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Lancia Flaminia Coupé, una «chicca» ancora accessibile destinata a valori importanti

Inviato: 30 mag 2018, 08:18
da Giovanni85
Riporto il testo di un articolo pubblicato dal Sole 24 ore il 26 Marzo 2018
Cosa ne pensate?

http://mobile.ilsole24ore.com/solemobil ... d=AEHF1kNE

Lancia Flaminia Coupé, una «chicca» ancora accessibile destinata a valori importanti


Al Salone di Torino del 1958, un anno e mezzo dopo il lancio della Flaminia, la nuova ammiraglia della Lancia, vengono svelate le sue versioni derivate con un’abbondanza che crediamo, non si sia mai verificata nella storia dell’auto: ben tre variazioni sul tema Flaminia sportiva; e per il momento, si badi bene, senza sconfinare nell’ambito delle decapottabili, territorio che verrà presidiato solo a partire dal 1960 con la apprezzatissima Convertibile Touring.
Pinin Farina, Touring Superleggera e Zagato (in ordine alfabetico), quindi il meglio sulla piazza, erano gli autori delle protagoniste dello stand Lancia in quella occasione e i risultati del loro lavoro furono tre automobili dalle caratteristiche straordinarie e ben conosciute ma che oggi mostrano una differenza sostanziale: se le Touring e le Zagato sono entrate giustamente nell’Olimpo del collezionismo, sia pure con valori diversi, la Coupé Pinin Farina (Pininfarina dopo il 1961) vive ancora in uno strano limbo del mercato. Parleremo, tuttavia, proprio di lei poiché ci pare rappresenti uno dei casi più eclatanti di miopia collezionistica che si siano mai visti in campo automobilistico; dovuta anche al fatto, ne siamo certi, che tutti coloro i quali al sentirla nominare in qualsiasi conversazione tra appassionati fanno un sorrisino di compatimento non ci abbiano mai viaggiato sopra.
Confortevole e possente nel suo incedere, pur se non velocissima, rende ogni viaggio un evento speciale, accolti come si è in un abitacolo di lusso assoluto che però, e qui sta l’incredibile valore aggiunto in termini di italica personalità, non mostra il solito armamentario di materiali pregiati che, seppur certamente non criticabile, a certi livelli diventa scontato. Sulla ammiraglia Lancia non vi è pelle (se non a richiesta) sui sedili ma l’inimitabile ed esclusivo panno che oggi è addirittura omonimo del Marchio della vettura; sulla plancia, al posto del legno, domina invece l’acciaio verniciato in nero ed attraversato da una fascia lucida a far da cornice a due “strumentoni” dalle dimensioni mai viste e dotati di tutti gli indicatori desiderabili.
Sul pavimento, al posto della «tutta moquette» di difficile pulizia, larghe parti in gomma di una tonalità di grigio che minimizza l’effetto delle suole che, alle volte, anche ai clienti delle Flaminia potevano inopinatamente infangarsi. Passando all’esterno noi, estimatori della berlina che giudicammo incantevole e non ce ne pentiamo, possiamo affermare che la situazione ci pare ancora migliorata in quanto l’accorciamento del passo porta a proporzioni più compatte lo stile della magnifica berlina di derivazione; ci pare, infatti, difficilmente perfettibile la combinazione tra la parte anteriore più bassa, con la larga calandra così caratterizzante, e quella posteriore un po’ più alta e riproponente la geniale soluzione delle pinne circondanti il lunotto che aveva debuttato sulla berlina. La Flaminia Coupé, insomma, è quasi una copia della Aurelia Florida II che, Giovanni Battista “Pinin” Farina giudicò così poco riuscita da farne il proprio mezzo di locomozione privato per anni...
A muovere il tutto, il mai abbastanza lodato V6 da 2,5 o 2,8 litri con potenze variabili tra i 119 ed i 140 CV, portatore di una fluidità di marcia senza rivali e di un’elasticità da riferimento; particolarmente gradita, quest’ultima, in quanto la manovrabilità del cambio, posto come è noto al retrotreno, non è mai stata delle migliori: uno dei pochissimi difetti, insieme al consumo, di questa auto. Certamente, e lo si è già accennato, il peso di questa maestosa coupé non permette, soprattutto in accelerazione, prestazioni da granturismo vera e propria, ma comunque ci pare che il suo quadro dinamico sia da ritenersi nel complesso più che soddisfacente.
Infine il Marchio: chi può negare il carisma ad una Casa che ha vinto una Mille Miglia, una Carrera Panamericana, cinque Targhe Florio, dieci titoli mondiali rally, dodici Rally di Montecarlo e due titoli mondiali “Shilouette” Gruppo 5 !? Pensandoci bene, in effetti, qualcuno c’è ma potrebbe anche non leggere queste righe. Ecco quindi che noi, rivolgendoci umilmente a coloro che invece lo fanno, non possiamo fare a meno di suggerire l’acquisto di una di queste macchine fino a che se ne trovano di più che discrete attorno ai trentamila Euro; sembra che la Flaminia Coupé sia una delle eterne incomprese: e, se così in effetti fosse, a noi sinceramente poco ne calerebbe, considerando la gioia che si prova trovandosela in garage.
Ma, in funzione investimento, c'è una circostanza che vale la pena citare. Nel recente passato, anche altri di questi coupé tutta eleganza e signorilità si sono potuti acquistare per lungo tempo a circa il doppio della corrispondente berlina, per poi improvvisamente schizzare al quintuplo quando finalmente l’universo mondo si è accorto dell’eccezionalità di quelle auto; noi crediamo sia questa la sorte che attende anche la “nostra” Coupé.

