Discutiamone
Re: Discutiamone
Mi sa che qui dovremmo aprire una nuova discussione dedicata alle barre duomi.
Lo scorso anno sul sito UK Monte o sul sito di Guy Croft, ora non rammento bene, vi è stata una discussione al riguardo della utilità o meno delle barre superiori duomi (anteriori e posteriori) . Un Montecarlista francese ha fatto un test con un semplice sitema artigianale per verificare deformazioni del telaio durante un breve tragitto stradale. Dalle sue rilevazioni è risultato che i due duomi posteriori si muovono (si aprono) fino a 11mm mentre quelli anteriori di 4-5mm. Probabilmente con una guida corsaiola i numeri sarebbero diversi.
Quindi le barre sono utili o sono inutili in utilizzo stradale?
Saluti
Lo scorso anno sul sito UK Monte o sul sito di Guy Croft, ora non rammento bene, vi è stata una discussione al riguardo della utilità o meno delle barre superiori duomi (anteriori e posteriori) . Un Montecarlista francese ha fatto un test con un semplice sitema artigianale per verificare deformazioni del telaio durante un breve tragitto stradale. Dalle sue rilevazioni è risultato che i due duomi posteriori si muovono (si aprono) fino a 11mm mentre quelli anteriori di 4-5mm. Probabilmente con una guida corsaiola i numeri sarebbero diversi.
Quindi le barre sono utili o sono inutili in utilizzo stradale?
Saluti
Re: Discutiamone
il movimento dei duomi, deve essere più che un fatto naturale, un sistema studiato a livello di progettazione e successivamente di prova su strada, non so di quali movimenti tratta la mia quando l'ho provata in pista, ma posso assicurare che con le modifiche apportate non ho mai avuto problemi di stabilita laterale, ultimamente con l'aggiunta di spessori sul mozzo ruota di 2 cm, ho notato che lo sterzo in curva, non risponde immediatamente nella fase iniziale ma solo dopo qualche grado maggiore di sterzata diciamo di oltre 5 gradi, credo che questo problema potrebbe essere risolto con cerchi maggiori rispetto a quelli montati attualmente, o studiare e progettare barre di lunghezza minore rispetto a quelle attuali.
Re: Discutiamone
Caro Bunkai, come promesso invio documentazione della progettazione della montecarlo turbo, che come tanti ritengono, non abbia nulla a che vedere con la montecarlo di serie è completamente falso. Le informazioni sono state acquisite dal libro Lancia Corse di Alfio Manganaro e di Paolo Vinai pubblicato nel 1988.
Particolare attenzione è dedicata alle sospensioni che devono rispondere a due esigenze diametralmente opposte:
da un lato conservare, come vogliono i regolamenti, lo schema della vettura di serie e, dall'altro, offrire una funzionalità operativa estremamente elevata simile per molti versi, a quella offerta dai bolidi di formula 1.
Il rebus viene risolto grazie all'impiego oltre che di Dallara e Tonti dall'ingegnere Colucci dell'abarth.
Basata sul sistema mcPherson, la sospensione della montecarlo turbo, è un insieme estremamente leggero ma robusto, ricco di soluzioni originali quali, tra l'altro, il dado ruota in avional e il mozzo ruota in ergal stampato dalla Teksid.
Poco è conservato della struttura della montecarlo di serie per la parte telaistica, anche se il passo è mantenuto uguale: 230 centimetri.
Della vettura, infatti, viene utilizzato solo il nucleo centrale, rinforzato nell'abitacolo da un roll-bar.
Il pianale in lamiera è sostituito con fogli di alluminio.
Come sostegno alle sospensioni posteriori viene utilizzato un telaio tubolare ancorato all'abitacolo che protegge anche, circondandolo, il propulsore.
Il telaio anteriore sostiene l'avantreno e le sospensioni a triangolo sovrapposti.
I freni molto potenti sono a disco autoventilanti Lockheed.
Il sofisticato cambio a 5 marce è realizzato dallo specialista Colotti, che l'arrichisce dell'autobloccante Due-Bloc.
Il motore, infine, viene piazzato posteriormente in trasversale con una inclinazione in avanti di 30°.
Questo è tutto , e sicuramente on mi sembra poco. Saluti da Ivan
Particolare attenzione è dedicata alle sospensioni che devono rispondere a due esigenze diametralmente opposte:
da un lato conservare, come vogliono i regolamenti, lo schema della vettura di serie e, dall'altro, offrire una funzionalità operativa estremamente elevata simile per molti versi, a quella offerta dai bolidi di formula 1.
Il rebus viene risolto grazie all'impiego oltre che di Dallara e Tonti dall'ingegnere Colucci dell'abarth.
