Pensa a quel che conviene al Ric di domani , non a quello di ieri .
Max
Cambio?
Re: Filosofeggio
non avere paura, guarda sempre al domani in positivo e avrai sempre ragione.
buttati coraggio
ciao
antonio
buttati coraggio
ciao
antonio
Re: Resoconto.
Ric, capisco l'attaccamento al Marchio, ma devi guardare al tuo futuro.
Credo di essere uno di quelli attaccati al marchio.
Io posso comprare una Thesis invece di una Bmw, oppure una Y invece che una Yaris, ma se dovessi avere un incarico importante per il mio lavoro, per restare nel mio campo, da Savarent o daToyota Financial Services non guarderei certo al marchio, guarderei all'interesse professionale per l'incarico, al compenso, alle prospettive.
Questo mi sento di dirti.
In bocca al lupo,
Corrado
Credo di essere uno di quelli attaccati al marchio.
Io posso comprare una Thesis invece di una Bmw, oppure una Y invece che una Yaris, ma se dovessi avere un incarico importante per il mio lavoro, per restare nel mio campo, da Savarent o daToyota Financial Services non guarderei certo al marchio, guarderei all'interesse professionale per l'incarico, al compenso, alle prospettive.
Questo mi sento di dirti.
In bocca al lupo,
Corrado
Re: Resoconto.
Quoto in pieno quello che hai scritto Corrado....
resterai lo stesso legato alle tue creature dell'altro marchio!!!!!!!!!
jo'-
resterai lo stesso legato alle tue creature dell'altro marchio!!!!!!!!!
jo'-
Re: Cambio?
Mi trovo nella tua stessa identica situazione: curriculum inviato sabato23, telefonata lunedì successivo per
fissare appuntamento per colloquio.
Sede di lavoro un pò prima di Roma (attualmente Pomigliano), grossissima azienda giapponese in
espansione.
Da lunedì pomeriggio: "ci vado, non ci vado,cosa faccio? " ma alla fine la domanda si ritorce sul perchè
ho inviato quel curriculm: perchè dove sto ora non sto male ma nemmeno benissimo per tutta una serie di
ragioni: prospettive di carriera, mansioni poco adeguate, alcune di queste non definite e create per soccorrere
e tamponare quelli che non vogliono lavorare, perchè forti di una mentalità assistenzialista per cui tutto è
loro dovuto, trattamento economico, mentalità che non ammette la valorizzazione delle risorse, la sensazione di
spreco di tempo fortissima, carriera aperta e sicura solo per "alcuni".
E' lo scotto da pagare nella grande azienda: la sicurezza del posto di lavoro si paga con l'incertezza della
posizione in carriera. Perchè in questo paese di m.......a dove con il lavoro interinale si spaccia il precariato
per crescita occupazionale, dove non basta più aver buttato il sangue e i migliori anni della tua vita suoi libri
per garantirti un posto di lavoro sacrosanto, dove avere un posto fisso al sud è più un evento unico che raro,
inizia a serpeggiare nella mente che qualunque cosa vada bene: il bicchiere è sempre mezzo pieno.
E' l'anticamera del dormitorio intellettuale, quel comunismo di prospettive che dopo pochi anni ti condanna
all' apatia: non c'è niente di più pericoloso della tranquillità.
Andrò a fare solo un colloquio, niente di certo, ma il fatto che mi abbiano risposto subito è forse un
segnale. D'altronde non ho nulla da perdere.
Naturalmente dovrò valutare ciò che mi offrono, c'è un trasferimento in ballo e non sono da solo a dover
decidere, ma intanto se non provo ho l'unica certezza di rimanere così come sono.
Ho ancora un pò di tempo per poter cambiare e troppo ancora per poter dire "se l'avessi fatto allora".
Posso, però dire che il lavoro attuale,nonostante tutto, mi piace perchè sposa quella che è la mia passione.
Allora vergogna a chi fa di tutto per demoralizzare chi ha voglia e gli consente di ragionare solo con il cervello.
Forse sono gli stessi motivi che hanno spinto anche te ad inviare quel curriculum.
Che Dio ci aiuti.
fissare appuntamento per colloquio.
Sede di lavoro un pò prima di Roma (attualmente Pomigliano), grossissima azienda giapponese in
espansione.
Da lunedì pomeriggio: "ci vado, non ci vado,cosa faccio? " ma alla fine la domanda si ritorce sul perchè
ho inviato quel curriculm: perchè dove sto ora non sto male ma nemmeno benissimo per tutta una serie di
ragioni: prospettive di carriera, mansioni poco adeguate, alcune di queste non definite e create per soccorrere
e tamponare quelli che non vogliono lavorare, perchè forti di una mentalità assistenzialista per cui tutto è
loro dovuto, trattamento economico, mentalità che non ammette la valorizzazione delle risorse, la sensazione di
spreco di tempo fortissima, carriera aperta e sicura solo per "alcuni".
E' lo scotto da pagare nella grande azienda: la sicurezza del posto di lavoro si paga con l'incertezza della
posizione in carriera. Perchè in questo paese di m.......a dove con il lavoro interinale si spaccia il precariato
per crescita occupazionale, dove non basta più aver buttato il sangue e i migliori anni della tua vita suoi libri
per garantirti un posto di lavoro sacrosanto, dove avere un posto fisso al sud è più un evento unico che raro,
inizia a serpeggiare nella mente che qualunque cosa vada bene: il bicchiere è sempre mezzo pieno.
E' l'anticamera del dormitorio intellettuale, quel comunismo di prospettive che dopo pochi anni ti condanna
all' apatia: non c'è niente di più pericoloso della tranquillità.
Andrò a fare solo un colloquio, niente di certo, ma il fatto che mi abbiano risposto subito è forse un
segnale. D'altronde non ho nulla da perdere.
Naturalmente dovrò valutare ciò che mi offrono, c'è un trasferimento in ballo e non sono da solo a dover
decidere, ma intanto se non provo ho l'unica certezza di rimanere così come sono.
Ho ancora un pò di tempo per poter cambiare e troppo ancora per poter dire "se l'avessi fatto allora".
Posso, però dire che il lavoro attuale,nonostante tutto, mi piace perchè sposa quella che è la mia passione.
Allora vergogna a chi fa di tutto per demoralizzare chi ha voglia e gli consente di ragionare solo con il cervello.
Forse sono gli stessi motivi che hanno spinto anche te ad inviare quel curriculum.
Che Dio ci aiuti.