Re: Lancia Flaminia Coupé, una «chicca» ancora accessibile destinata a valori importanti

Inviato: 30 mag 2018, 12:03
da gcarenini
Ciao Giovanni,

rompo gli indugi, che dire... sono totalmente d'accordo sul fatto che la Flaminia coupè Pininfarina sia un'auto sottovalutata, del resto è arcinoto come il mercato delle auto sia pilotato da elementi estranei alle qualità intrinseche delle vetture stesse, a fare da traino sono soprattutto le mode e, negli ultimi anni, la speculazione.
La Flaminia coupè è la "figlia" della Aurelia B20 e ne rappresenta la naturale evoluzione, migliorata sotto tutti gli aspetti, le sospensioni anteriori sono finalmente moderne, le posteriori, già ottime, sono state affinate, i freni all'epoca rappresentavano lo stato deel'arte, avere i dischi nei primi anni '60 era ancora più impressionante che non avere i carboceramici oggi e Lancia li offriva su auto quasi da comuni mortali. La qualità costruttiva è ottima in rapporto alla costruzione semi-artigianale, quasi all'altezza delle Lancia prodotte a Borgo San Paolo.. All'epoca era un'auto di gran moda, tant'è che le vendite superarono quelle della stupenda berlina a 4 porte, in un mercato dominato, a torto o a ragione dalla rarità, credo che sia questo uno dei principali motivi delle basse valutazioni, seguito dal fatto che la Flaminia coupé Pininfarina è un'auto molto complessa, quindi onerosa da mantenere e soprattutto da riparare o da restaurare.
Per quanto riguarda l'articolo in se a mio parere denota un'analisi piuttosto approssimativa dell'argomento: "...accolti come si è in un abitacolo di lusso assoluto che però, e qui sta l’incredibile valore aggiunto in termini di italica personalità, non mostra il solito armamentario di materiali pregiati che, seppur certamente non criticabile, a certi livelli diventa scontato. Sulla ammiraglia Lancia non vi è pelle (se non a richiesta) sui sedili ma l’inimitabile ed esclusivo panno che oggi è addirittura omonimo del Marchio della vettura...". L'uso della pelle fino a quegli anni non era così diffuso sulle auto italiane, soprattutto sulle Lancia che sono sempre state legate ad elementi del passato, quando il vero lusso non era la pelle ma i tessuti pregiati con cui si rivestiva la parte "nobile" della vettura, la pelle, resistente e facile da pulire, era destinata all'autista (andate a vedere l'abitacolo della Bugatti Royale Coupè Napoleon che fu di Ettore Bugatti, poi mi dite se è meglio la pelle o il tessuto...), neppure le concorrenti dell'epoca avevano i sedili in pelle, riservati allora alle supersportive per ovvi motivi di praticità.
La lancia andava giustamente fiera del suo stupendo panno, quindi niente di strano a trovarlo come dotazione di serie anche se poi, con il mutare delle mode, di fatto sono pochissime le Flaminia coupé con i rivestimenti in panno.
"...; sulla plancia, al posto del legno, domina invece l’acciaio verniciato in nero ed attraversato da una fascia lucida..." al posto del legno? sulle sportive italiane di quei tempi (il progetto della Flaminia è della seconda metà degli anni '50) il legno era sparito, la Flaminia è una Lancia, non una Jaguar, la B20 aveva forse il cruscotto di legno? Neppure le Alfa 1900 lo avevano, i cruscotti rivestiti in legno sono poi tornati di moda poco dopo la nascita della Flaminia, tant'è che sia la Flavia coupè che la 2600 dell'Alfa, entrambe del 1962, ne sono dotate, così come le successive Fuvia, Giulia, etc, etc..
"...Sul pavimento, al posto della «tutta moquette» di difficile pulizia, larghe parti in gomma di una tonalità di grigio che minimizza l’effetto delle suole che, alle volte, anche ai clienti delle Flaminia potevano inopinatamente infangarsi..." In quegli anni (purtroppo) i materiali sintetici erano sinonimo di modernità, tant'è che gli affezionati e tradizionalisti clienti Lancia, spesso e volentieri dotavano le loro auto dei rivestimenti opzionali in moquette (entrambe le Faminia in mio possesso ne sono equipaggiate).