Basata sul sistema mcPherson, la sospensione della montecarlo turbo, è un insieme estremamente leggero ma robusto, ricco di soluzioni originali quali, tra l'altro, il dado ruota in avional e il mozzo ruota in ergal stampato dalla Teksid.
Poco è conservato della struttura della montecarlo di serie per la parte telaistica, anche se il passo è mantenuto uguale: 230 centimetri.
Della vettura, infatti, viene utilizzato solo il nucleo centrale, rinforzato nell'abitacolo da un roll-bar.
Il pianale in lamiera è sostituito con fogli di alluminio.
Come sostegno alle sospensioni posteriori viene utilizzato un telaio tubolare ancorato all'abitacolo che protegge anche, circondandolo, il propulsore.
Il telaio anteriore sostiene l'avantreno e le sospensioni a triangolo sovrapposti.
I freni molto potenti sono a disco autoventilanti Lockheed.
Il sofisticato cambio a 5 marce è realizzato dallo specialista Colotti, che l'arrichisce dell'autobloccante Due-Bloc.
Il motore, infine, viene piazzato posteriormente in trasversale con una inclinazione in avanti di 30°.
Questo è tutto , e sicuramente on mi sembra poco. Saluti da Ivan
Re: Discutiamone
Interessante ma in contraddizione a quanto scritto nel Libro Nada Editore - Lancia Beta Montecarlo dove a pag. 11 vi è una intervista all' Ing. Lorenzo Ramaccioni ( dir. gen. Settore Stile Pininfarina che ha seguito in prima persona gran parte dello sviluppo della berlinetta LBM come quello delle sue evoluzioni sportive 030, turbo e 037 Rally) che per convenienza riassumo:
Domanda: " la progettazione della Montecarlo fu così minuziosa perchè fin dall' inizio si ipotizzavano due versioni sportive?"
Risposta: " Sia la Montecarlo Turbo che la 037 furono evoluzioni del modello base, impreviste, come peraltro la 030, e molto radicali. Il successo di queste estremizzazioni del progetto iniziale dimostra la sostanziale bontà di fondo."
Quindi Ing. Ramaccioni confermerebbe l' ipotesi che la LBM non fu progettata in vista di possibili evoluzioni sportive.
Credo il dibattito sia ancora aperto...
Saluti
Domanda: " la progettazione della Montecarlo fu così minuziosa perchè fin dall' inizio si ipotizzavano due versioni sportive?"
Risposta: " Sia la Montecarlo Turbo che la 037 furono evoluzioni del modello base, impreviste, come peraltro la 030, e molto radicali. Il successo di queste estremizzazioni del progetto iniziale dimostra la sostanziale bontà di fondo."
Quindi Ing. Ramaccioni confermerebbe l' ipotesi che la LBM non fu progettata in vista di possibili evoluzioni sportive.
Credo il dibattito sia ancora aperto...
Saluti
Re: Discutiamone
Per quanto mi riguarda, l'ing. Ramaciotti, entra a far parte nella Pininfarino nel 1973, in quel periodo, non ha nulla a che vedere in primis con fiat, tanto meno con lancia.
Chi in quel periodo già seguiva da anni il progetto montecarlo, si trattava di paolo Martin, ma anche lui a livello progettuale, seguiva le fasi solo ed esclusivamente per pininfarina, quindi solo a livello di progettazione e di bozza del disegno.
Ne Ramaciotti, ne Paolo Martin, a livello meccanico, hanno mai messo piede a livello progettuale, quindi a quanto pare, quest'ultimo dovrebbe rientrare nelle veci di madre fiat o quantomeno di madre abarth.
Direi più in mano abarth, poiche nella costruzione del prototipo 030, con somiglianza più all'x1/9 che alla montecarlo, difatti mantiene quegli standard che poi rimarranno nella storia e che già tutti conosciamo, sulla montecarlo stradale.
Quindi se in matematica 1 più 1 fa due, dire che la montecarlo sia nata dalla sorella maggiore, o in concomitanza di essa, ossia l'abarth 030, non è per nulla sbagliato, a questo punto anche se mai nessuno a affermato tale supposizione, per gioco di parti arrivare a dire tanto, diventa solo uno studio della storia automobilistica.
In effetti la montecarlo derivava da una collaborazione tra fiat e pininfarina, volta alla realizzazione di una vettura sportiva da cui derivare facilmente, attraverso il reparto sportivo abarth, vetture da gara.
Infatti le differenze con la produzione beta di quel periodo, erano notevoli, in primis trazione posteriore, motore centrale, sospensioni a ruote indipendenti ( mcpherson all'anteriore, a bracci oscillanti triangolari posteriori), senza contare il ridotto passo.
Per quanto mi riguarda quanto sopra detto è tutto documentabile. saluti Ivan.
