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Re: ..a me jobs m'è sempre stato antipatico..
Posted: 28 Jan 2012, 12:38
by mauribxl
Assolutamente, mi riferivo a eventuali giornalisti che la mettono così, come mi sembrava tu riportassi.
E comunque il mio punto è che i cinesi VOGLIONO lavorare e vogliono crescere (ci sono stato 6 volte negli ultimi 10-12 anni, andando non solo nelle grandi città ricche ma anche nelle campagne e nei deserti, e credo di aver visto molte cose e di essermi fatto un'idea abbastanza precisa), e comunque la crescita e il benessere si sono sempre raggiunti così, trovami esempi alternativi, dall'inghilterra del 700 a oggi.
Rispondi anche per favore alla parte sul perché dovremmo poter imporre agli altri di non fare quello che abbiamo fatto noi... per pararci il posteriore e permetterci di continuare a stare in vacanza e pausa sigaretta permanente? Mettiamoci una mano sulla coscienza e capiamo che se noi abbiamo meno voglia di lavorare (parlo come nazioni, non personalmente) gli altri non stanno a guardare. Continuare a pensare che ci sia un altro modo (senza dare una chiara spiegazione pratica, corredata di cifre e mezzi realistici) è solo il modo di finire nella m.... in cui siamo. O a coltivare utopie criminali come il comunismo che portano regolarmente (perché realizzate da uomini) a mostruosità che INVARIABILMENTE e INESORABILMENTE cadono sotto il loro stesso peso dopo aver fatto soffrire milioni di persone molto peggio di quelli che lavorano nelle fabbriche cinesi.
Nel mio semplicistico mondo, vedo due alternative principali: o si hanno buone idee e le si sviluppa, creando come Jobs nuovi modi di fare le cose e nuovi prodotti, o si lavora duro e tanto a qualcosa che SERVE (escludendo quindi rapidamente i prodotti condannati dal mercato: se non te lo comprano vuol dire che o il prodotto non è buono e lo devi migliorare, o non serve più e lo devi abbandonare, o sei fuori come prezzo, in tutti i casi continuare senza cambiare serve solo a buttare risorse che dovrebbero invece essere impiegate a fare altro) per portare la pagnotta a casa.
Quindi, o più cervello o più olio di gomito.
Re: ..a me jobs m'è sempre stato antipatico..
Posted: 28 Jan 2012, 12:47
by salvaroma
..un po' più cervello e un po' più di olio di gomito..la mia realtà è molto particolare e settoriale; probabilmente le mie opinioni sono influenzate da questo aspetto
Re: ..a me jobs m'è sempre stato antipatico..
Posted: 28 Jan 2012, 14:34
by micio
se il mondo fosse popolato da un numero minore di individualisti e perfezionisti ( per quanto riguarda la loro vita ) penso che sarebbe migliore .
Questo a prescindere .
Il fatto che la Apple si appoggi a fornitori che non rispetano regole etiche è una cosa normalissima nella grande industria , e l'importante è che non lo si sappia in giro .
Re: ..a me jobs m'è sempre stato antipatico..
Posted: 28 Jan 2012, 15:05
by mauribxl
Il problema per me è che si insiste ad applicare regole etiche NOSTRE (degli ultimi trent'anni, negli anni 50-60 da noi si lavorava allo stesso modo o quasi) a gente che ha un'altra etica, è questo il messaggio che mi sembra di non riuscire a far passare...
L'etica orientale è che l'individuo non conta, che lavora per il bene della famiglia e della società ben oltre quello che siamo disposti a fare noi, e non possiamo dirgli che dato che noi facciamo diversamente loro devono fare lo stesso.
Per fare un esempio forse più chiaro, è come la storia dei cani. Loro se li mangiano come noi le mucche, che diritto abbiamo di andargli a fare la predica e a bloccare le importazioni di pelli, togliendo il cibo di bocca a decine e forse centinaia di migliaia di persone perché nella nostra cultura (recentissima) i cani si trattano meglio degli uomini? E se loro bloccassero le importazioni delle nostre borsette di pelle?
Re: ..a me jobs m'è sempre stato antipatico..
Posted: 28 Jan 2012, 15:11
by salvaroma
infatti la mia critica non era verso i cinesi ma verso jobs...ma comunque staremmo a parlarne all'infinito..
Re: ..a me jobs m'è sempre stato antipatico..
