la situazione del fronte interno, prima che gli alleati sbarcassero in Sicilia. Probabilmente l'auto rimase a Roma dopo l’8 settembre, perchè quando il Duce fu arrestato e poi liberato sul Gran Sasso, a Roma non potè più tornare. E’ strano anche il colore della carrozzeria perchè, come prescriveva il capitolato militare, le torpedo militari erano di colore verde con la capote color sabbia. Una seconda torpedo militare gli fu assegnata nel periodo della RSI, più voci ne attestano la presenza davanti a villa Feltrinelli, ma considerate le ristrettezze dell’ultimo anno di guerra, presumo che sia stata requisita presso un comando di Divisione. Non c’è traccia di questa auto e che io sappia, ne sono sopravvissute solo 4: 2 sono dei rottami, una è questa del museo e l’altra si trova nella collezione Righini.
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Re: Le Alfa Romeo 6C del regime.
Eppure ricordo una foto del Duce in concitata fuga dalla prefettura di milano il 25 a bordo di una credo alfa con colorazione coloniale. Foto molto sgranata che mi riprometto di ritrovare nel mio archivio storico e postare al ritorno dal mio buen ritiro estivo.
PS
Il duce fu arrestato a Roma il 25 luglio e non a seguito dell' 8 settembre
PS
Il duce fu arrestato a Roma il 25 luglio e non a seguito dell' 8 settembre
Re: Le Alfa Romeo 6C del regime.
Vedi cosa succede quando si vuole fare la sintesi della sintesi? Si perde di vista il soggetto della frase...
Comunque se trovi quella foto mi fai solo piacere.
Per concludere ci sono ancora due 6C che entrarono nel garage di Mussolini. Una è una 2300 MM berlinetta del 1937 carrozzata Touring, come quella della foto (museo storico Alfa Romeo), mentre l'altra è una 2300B passo lungo turismo 4 porte del 1934, sempre carrozzata dalla Touring, simile a quella della foto, anche se le 2300B a passo lungo venivano carrozzate all'interno del Portello. Gli storici Alfa ne confermano l'esistenza, ma di queste due vetture non c'è più traccia, nè si conoscono i numeri di serie. Aspettiamoci quindi in futuro dei mirabolanti ritrovamenti.
Comunque se trovi quella foto mi fai solo piacere.
Per concludere ci sono ancora due 6C che entrarono nel garage di Mussolini. Una è una 2300 MM berlinetta del 1937 carrozzata Touring, come quella della foto (museo storico Alfa Romeo), mentre l'altra è una 2300B passo lungo turismo 4 porte del 1934, sempre carrozzata dalla Touring, simile a quella della foto, anche se le 2300B a passo lungo venivano carrozzate all'interno del Portello. Gli storici Alfa ne confermano l'esistenza, ma di queste due vetture non c'è più traccia, nè si conoscono i numeri di serie. Aspettiamoci quindi in futuro dei mirabolanti ritrovamenti.
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