EC2277 Scritto:
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> Non proprio: la Lancia è sempre stata presente
> nello sport. Basti pensare ai testa a testa che,
> nelle 1'000 Miglia degli anni '20, si tenevano tra
> le Alfa Romeo da Gran Premio, alle quali andava
> sempre la vittoria assoluta e le Lambda Torpedo,
> sviluppate dalla Casa ma portate in gara dai
> privati, che, oltre a salire sempre sul podio
> dominavano nella loro categoria: quella riservata
> alle vetture da turismo con motore tra i 2'000 ed
> i 3'000 centimetri cubici di cilindrata.
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Intendevo l'aggiunta del "valore sport" tra quelli portati avanti come "filosofia" della casa costruttrice stessa.
Al di là dell'aiuto fornito ai privati, è noto che Monsù Vincenzo non intendeva coinvolgere direttamente la Lancia nelle attività sportive per le quali, da ex pilota cosciente degli investimenti necessari, nutriva una certa diffidenza. Fu Gianni a "volere", creare e sviluppare la scuderia Lancia corse.
Un discorso particolare, invece, è quello relativo alla HF Squadra Corse, nata "al di fuori" della casa madre (come costola "sportiva" del Club HiFi-Lancia) ma poi "integrata" in Via Caraglio e divenuta HF LANCIA a tutti gli effetti, malgrado l'antipatia e l'avversione da parte del "Professore".
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> Pierugo Gobbato, in un'intervista pubblicata sul
> sito Stratosmania, la racconta un po'
> diversamente: «…
> In quel periodo la Lancia, per accordi
> Fiat-Citroen, stava studiando una vettura due
> litri in collaborazione la casa costruttrice
> francese (si trattava della Beta) per la quale
> avrebbe dovuto fornire anche il famoso impianto
> centralizzato oleodinamico che utilizzava per le
> sue vetture.
> …». Tant'è che, dopo la rottura delle
> trattative tra FIAT e Citroën, i due progetti
> continuarono separatamente e la GS, che ha livello
> estetico si differenzia dalla Beta solo nel
> frontale ed in qualche altro particolare, nacque
> due anni prima della sorella italiana.
Conosco bene l'intervista ed anche i "motivi" per cui venne tirata fuori da Gobbato questa vicenda (legata alla "mitica" storia del motore per la Strato's e alla "geniale" ipotesi di una Strato's con motore Maserati ...con connesso straordinario "ricatto" Gobbato-Ferrari).
Però Gobbato la racconta "alla svelta" e con qualche approssimazione ed in effetti la questione va chiarita con alcuni particolari:
- vero che per il progetto Beta sussitevano accordi Fiat-Citroen; questa è ulteriore dimostrazione di come Fiat, sul principio, avesse rispettato la tradizione di "innovazione" di Lancia. Era volontà Fiat produrre una vettura berlina di grandi dimensioni due volumi; per renderla "compatta" la scelta quasi obbligata era montare il motore in posizione trasversale come era avvenuto già per la A112. Ma FIAT non usava MAI il proprio marchio per vetture particolarmente innovative, temendo che i costi aumentassero e il pubblico "popolare" non gradisse le troppe novità. Voluta, pertanto, la scelta di far produrre la vettura come "Lancia"; tenuto conto anche della vasta esperienza delle maestranze Lancia nella produzione di vetture a trazione anteriore e della predilezione del pubblico Lancia per le vetture tecnologicamente innovative;
- altro motivo era l'interesse per il sistema idropneumatico che equipaggiava sin dalla rivoluzionaria DS (1954!) le vetture Citroen di grande "stazza" (DS e poi SM e GS); l'ipotesi era dotare la nuova vettura Lancia (ulteriore innovazione) di un sistema mutuato da quello francese; peraltro con notevoli differenze; anzitutto il fatto che in Lancia non gradivano l'"estensione" del sistema a freni e sterzo (come invece è sempre stato per Citroen); per i primi Lancia riteneva ben più valido, anche per il tipo di "risposta al pedale", il sistema "superduplex" di sua produzione; per lo sterzo avrebbero poi sviluppato un autonomo sistema di servosterzo (che uscirà "otional" sulla Beta con la denominazione "idroguida"); l'idea era di creare un sistema idropneumatico apposito per la Beta agente sulle sole sospensioni;
- i rapporti si ruppero proprio perchè in Citroen sfoderarono il consueto sciovinismo spocchioso tipicamente transalpino e, credendosi dei gran padreterni, siccome il sistema BETA sarebbe "derivato" dal loro, chiesero che la Lancia pagasse i diritti (brevettati) di produzione ad un prezzo spropositato; non se ne fece di nulla;
- affermare, invece, che la linea della BETA derivi dalla GS è una "conclusione" semplicistica che qualcuno ha tratto dall'intervista di Gobbato che, peraltro, non ha mai detto nulla di simile; vero è che tanto Citroen quanto Lancia pensavano ad una berlina due volumi di grandi dimensioni. Ma altresì vero è che la trattativa con Citroen si ruppe quando ormai la GS era già nata, ed era stata disegnata da Robert Opron (e si vede ...rispecchia in pieno i suoi canoni stilistici); la Beta, invece, è stata disegnata dal figlio di Felice Mario Boano, Gianpaolo, e, al contrario della vettura francese, pur nella sua assoluta "rottura" con le consuetudini delle linee italiane per le berline, è immediatamente percepibile come creatura di uno stilista italiano: lo si percepisce dalle linee tese (molto distanti dal "morbidismo" un po' "mellifluo" delle linee di gusto francese), dalla maggior pulizia e razionalità, dalla maggior compattezza, dal taglio più "aggressivo" della calandra (il "muso" delle auto italiane è "classicamente" più impostato verso impressioni di razionalità e dinamicità).
- lo stesso Opron dovette riconoscere che Lancia era "riuscita" proprio in quel "qualcosa" in cui lui riteneva di aver "fallito" con la sua GS; e proprio alla Beta si ispirò (pur mantenendo fermi i suoi riconoscibilissimi "canoni") per realizzare la sua creatura successiva (decisamente più bella), cioè la CX; poi la "lite" con Citroen (acquisita da Peugeot) e la "trasmigrazione" verso la Renault (dove firmerà vetture come Fuego, 25 ecc.).
- quanto alla Beta, Pininfarina accetterà di mettervi mano per il restyling, risolvendo quei piccoli "dettagli" rimasti "opinabili" nell'originaria versione di Boano: l'alleggerimento della fiancata "alta" con l'inserimento di un sottile listello per tutta la sua lunghezza; l'amplamento della terza luce laterale con l'inserimento dello sfogo d'aria; l'abbassamento del lunotto posteriore con l'accenno, da parte dei montanti, a due "quasi pinne"; i bellissimi fari rettangolari nella nuova calandra argentea (l'effetto diviene straordinario soprattutto nella versione color blu-lancia); il bellissimo cruscotto della seconda serie (purtroppo poi sostituito dal brutto "groviera" della terza), con il nuovo elegante volante e la caratteristica manopola del cambio... La Beta seconda serie non solo è una Lancia a tutti gli effetti (pur essendo già prodotta nell'era Fiat); ma è una delle più belle. ...altro che nuova Delta!