Posted: 28 Jan 2012, 17:13
by Francis MI
Caro Mauri, sono d'accordo con alcune delle cose che dici (soprattutto quelle riguardanti noi) ma secondo me il tuo ragionamento sui cinesi ed in generale sulle altre culture non può reggere. Qui si tratta praticamente di schiavitù, di costante violazione degli elementari diritti della persona, della inesistenza di norme a difesa della salute pubblica. Si parla di una dittatura di oligarchi. Il fatto che in campagna ci siano milioni di persone che fanno la fame non giustifica il loro sfruttamentoin elle fabbriche 7 giorni su 7', per 18/20 ore al giorno.
Come conseguenza del tuo ragionamento, potremmo giustificare lo schiavismo anche qui da noi (molto comodo, finchè lo schiavo non sei tu) o il cannibalismo dove c'è fame, o lo stupro in una cultura in cui non ci sia nessun rispetto per la donna ( o l'uomo), e così via.
Se poi tutto ciò viene perpetrato al fine di fare arricchire un ristretto numero di oligarchi, laggiù e quaggiù, la cosa mi sembra anche peggiore.
C'è stata una Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo... Forse qualcosa conta.
Sempre IMHO...(:P)
Re: ..a me jobs m'è sempre stato antipatico..
Posted: 28 Jan 2012, 17:44
by micio
Mauribxl , quando si parla di etica naturalmente ,trattandosi di convenzioni si parla di cose condivise dalla maggior parte della gente .
Sul mangiare i cani potremmo discuterne , sui diritti delle persone no .
Re: ..a me jobs m'è sempre stato antipatico..
Posted: 28 Jan 2012, 18:32
by Elettriko
Da operaio , certe cose non le posso vedere.
Questo è il modo di lavorare secondo la mentalità cinese.
Guardo questi poveretti e mi chiedo se per loro è normale....
Re: ..a me jobs m'è sempre stato antipatico..
Posted: 28 Jan 2012, 19:09
by mauribxl
Le cose di cui parlate NON avvengono alla Foxconn da cui è partito il discorso e di cui parlavo io. Relativamente parlando li sono dei privilegiati.
Micio, no, la condivisione di cui parli è all'interno di una cultura e di un momento storico. E magari di un sistema religioso. L'etica cristiana non è quella musulmana (come dovremmo aver capito) ne tantomeno quella orientale. Quella comunista non è quella conservatrice (in una la violenza è un dovere del proletariato rivoluzionario, nell'altra è monopolio dello stato). Quella degli ani 30 non è quella di oggi. Persino cose a parole coondivise da tutti (come il non ammazzare o il non rubare) nei fatti valgono all'interno del gruppo, che un musulmano uccida un infedele o un apostata è un dovere sancito dal loro libro santo (lo so che ci sono parti in cui dice diverso, ma le più recenti sono quelle che valgono per molti e certamente per i jihadisti).
Francis, come la democrazia la dichiarazione dei diritti dell'uomo è certo un'aspirazione per tutti, ma è come la pelle del...., ognuno la tira dalla sua parte e si stiracchia pure. Ti ricordi la guerra fredda? I principi c'erano, ma li rispettavano tutti, noi compresi? A lungo termine, a pari condizioni di benessere, si spera di arrivarci per tutti. Fino a quando non si arriva a quel punto, chi ha ampie sacche di povertà consente che siano sfruttate (anche i cinesi ufficialmente condannano gli estremi, e ogni tanto qualcuno va in galera o si becca la pallottola che ha pagato nel coppino) per innescare il processo di crescita: ripeto, in Italia lo avevamo fino a poco fa. NON HO DETTO CHE SIA GIUSTO (anche se in forme meno estreme, simili a quelle degli anni 50 non vedo di cosa possiamo accusarli), solo che è un fatto e io ritengo che discutere con i fatti sia una brutta abitudine se si vuole capire e si vogliono risolvere i problemi, vi voglio vedere ad andare imporre qualcosa d'altro in Cina o in India.
E comunque la dichiarazione dei diritti non parla di 8 ore al giorno con 30 giorni di ferie all'anno. La differenza sta li. Voi parlate di estremi per dimostrare il vostro punto, la realtà cinese è in gran parte migliore, ma sempre MOLTO più produttiva che da noi in Europa occidentale (basta già andare in quella dell'est e le cose iniziano a cambiare.)