Tirando le somme, ribadisco che a mio giudizio la Flaminia PF abbia tutte le carte in regola per essere giustamente valutata ma non credo che, pur essendo tecnicamente migliore e più fruibile, raggiungerà mai i valori della B20 per via del numero nettamente superiore di esemplari costruiti e per l'assenza del "marchio" di capolavoro assoluto e dell'indiscutibile fascino anni '50 dell'Aurelia B20, perlomeno fino a quando i metri di giudizio non cambieranno.
Nel frattempo godiamoci queste spelendide auto!

Un caro saluto

Giovanni

Re: Lancia Flaminia Coupé, una «chicca» ancora accessibile destinata a valori importanti

Inviato: 30 mag 2018, 13:10
da Giovanni85
Ciao Giovanni, è un piacere sentire il tuo parere, sempre competente e approfondito.
Sono totalmente d'accordo con la tua analisi, in merito alla rarità rispetto ad altri modelli sarebbe interessante poter fare un analisi sulla percentuale di auto sopravvissute in funzione delle prodotte.
Ho l impressione che i modelli costruiti in meno esemplari si siano salvati molto di più rispetto a quelli più comuni tipo la Coupé e che ora lo squilibrio tra i modelli sia diverso?

Giovanni

Re: Lancia Flaminia Coupé, una «chicca» ancora accessibile destinata a valori importanti

Inviato: 30 mag 2018, 14:13
da gcarenini
Ciao Giovanni,

ti ringrazio per gli apprezzamenti!
Probabilmente le tue valutazioni in merito alla conservazione dei modelli sono corrette però, specie in alcuni casi, lo squilibrio numerico era talmente evidente che le notevoli diffrenze restano tutt'ora. Per quanto riguarda il parco circolante sono disponibili dati dell'ACI dai quali però è possibile conoscere solo il numero di esemplari circolanti di un tale modello, non delle differenti versioni, quindi quante Aurelia, Flaminia, Flavia, etc,
In merito, se posso esprimere un parere personale che va oltre al caso specifico della Flaminia, la rarità di una vettiura, oggi considerato fattore molto importante, non è a mio avviso un elemento positivo a livello assoluto ma andrebbe valuatata caso per caso, mi spiego meglio, a fronte di dati di produzione sbilanciati in modo evidente per auto del medesimo segmento bisognerebbe porsi una semplice domanda: perchè?
A volte il volume di produzione è stato influenzato dalle particolari caratteristiche della vettura o da notevoli differenze di prezzo, altre volte, e qui evito esempi per non farmi troppi nemici :o, perchè l'auto in questione era "nata male" oppure semplicemente non gradita al pubblico oppure anacronistica, oggi si fa di tutta l'erba un fascio e la rarità diventa un fattore moltiplicativo del prezzo per auto che fino a poco tempo fa nessuno voleva... ai posteri il giudizio definitivo...

Un caro saluto

Giovanni

Re: Lancia Flaminia Coupé, una «chicca» ancora accessibile destinata a valori importanti

Inviato: 30 mag 2018, 22:16
da Giovanni85
Nulla da eccepire sui tuoi ragionamenti, condivido in pieno.
A presto, Ciao
Giovanni