Re: Europa : Paradiso , limbo o inferno ??
Inviato: 06 feb 2013, 11:32
Dove sbaglio? Andreotti era presidente del Consiglio, non Craxi.
E su questo non ci piove.
L'errore è su chi firmò il trattato (per questo avevo detto "se ben ricordo"), che fu firmato da De Michelis (Esteri) e Carli (Tesoro)
Così riporta il Corriere della Sera:
http://archiviostorico.corriere.it/1992 ... 9276.shtml (il giorno prima)
http://archiviostorico.corriere.it/1992 ... 8514.shtml (il giorno dopo la firma)
L'Andreotti VII era il classico governo della I Repubblica col centrosinistra DC-PSI. Non penso abbiano voluto l'Europa per derubarci, sennò qui scadiamo nella chiacchiera da bar. L'Europa, per fortuna, è un'idea più alta e più nobile che risale ad Alcide De Gasperi (che non mi sentirei di definire ladro, né mi sembra sia ladro Giuliano Amato, salvo smentita non mi risulta abbia subito condanne), che prefigura gli Stati Uniti d'Europa. Una potenza economica da 400 milioni di anime che potrebbe tornare a pesare sullo scacchiere del mondo.
E invece no.
Se le "minchiate" sono irrealizzabili, i trattati si possono rinegoziare. Si è sempre fatto nella storia del diritto internazionale e sempre si potrà fare. Non vedo dove sia il problema: ma non vedo politici con la statura di De Gasperi (ieri sera sentivo un politico "non alto" da Floris blaterare dei suoi predecessori definendoli "poveracci", mi sa che debba riprendere in mano qualche libro di storia). E non vedo una credibilità italiana. L'Italia, un paese che ha fondato quest'Unione, oggi viene vista come la barzelletta del mondo. All'estero ridono di noi, siamo riguardati come un popolo di pagliacci.
Gli stranieri hanno rispetto dell'Italia, ma non ne hanno per gli italiani. Si vede e si sente.
Forse, anziché fare gli italiani che vedono nel Belpaese il migliore dei mondi possibili, potremmo guardare un po' al mondo del XXI secolo per avere l'umiltà d'imparare dagli altri come si può crescere meglio.
Torno a ripetere: gli altri hanno fatto le riforme quando c'erano da fare. Nel '97, per esempio, Tony Blair pubblicò un bellissimo volume dal titolo "Modernizing Government", nel quale spiegava come sarebbe stata la Pubblica Amministrazione britannica nel XXI secolo. Già allora si parlava - siamo nell'era dei modem 28.800, ve li ricordate? - di fornire servizi online, ridurre il peso della burocrazia, istituire "One stop Shop", un unico ufficio nel quale avresti trovato assistenza per qualsiasi problema, dal lavoro alle tasse. E negli anni 2000 il governo laburista ha continuato a puntare sull'innovazione: con la banda larga per tutti, il 50% della popolazione che riceve assistenza online senza bisogno di fare code negli uffici, due megaportali per pagare tasse, iscrivere figli, ricevere i rimborsi fiscali, trovare lavoro, immatricolare l'auto e così via. Noi ancora andiamo coi FAX, come negli anni '80, quando a Chivasso facevano la (lodevole) Prisma!!!
Cose da fantascienza, rispetto all'Italia.
Penso che il Paradiso o l'Inferno siano frutto delle nostre scelte. Sicuri che l'Europa sia l'Inferno? Se penso ai tanti italiani che oggi emigrano ancora verso la Germania, come negli anni '60 (solo che ora non esportiamo solo manodopera, ma laureati), l'Europa per loro è un Paradiso.
Forse è questo Paese che sta scegliendo volontariamente l'Inferno.
E su questo non ci piove.
L'errore è su chi firmò il trattato (per questo avevo detto "se ben ricordo"), che fu firmato da De Michelis (Esteri) e Carli (Tesoro)
Così riporta il Corriere della Sera:
http://archiviostorico.corriere.it/1992 ... 9276.shtml (il giorno prima)
http://archiviostorico.corriere.it/1992 ... 8514.shtml (il giorno dopo la firma)
L'Andreotti VII era il classico governo della I Repubblica col centrosinistra DC-PSI. Non penso abbiano voluto l'Europa per derubarci, sennò qui scadiamo nella chiacchiera da bar. L'Europa, per fortuna, è un'idea più alta e più nobile che risale ad Alcide De Gasperi (che non mi sentirei di definire ladro, né mi sembra sia ladro Giuliano Amato, salvo smentita non mi risulta abbia subito condanne), che prefigura gli Stati Uniti d'Europa. Una potenza economica da 400 milioni di anime che potrebbe tornare a pesare sullo scacchiere del mondo.
E invece no.
Se le "minchiate" sono irrealizzabili, i trattati si possono rinegoziare. Si è sempre fatto nella storia del diritto internazionale e sempre si potrà fare. Non vedo dove sia il problema: ma non vedo politici con la statura di De Gasperi (ieri sera sentivo un politico "non alto" da Floris blaterare dei suoi predecessori definendoli "poveracci", mi sa che debba riprendere in mano qualche libro di storia). E non vedo una credibilità italiana. L'Italia, un paese che ha fondato quest'Unione, oggi viene vista come la barzelletta del mondo. All'estero ridono di noi, siamo riguardati come un popolo di pagliacci.
Gli stranieri hanno rispetto dell'Italia, ma non ne hanno per gli italiani. Si vede e si sente.
Forse, anziché fare gli italiani che vedono nel Belpaese il migliore dei mondi possibili, potremmo guardare un po' al mondo del XXI secolo per avere l'umiltà d'imparare dagli altri come si può crescere meglio.
Torno a ripetere: gli altri hanno fatto le riforme quando c'erano da fare. Nel '97, per esempio, Tony Blair pubblicò un bellissimo volume dal titolo "Modernizing Government", nel quale spiegava come sarebbe stata la Pubblica Amministrazione britannica nel XXI secolo. Già allora si parlava - siamo nell'era dei modem 28.800, ve li ricordate? - di fornire servizi online, ridurre il peso della burocrazia, istituire "One stop Shop", un unico ufficio nel quale avresti trovato assistenza per qualsiasi problema, dal lavoro alle tasse. E negli anni 2000 il governo laburista ha continuato a puntare sull'innovazione: con la banda larga per tutti, il 50% della popolazione che riceve assistenza online senza bisogno di fare code negli uffici, due megaportali per pagare tasse, iscrivere figli, ricevere i rimborsi fiscali, trovare lavoro, immatricolare l'auto e così via. Noi ancora andiamo coi FAX, come negli anni '80, quando a Chivasso facevano la (lodevole) Prisma!!!
Cose da fantascienza, rispetto all'Italia.
Penso che il Paradiso o l'Inferno siano frutto delle nostre scelte. Sicuri che l'Europa sia l'Inferno? Se penso ai tanti italiani che oggi emigrano ancora verso la Germania, come negli anni '60 (solo che ora non esportiamo solo manodopera, ma laureati), l'Europa per loro è un Paradiso.
Forse è questo Paese che sta scegliendo volontariamente l'Inferno.