Chi in quel periodo già seguiva da anni il progetto montecarlo, si trattava di paolo Martin, ma anche lui a livello progettuale, seguiva le fasi solo ed esclusivamente per pininfarina, quindi solo a livello di progettazione e di bozza del disegno.
Ne Ramaciotti, ne Paolo Martin, a livello meccanico, hanno mai messo piede a livello progettuale, quindi a quanto pare, quest'ultimo dovrebbe rientrare nelle veci di madre fiat o quantomeno di madre abarth.
Direi più in mano abarth, poiche nella costruzione del prototipo 030, con somiglianza più all'x1/9 che alla montecarlo, difatti mantiene quegli standard che poi rimarranno nella storia e che già tutti conosciamo, sulla montecarlo stradale.
Quindi se in matematica 1 più 1 fa due, dire che la montecarlo sia nata dalla sorella maggiore, o in concomitanza di essa, ossia l'abarth 030, non è per nulla sbagliato, a questo punto anche se mai nessuno a affermato tale supposizione, per gioco di parti arrivare a dire tanto, diventa solo uno studio della storia automobilistica.
In effetti la montecarlo derivava da una collaborazione tra fiat e pininfarina, volta alla realizzazione di una vettura sportiva da cui derivare facilmente, attraverso il reparto sportivo abarth, vetture da gara.
Infatti le differenze con la produzione beta di quel periodo, erano notevoli, in primis trazione posteriore, motore centrale, sospensioni a ruote indipendenti ( mcpherson all'anteriore, a bracci oscillanti triangolari posteriori), senza contare il ridotto passo.
Per quanto mi riguarda quanto sopra detto è tutto documentabile. saluti Ivan.
Re: Discutiamone
In bella vista sul sito http://lnx.betamontecarlo.it/bmci/storia/ , c'è questo documento che per comodità allego: troppa confidenza porta a scorrere le cose senza prestarvi attenzione. Davvero una cosa molto interessante di non ne avevo mai trovata altra traccia . Abbiamo fatto un lunghissimo discorso ( non che me ne dispiaccia) quasi per nulla.
Il documento parla per sè.
Saluti
Il documento parla per sè.
Saluti
- Allegati
-
- fiat abarth x1-20 coupè stradale prototipo.jpg (44.02 KiB) Visto 287 volte
Re: Discutiamone
Ho provato a tradurre quel tipo di inglese, e mi sembra di aver capito che nel 1973 Pininfarina sbirciando nel raparto corse, non ho capito bene se si trattasse di quello abarth, ebbe a notare una x1/20 sotto le cure dell'ing Colucci che la stava preparando, credo, per un personaggio della Germania dell'ovest con un motore v 6 di cilindrata 3000.
Il progetto era denominato, a quanto pare, se 029.
Oltre già quanto detto, il progetto se 029, non diventava già in se per se come caratteristica sinonimo di auto progettata per le gare?
E scusa, avrei ancora un'altra domanda:
Se la lancia beta montecarlo era identificata come suddetto progetto, perchè poi in effetti alla fiat non seguirono questa via per renderla, diciamo famosa, negli anni a seguire?
Scusa se mi propongo con una certa insistenza, ma quando si ha l'occasione di incontrare o sentire persone del tuo calibro, almeno per me, è un grande piacere affrontare e cercare di risolvere o in parte, determinate discussioni così come capita ora.
Un cordiale saluto da Ivan
Il progetto era denominato, a quanto pare, se 029.
Oltre già quanto detto, il progetto se 029, non diventava già in se per se come caratteristica sinonimo di auto progettata per le gare?
E scusa, avrei ancora un'altra domanda:
Se la lancia beta montecarlo era identificata come suddetto progetto, perchè poi in effetti alla fiat non seguirono questa via per renderla, diciamo famosa, negli anni a seguire?
Scusa se mi propongo con una certa insistenza, ma quando si ha l'occasione di incontrare o sentire persone del tuo calibro, almeno per me, è un grande piacere affrontare e cercare di risolvere o in parte, determinate discussioni così come capita ora.
Un cordiale saluto da Ivan
Re: Discutiamone
Grazie Ivan è un piacere anche per me discutere di queste interessanti auto con una persone competente quale tu sei.
La persona in visita al reparto sperimentale dell'Abarth riferisce che "davanti alla fabbrica vi erano alcune di queste X1/20 che avevano su di loro gli stemmi Abarth , no Lancia o Fiat. All' interno del reparto ha notato una delle auto che l' ing. Colucci stava trasformando in una stradale molto veloce con un motore più grande (forse rispetto le X1/20 normali?). Ha notato l'auto prima dal posteriore con il suo grosso V6 cilindri, 3 litri DOHC e cambio a 5 marcie ZF.