Pensate solo che i cinesi a scuola ci vanno mattina, pomeriggio E SERA. E io stesso, quando sono stato a Pechino per lavoro, arrivavo alle 900 (e loro erano già li), mangiavamo alle 1200, riprendevamo alle 1230 fino alle 1730, andavamo a cena (e noi eravamo ospiti VIP), riprendevamo alle 1800 e finivamo alle 2130. E non era una fabbrica con gli schiavi. Era la sede centrale dell'AVIC, la più grande azienda aeronautica (statale) cinese. Poi io dall'albergo grazie al fuso parlavo con l'Italia fino alle 2330-2400, gli mandavo il lavoro da fare, e la mattina lo trovavo pronto da discutere coi cinesi. Ero andato per discutere tre o quattro giorni, decidere le cose da fare in Italia e poi tornare a casa, e invece ci hanno gentilmente detto che non se ne parlava, dovevamo concludere li, 12 giorni di quella vita.
In Giappone è normale tornare a casa a sera tardi e ripartire alla mattina presto. Schiavi anche li? Non mi sembra che li abbia denunciati all'ONU nessuno, e non c'è una dittatura di oligarchi, Francis.
Scusate la sincerità, in tutta amicizia, ma forse non vi rendete conto di quanto quello che dite sia distante dalla realtà. E, ripeto, in India è anche peggio, perché li nascono in una casta (che ufficialmente non esiste più) e danno per scontato loro stessi che sia giusto restare legati alla loro terra o a spalare merda. Potete parlare di diritti eccetera, ma questo è quello contro cui combattono le nostre aziende. O trovano il modo di fare meglio o finiscono male. Un modo è di sfruttare l'opportunità per un po' sperando di trovare il prodotto che li tenga avanti alle copie cinesi che loro stessi hanno insegnato a fare. E vi assicuro che tra i giovani c'è una spinta a emergere che porta ad avere milioni di laureati di altissimo livello ogni anno, altro che "sfigati" che si laureano a 28 anni (e c'è pure una rivolta quando un ministro lo dice). E questi potrebbero avere loro in futuro l'idea di un prodotto migliore del nostro.
Non mettetemi in bocca cose che non dico. Non giustifico niente di quello che dici, ma se in una cultura la donna ha una certa posizione, noi potremo sentirci superiori e giudicarli, ma questo non significa che la donna stessa, in quella cultura, non lo accetti con convinzione. E allora che si fa in tal caso? E' un dilemma che sento, e non riesco a decidere così semplicemente, non sono sempre sicuro che prendendo gli estremi (la violenza) come esempio abbiamo poi diritto di imporre anche cose più "morbide" e accettate dalle donne stesse come il modo di vestirsi (parlo di casa loro, quando sono qui devono seguire le nostre regole). Non giustifico la violenza, ma so che è un processo lungo cambiare la testa degli uomini, e se uno sente la donna sua come la capra o la mucca, e la religione o quello che lui crede sia la sua religione, gli dice che va bene così, è dura che degli occidentali infedeli e finocchi, le cui donne fanno porcate incredibili (lo vede nei filmini porno che gli vendiamo, ce li aveva anche Osama) gli insegnino cosa è meglio per lui.
Anche sugli estremi non sono così sicuro che possiamo essere categorici: per esempio ci sono donne anche occidentalizzate che difendono l'infibulazione, una mia amica lavora in una associazione contro le mutilazioni genitali femminili e me ne ha parlato. Non è che violiamo i suoi diritti se le imponiamo di farlo a sua figlia? Io certamente ritengo che qui in Europa sia nostro dovere difendere la bambina in questo caso, ma a casa loro abbiamo veramente il diritto di imporre i nostri standard finché le loro leggi non cambieranno? E noi agli ebrei che fanno la circoncisione ai bambini, gli facciamo altrettante menate? Non vi sembra un tantinello ipocrita? Non è che gli mandiamo il messaggio che se tagliamo qualcosa noi va bene e se lo fanno loro (A CASA LORO) no?
Re: ..a me jobs m'è sempre stato antipatico..
Posted: 28 Jan 2012, 19:12
by mauribxl
Si, è normale. Te ne racconto un'altra. Una ditta italiana ha preso un contratto per una pressa enorme. La spedisce via nave, il tecnico arriva per montarla, si guarda in giro e dice: "Dov'è la gru?".
Lo guardano e gli dicono: in Cina di così grandi ce ne sono solo due e sono impegnate. Tu dicci cosa dobbiamo fare e ci pensiamo noi.
L'hanno messa su a mano. In Italia non ci avrebbe nemmeno pensato.