Aurelia B50 sport coupè, l'ultima dei Farina.
Inviato: 05 lug 2009, 16:33
Molti amici che vengono a trovarmi a Torino spesso mi chiedono di accompagnarli in c.so Tortona 12 per vedere gli Stabilimenti Farina, ma oggi purtroppo non esistono più. La geografia delle officine dei carrozzieri torinesi è variegata, prima della seconda guerra mondiale erano concentrati nella zona ovest di Torino, un'area industriale nata intorno agli anni '20 insieme a stabilimenti chimici, calzifici, gasometri, fabbriche di telefoni, mescolati alle cascine che davano il latte fresco a Torino e ad enormi prati per la domenicale gita fuori porta. In realtà una piccola parte degli stabilimenti è ancora in piedi, nascosta tra altri opifici abbandonati, di fronte alla mitica rimessa tranviaria Tortona, tenace nucleo della resistenza torinese dove, in contemporanea alle officine di Mirafiori, scoccò la scintilla che nell'aprile del 1945 portò alla liberazione di Torino dai nazifascisti. Oggi invece quel che resta del design automobilistico, IDEA, Giugiaro e Pininfarina, è concentrato nell'area nord-est, nei pressi di Gruglliasco. Lo stabilimento chiuse definitivamente nel 1953 ed alcuni dei dipendenti furono assorbiti dal fratello minore Battista Farina, detto Pinin e decimo di undici fratelli, che già lavorava per conto suo al civico 107 di c.so Trapani sin dal 1930.
La vettura delle foto può considerarsi una delle ultime sviluppate, insieme alla Siata Daina 1400 coupè che ne riporta i concetti essenziali, in primis l'ampia calandra. Si tratta di un modello fuoriserie su telaio B50 per guida a destra, con motore da 1755cc, del 1952. Stilisticamente ritroviamo tutti i dettagli cari a Farina: i fari a cornice larga e la presa d'aria laterale della Cisitalia 202, le frecce col cappello e le griglie frontali della AR 6C 2500, gli elegantissimi copricerchi bombati, il padiglione luminoso e le mitiche maniglie col bottone che da sempre distinsero la produzione della casa. Costruita su richiesta dell'importatore danese della Lancia Jorgensen, fu poi venduta allo Studebaker styling department, il centro di ricerca della omonima casa, presso il quale collaborò anche Raymond Loewy, nostra vecchia conoscenza. Rimase nelle mani di un appassionato americano che la rivendette dopo 40 anni ad un collezionista inglese. Oggi l'auto, il cui contachilometri segna poco più di 6000 Km, partecipa solo a qualche raduno, come il rally delle Ardenne, molto frequentato dagli appassionati britannici. Probabilmente è l'ultima delle 4/5 fabbricate, sicuramente è la meglio conservata.
La vettura delle foto può considerarsi una delle ultime sviluppate, insieme alla Siata Daina 1400 coupè che ne riporta i concetti essenziali, in primis l'ampia calandra. Si tratta di un modello fuoriserie su telaio B50 per guida a destra, con motore da 1755cc, del 1952. Stilisticamente ritroviamo tutti i dettagli cari a Farina: i fari a cornice larga e la presa d'aria laterale della Cisitalia 202, le frecce col cappello e le griglie frontali della AR 6C 2500, gli elegantissimi copricerchi bombati, il padiglione luminoso e le mitiche maniglie col bottone che da sempre distinsero la produzione della casa. Costruita su richiesta dell'importatore danese della Lancia Jorgensen, fu poi venduta allo Studebaker styling department, il centro di ricerca della omonima casa, presso il quale collaborò anche Raymond Loewy, nostra vecchia conoscenza. Rimase nelle mani di un appassionato americano che la rivendette dopo 40 anni ad un collezionista inglese. Oggi l'auto, il cui contachilometri segna poco più di 6000 Km, partecipa solo a qualche raduno, come il rally delle Ardenne, molto frequentato dagli appassionati britannici. Probabilmente è l'ultima delle 4/5 fabbricate, sicuramente è la meglio conservata.