Il difficile mercato delle vetture anteguerra.
Inviato: 10 mar 2014, 15:07
Alla luce delle ultime sedute d'asta e dopo aver parlato con alcuni esperti stranieri del settore, sono arrivato alla conclusione che il mercato delle auto d'epoca è radicalmente cambiato negli ultimi 5 anni. Mentre negli USA già si parla di bolla speculativa riguardo alle vetture appartenenti al cosiddetto gruppo A (quei modelli che ogni anno aumentano il loro valore del 50% minimo), in Europa, sorprendentemente, si fatica a vendere le vetture anteguerra che da sempre coprivano circa il 50% del mercato.
Ho sempre considerato le aste come un punto di verifica dei modelli, dei generi e dei restauri, ma nonostante i recenti exploit, Sabato scorso una Delahaye 135 Figoni&Falaschi del 1937 è stata battuta a 6.6 milioni di dollari, le auto italiane sono sempre più ai margini del mercato. Fanno eccezione, così come alcune marche francesi, i telai Alfa Romeo dotati di motori 8 cilindri e quelli a 6 cilindri vestiti da prestigiosi carrozzieri. Ed è questo il punto: a meno che la vettura non sia "speciale", vuoi per il telaio, vuoi per la splendida carrozzeria, vuoi per la sua storia passata, il resto non si vende e rimane fermo sul mercato 3/4 anni per poi essere ceduto a "prezzi da saldo". Nel caso del nostro amato marchio non credo che ciò sia dovuto ai pericolosi annunci dell'AD di FCA, anzi la scomparsa di un marchio rende i modelli d'epoca ancora più appetibili, ma piuttosto al fatto che i giovani collezionisti non apprezzano più le auto con i parafanghi esterni: le prestazioni sono modeste, sono difficili da guidare e complicate da mantenere. Queste le motivazioni che sempre più sento rammentare.
Nella fascia bassa del mercato addirittura il costo di un restauro totale di un modello di serie è superiore al valore della vettura: un chiaro esempio sono l'Augusta, l'Aprilia e l'Ardea, vetture relativamente facili da trovare e da gestire. E l'Artena non versa in condizioni migliori. Ma drammatica è la situazione delle prestigiose Astura e Dilambda, nonostante non ci siano stati ritrovamenti recenti e che circolino clamorosi falsi. Le uniche 2 Dilambda in vendita in Europa sono ferme da anni. Nonostante tutto la Lambda pare reggere il mercato, anche se i prezzi richiesti sono alti per le condizioni in cui si trovano la maggior parte degli esemplari, quasi sempre nella versione torpedo. Elementi per i modelli ancora meno recenti non ce ne sono, purtroppo, anche perchè sovente si tratta di vetture ricostruite parzialmente o totalmente.
Ho sempre considerato le aste come un punto di verifica dei modelli, dei generi e dei restauri, ma nonostante i recenti exploit, Sabato scorso una Delahaye 135 Figoni&Falaschi del 1937 è stata battuta a 6.6 milioni di dollari, le auto italiane sono sempre più ai margini del mercato. Fanno eccezione, così come alcune marche francesi, i telai Alfa Romeo dotati di motori 8 cilindri e quelli a 6 cilindri vestiti da prestigiosi carrozzieri. Ed è questo il punto: a meno che la vettura non sia "speciale", vuoi per il telaio, vuoi per la splendida carrozzeria, vuoi per la sua storia passata, il resto non si vende e rimane fermo sul mercato 3/4 anni per poi essere ceduto a "prezzi da saldo". Nel caso del nostro amato marchio non credo che ciò sia dovuto ai pericolosi annunci dell'AD di FCA, anzi la scomparsa di un marchio rende i modelli d'epoca ancora più appetibili, ma piuttosto al fatto che i giovani collezionisti non apprezzano più le auto con i parafanghi esterni: le prestazioni sono modeste, sono difficili da guidare e complicate da mantenere. Queste le motivazioni che sempre più sento rammentare.
Nella fascia bassa del mercato addirittura il costo di un restauro totale di un modello di serie è superiore al valore della vettura: un chiaro esempio sono l'Augusta, l'Aprilia e l'Ardea, vetture relativamente facili da trovare e da gestire. E l'Artena non versa in condizioni migliori. Ma drammatica è la situazione delle prestigiose Astura e Dilambda, nonostante non ci siano stati ritrovamenti recenti e che circolino clamorosi falsi. Le uniche 2 Dilambda in vendita in Europa sono ferme da anni. Nonostante tutto la Lambda pare reggere il mercato, anche se i prezzi richiesti sono alti per le condizioni in cui si trovano la maggior parte degli esemplari, quasi sempre nella versione torpedo. Elementi per i modelli ancora meno recenti non ce ne sono, purtroppo, anche perchè sovente si tratta di vetture ricostruite parzialmente o totalmente.