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Re: 15 febbraio 1937 – 15 febbraio 2013 una preghiera per Monsù Censin

Inviato: 17 feb 2013, 11:39
da Suzu600
Finalmente ho capito, ma per ho che in è piemontese è dura capire.......grazie della spiegazione........

Re: 15 febbraio 1937 – 15 febbraio 2013 una preghiera per Monsù Censin

Inviato: 19 mar 2013, 14:11
da warner
Senobarnard Scritto:
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> Gianni era l'anniversario della scomparsa di
> Vincenzo Lancia
> Questa è una bella lettera della sorella.
>
> Lettera di MARIA LANCIA, sul fratello VINCENZO
>
> Di Vincenzo Lancia industriale, costruttore, e non
> sempre fortunato corridore, molti hanno parlato e
> scritto dopo la sua morte. Altri l’hanno
> ricordato gentiluomo benefico e bonario, amante
> della musica di Wagner, e amico dei poveri,
> specialmente se suoi compaesani, smarriti per il
> mondo.Nessuno ha scritto di lui ragazzo, di lui
> giovane animoso e dinamico, di lui spesso perduto
> in sogni irraggiungibili, in desideri di
> irraggiungibili lontananze.Io, che l’ebbi
> compagno d’infanzia, lo rivedo indisciplinato
> sbarazzino a Torino, più assiduo frequentatore
> dei viali e delle piazze che non della scuola
> elementare “Niccolò-Tommaseo” alla quale era
> iscritto, quasi sempre indossante vestiti di tela,
> ma avvolto d’inverno in un poco elegante
> mantello, pur assai elegantemente portato.E pure
> lo rivedo rientrare accompagnato dai vigili,
> grondante acqua dopo un pericoloso bagno nel Po,
> sorridente e beato sotto le trepidanti sgridate
> paterne, sempre minacciato di collegio, e
> finalmente in collegio rinchiuso a Varallo.E lo
> vedo fabbricare mulini, di e notte risonanti nel
> paterno torrente della Montà; lo rivedo
> festeggiare, con il vecchio cannone ideato e fatto
> fondere da suo padre, la estiva sagra del nostro
> Fobello, sempre in moto, sempre sognando e facendo
> vivere cose nuove e nuovi disegni.E pur lo ricordo
> sul nostro terrazzo, luogo di risa e di giochi,
> dinanzi a un’enorme scodella di latte, in
> copiose merende, o appollaiato su un faggio
> gigantesco nel bosco soprastante la casa; e
> triste, all’autunno, tornarsene in città a
> riprendere gli studi, salvo a scordare di
> presentarsi agli esami.Tale fu Vincenzo Lancia,
> fino ai vent’ anni, o poco più.Dopo, ahimé!
> quasi subito dopo, una ben dura fatica
> l’attendeva, e ancor lo ricordo, quando si
> incendiò la sua prima fabbrica in via Petrarca,
> mordersi per il dolore le mani, e, disperato,
> piangere come un bimbo.Dopo, si, dopo venne anche
> il successo e venne la gioia di vedere le sue
> vetture veloci e stimate correre per il mondo; ma
> sempre quei giorni non più tornanti
> dell’infanzia gli risero e piansero in cuore ;
> senza posa, eterno fanciullo incontentabile,
> cercò ed insegui qualcosa di più alto e lontano,
> qualcosa che sempre, ma invano, sorride agli
> spiriti umani più eletti.Ed ora, noi siamo grati
> a quanti ancora lo ricordano, grati soprattutto a
> quanti continuano con amore, coraggio e successo,
> la sua opera, si che la memoria di lui e il nostro
> nome vivano a lungo e con onore per le sempre più
> vaste e numerose vie del mondo.
>
> Maria Lancia
Eh eh eh...un bel discoletto eh.....Ecco perche' son diventato Lancista da bambino....;)