OT - E' morto Mike Bongiorno... :(

Pier Paolo
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Iscritto il: 24 dic 2008, 19:25

Re: OT - E' morto Mike Bongiorno... :(

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Ciao Mike!!
StefanoF
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Iscritto il: 22 dic 2008, 17:55
Località: Firenze

Re: OT - E' morto Mike Bongiorno... :(

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Mike Bongiorno era un grande appassionato di auto sportive: ricordo come fosse ieri quando arrivo' al Comunale di Firenze, per un Fiore-Juve, nel '66 o '67, a bordo della sua Corvette Sting Ray azzurro metallizzato e la parcheggio' accanto alla Ferrari 275 GTB 4 verde metallizzato dell'allora ns.presidente Ugolini!!!! Avvenimenti irripetibili......
Riposa in pace, Mike!
StefanoF
Chi non spera l'insperabile, non lo scoprirà. ( Eraclito )
as2367
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Iscritto il: 27 dic 2008, 13:26

Re: OT - E' morto Mike Bongiorno... :(

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Addio Mike......
Andrea70
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Iscritto il: 01 ago 2009, 20:27

Re: OT - E' morto Mike Bongiorno... :(

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rip
Pierluigi T.
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Iscritto il: 16 dic 2008, 21:44

Funerali di stato : era il caso ? Articolo di Antonelli

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sempre in memoria di Mike vi riporto un articolo di cui condivido molto il senso , ovvero è giusto compiangere l'uomo Mike ma esagerato tesserne lodi che più di tanto non gli apartengono , compreso un funerale di stato i cui costi sono stati sostenuti da tutti quando abbiamo persone così povere che non hanno la possibilità di dare degne cerimonie ai loro cari scomparsi :

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Mike Bongiorno e l’eterno teatrino di Claudio Antonelli

Stando alle lodi iperboliche che hanno accompagnato la scomparsa di Mike Bongiorno, l’Italia avrebbe perso con lui non solo l’intramontabile conduttore televisivo re del quiz, ma un uomo senza un solo difetto, il padre della Patria, l’eroe dei due mondi, l’eroico combattente della Resistenza, e l’inventore della TV o almeno di quella TV che gli italiani conoscono…




Da morto, Bongiorno è riuscito addirittura a far l’unità d’Italia: sul suo feretro hanno pianto inconsolabili sia il Principe Berlusconi, insieme con i suoi boiardi e sostenitori, sia i nemici di Berlusconi ossia l’altra metà d’Italia.

Non è né generoso né di buon gusto fare dell’ironia su una dipartita, ma io certamente non ironizzo sulla morte di Bongiorno, bensì sulle grottesche iperboli ch’essa ha suscitato.

Ingenuamente, o forse cinicamente, molti di noi si erano limitati a vedere in Mike un fortunato ed abile importatore nell’Italia provinciale, dall’America vincente, di giochi televisivi a premi. Riconoscevamo in lui, inoltre, un comunicatore capace, anche se un po’ terra terra e ripetitivo, e – diciamolo – dal fare un po’ antipatico con i concorrenti; una persona, inoltre, di statura modesta sul piano culturale.

Anni fa, Umberto Eco affermò che il successo di Mike Bongiorno poggiava proprio sulla sua modesta levatura: «Mike Bongiorno convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante del valore della mediocrità. Non provoca complessi di inferiorità pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo». Eco espresse questo giudizio prima che la fama da “eroe della resistenza” di Mike Bongiorno fosse ufficializzata, tramite i necrologi. Altrimenti Umberto Eco, insonne vedetta della crociata progressista contro l’oscurantismo, avrebbe certamente diluito il vetriolo dei suoi giudizi su Mike.

Una cosa non si può negare a Bongiorno: nonostante il suo ottimismo all’americana (“Allegria! Allegria!” era il suo motto) facente a pugni con il cauto pessimismo degli italiani, egli ha rappresentato l’Italia. Bisogna riconoscergli, infatti, il merito, o il demerito, di essere stato l’emblema dell’Italia televisiva, e quindi – diciamolo pure – dell’Italia “tout court”. Un’Italia fondata sulla TV, di cui “Sua Emittenza” Berlusconi è oggi il massimo esponente. Perché è inutile negarlo: in Italia, subito dopo la Mamma viene la magia della celebrità televisiva.

Il personaggio Bongiorno, rimasto in scena fino all’ultimo respiro, rappresenta, insieme con Baudo, Andreotti, Cossiga, Eco, Bocca, Bossi e gli altri attori del ripetitivo teatrino della Repubblica, un fenomeno assolutamente italiano: il tempo che non passa, ovvero l’incapacità del popolo italiano di girar pagina passando ad altro.

Sull’immobilismo italiano, Piero Operti si espresse così: «L’Italia è una terra “ricordevole” dove nulla mai viene definitivamente archiviato». E, più di recente, Galli della Loggia: «Un Paese fermo, consegnato all’immobilità: ecco come appare oggi l’Italia. Non già nella cronaca convulsa del giorno per giorno, nell’agitazione della lotta politica, nei movimenti sempre imprevedibili di una società composita, frammentata e priva di inquadramenti istituzionali forti. Ma un Paese fermo perché anche nelle sue élites prigioniero dei luoghi comuni, incapace di pensare e di fare cose nuove in modo nuovo, di sciogliere i nodi che da tanto tempo ostacolano il suo cammino».
Gli esaltati contorni mediatici assunti dalla morte di Mike Bongiorno dimostrano, appunto, che l’eterno teatrino italiano continua, e che sobrietà e pacatezza sono doti di popolo sconosciute agli abitanti del Belpaese.



Claudio Antonelli (Montreal)

Pubblicato da www.ilpiave.it in data Lunedì, 28 Settembre 2009
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