L' incarico dato da Fiat a Pininfarina era comparabile a quello che Bertone aveva avuto quando ha disegnato la Stratos con il motore Ferrari Dino. Inoltre riferisce che il risultato ottenuto non era molto diverso da quello inizialmente voluto. L'auto SE029 Fiat X1/20 divenne una stradale e l'ultima volta che ne sentì parlare era in possesso di un fortunato tedesco di Berlino. Lo scopo principale era quello di capire quale combinazione di motore fosse il migliore e quindi provarlo. Lo scopo secondario era quello di valutare una versione da competizione della X1/20." Scusate se è poco: la Monte nata in previsione di competizioni !
L' inglese utilizzato nell' articolo lascia desiderare ma il senso mi pare chiarissimo.
Giustamente la sigla SE indica una vettura da competizione e non una stradale ma l'auto era una X1/20 son un motore più grosso.. Inoltre nella foto si distinguono le prese d'aria sulle pinne laterali (proprio come sul prototipo X1/20 del giugno 1973 e poi sulla SE037) dove poi compariranno solo delle griglie. Rimango perplesso dalla misura delle gomme 165x60x13....chissà perchè tanto piccole. Inoltre nella foto si vedono 3 vetture ma come mai queste non compaiono nella lista Pininfarina? In molti documenti che ho potuto leggere si parla di due vetture per costruire la SE030 giro d'Italia ( una marciante ed una scocca, con i famosi numeri di telaio 0000300 e 0000301 ) ma potrebbe essere un errore. In alcuni siti web ( come http://www.lanciabetamontecarlo.nl/ e siti giapponesi) invece si parla di due vetture: una per costruire la SE029 con motore V6 al fine di compararla alla X1/20 ( quindi presumo con il 2000cc) ed una per la SE030.
Certamente vi è tanta confusione e nessuna certezza però rimane la sensazione che una sola auto ebbe il motore V6 ( nell'articolo definito come il motore più grande) quindi una sola Abarth SE029 . Ma che fine hanno fatto le altre X1/20 Abarth? Purtroppo , almeno sul web non si trova documentazione e la SE029 sembra sparita nel nulla.
Ciao, Fabio
La persona in visita al reparto sperimentale dell'Abarth riferisce che "davanti alla fabbrica vi erano alcune di queste X1/20 che avevano su di loro gli stemmi Abarth , no Lancia o Fiat. All' interno del reparto ha notato una delle auto che l' ing. Colucci stava trasformando in una stradale molto veloce con un motore più grande (forse rispetto le X1/20 normali?). Ha notato l'auto prima dal posteriore con il suo grosso V6 cilindri, 3 litri DOHC e cambio a 5 marcie ZF.
L' incarico dato da Fiat a Pininfarina era comparabile a quello che Bertone aveva avuto quando ha disegnato la Stratos con il motore Ferrari Dino. Inoltre riferisce che il risultato ottenuto non era molto diverso da quello inizialmente voluto. L'auto SE029 Fiat X1/20 divenne una stradale e l'ultima volta che ne sentì parlare era in possesso di un fortunato tedesco di Berlino. Lo scopo principale era quello di capire quale combinazione di motore fosse il migliore e quindi provarlo. Lo scopo secondario era quello di valutare una versione da competizione della X1/20." Scusate se è poco: la Monte nata in previsione di competizioni !
L' inglese utilizzato nell' articolo lascia desiderare ma il senso mi pare chiarissimo.
Giustamente la sigla SE indica una vettura da competizione e non una stradale ma l'auto era una X1/20 son un motore più grosso.. Inoltre nella foto si distinguono le prese d'aria sulle pinne laterali (proprio come sul prototipo X1/20 del giugno 1973 e poi sulla SE037) dove poi compariranno solo delle griglie. Rimango perplesso dalla misura delle gomme 165x60x13....chissà perchè tanto piccole. Inoltre nella foto si vedono 3 vetture ma come mai queste non compaiono nella lista Pininfarina? In molti documenti che ho potuto leggere si parla di due vetture per costruire la SE030 giro d'Italia ( una marciante ed una scocca, con i famosi numeri di telaio 0000300 e 0000301 ) ma potrebbe essere un errore. In alcuni siti web ( come http://www.lanciabetamontecarlo.nl/ e siti giapponesi) invece si parla di due vetture: una per costruire la SE029 con motore V6 al fine di compararla alla X1/20 ( quindi presumo con il 2000cc) ed una per la SE030.
Certamente vi è tanta confusione e nessuna certezza però rimane la sensazione che una sola auto ebbe il motore V6 ( nell'articolo definito come il motore più grande) quindi una sola Abarth SE029 . Ma che fine hanno fatto le altre X1/20 Abarth? Purtroppo , almeno sul web non si trova documentazione e la SE029 sembra sparita nel nulla.
Ciao, Fabio
Re: Discutiamone
Vedo di documentarmi se nelle mie possibilità e poter riaprire l'argomento. Ciao Ivan