Il difficile mercato delle vetture anteguerra.
Il difficile mercato delle vetture anteguerra.
Alla luce delle ultime sedute d'asta e dopo aver parlato con alcuni esperti stranieri del settore, sono arrivato alla conclusione che il mercato delle auto d'epoca è radicalmente cambiato negli ultimi 5 anni. Mentre negli USA già si parla di bolla speculativa riguardo alle vetture appartenenti al cosiddetto gruppo A (quei modelli che ogni anno aumentano il loro valore del 50% minimo), in Europa, sorprendentemente, si fatica a vendere le vetture anteguerra che da sempre coprivano circa il 50% del mercato.
Ho sempre considerato le aste come un punto di verifica dei modelli, dei generi e dei restauri, ma nonostante i recenti exploit, Sabato scorso una Delahaye 135 Figoni&Falaschi del 1937 è stata battuta a 6.6 milioni di dollari, le auto italiane sono sempre più ai margini del mercato. Fanno eccezione, così come alcune marche francesi, i telai Alfa Romeo dotati di motori 8 cilindri e quelli a 6 cilindri vestiti da prestigiosi carrozzieri. Ed è questo il punto: a meno che la vettura non sia "speciale", vuoi per il telaio, vuoi per la splendida carrozzeria, vuoi per la sua storia passata, il resto non si vende e rimane fermo sul mercato 3/4 anni per poi essere ceduto a "prezzi da saldo". Nel caso del nostro amato marchio non credo che ciò sia dovuto ai pericolosi annunci dell'AD di FCA, anzi la scomparsa di un marchio rende i modelli d'epoca ancora più appetibili, ma piuttosto al fatto che i giovani collezionisti non apprezzano più le auto con i parafanghi esterni: le prestazioni sono modeste, sono difficili da guidare e complicate da mantenere. Queste le motivazioni che sempre più sento rammentare.
Nella fascia bassa del mercato addirittura il costo di un restauro totale di un modello di serie è superiore al valore della vettura: un chiaro esempio sono l'Augusta, l'Aprilia e l'Ardea, vetture relativamente facili da trovare e da gestire. E l'Artena non versa in condizioni migliori. Ma drammatica è la situazione delle prestigiose Astura e Dilambda, nonostante non ci siano stati ritrovamenti recenti e che circolino clamorosi falsi. Le uniche 2 Dilambda in vendita in Europa sono ferme da anni. Nonostante tutto la Lambda pare reggere il mercato, anche se i prezzi richiesti sono alti per le condizioni in cui si trovano la maggior parte degli esemplari, quasi sempre nella versione torpedo. Elementi per i modelli ancora meno recenti non ce ne sono, purtroppo, anche perchè sovente si tratta di vetture ricostruite parzialmente o totalmente.
Ho sempre considerato le aste come un punto di verifica dei modelli, dei generi e dei restauri, ma nonostante i recenti exploit, Sabato scorso una Delahaye 135 Figoni&Falaschi del 1937 è stata battuta a 6.6 milioni di dollari, le auto italiane sono sempre più ai margini del mercato. Fanno eccezione, così come alcune marche francesi, i telai Alfa Romeo dotati di motori 8 cilindri e quelli a 6 cilindri vestiti da prestigiosi carrozzieri. Ed è questo il punto: a meno che la vettura non sia "speciale", vuoi per il telaio, vuoi per la splendida carrozzeria, vuoi per la sua storia passata, il resto non si vende e rimane fermo sul mercato 3/4 anni per poi essere ceduto a "prezzi da saldo". Nel caso del nostro amato marchio non credo che ciò sia dovuto ai pericolosi annunci dell'AD di FCA, anzi la scomparsa di un marchio rende i modelli d'epoca ancora più appetibili, ma piuttosto al fatto che i giovani collezionisti non apprezzano più le auto con i parafanghi esterni: le prestazioni sono modeste, sono difficili da guidare e complicate da mantenere. Queste le motivazioni che sempre più sento rammentare.
Nella fascia bassa del mercato addirittura il costo di un restauro totale di un modello di serie è superiore al valore della vettura: un chiaro esempio sono l'Augusta, l'Aprilia e l'Ardea, vetture relativamente facili da trovare e da gestire. E l'Artena non versa in condizioni migliori. Ma drammatica è la situazione delle prestigiose Astura e Dilambda, nonostante non ci siano stati ritrovamenti recenti e che circolino clamorosi falsi. Le uniche 2 Dilambda in vendita in Europa sono ferme da anni. Nonostante tutto la Lambda pare reggere il mercato, anche se i prezzi richiesti sono alti per le condizioni in cui si trovano la maggior parte degli esemplari, quasi sempre nella versione torpedo. Elementi per i modelli ancora meno recenti non ce ne sono, purtroppo, anche perchè sovente si tratta di vetture ricostruite parzialmente o totalmente.
-
- Messaggi: 219
- Iscritto il: 22 dic 2008, 22:28
Re: Il difficile mercato delle vetture anteguerra.
TI devo dire che di veri appassionati di modelli anteguerra ce ne sono anche in italia,ultimamente dopo innumerevoli Aurelia,sto restaurando(restauri totali) una astura,an' artena,an' aprilia bilux,an'augusta e diverse aprilia e ardea tutte berline.
Re: Il difficile mercato delle vetture anteguerra.
Mi fa piacere, ma sono vetture che hanno cambiato di proprietà l'anno scorso?
-
- Messaggi: 219
- Iscritto il: 22 dic 2008, 22:28
Re: Il difficile mercato delle vetture anteguerra.
Non so,sono auto portate da privati,l'astura arriva dalla Spagna,l'Artena dal piemonte,altre sono auto che i clienti avevano da anni in attesa di restauro,restaurare queste berline è vera passione e non certo speculazione.
Re: Il difficile mercato delle vetture anteguerra.
Proprio per questo il mercato delle anteguerra si sta impoverendo: poche vetture passano di mano, pochi proprietari hanno la passione giusta per restaurarle, offerta e domanda sono quindi in ribasso. Dall'altro versante le vetture degli anni '60, in generale, hanno vista schizzare i prezzi al rialzo.
-
- Messaggi: 504
- Iscritto il: 03 giu 2010, 07:21
Re: Il difficile mercato delle vetture anteguerra.
Penso proprio che l'analisi da te fatta sia giusta, e' difficile guidare quelle nonnette (anche se un conoscente pochi anni fa' e' andato in Spagna con una Dilambda, ma sono casi rari).
Io stesso, quando cercavo una Flaminia, ho sempre optato per l'ultima serie 2,8 con freni a disco proprio per potermela godere in lunghi viaggi con il massimo confort e sicurezza possibile.
Possedere una meravigliosa Lancia di anteguerra, anzi fino a prima dell' ardea e Aprilia che sono gia' auto leggere e molto piu' guidabili di quelle che le hanno preceduto, dev'essere un impegno non indifferente, a meno che uno sia un collezionista e la metta in bella vista nel suo salone senza quasi usarla.
Penso bisogna fare distinzione anche fra lancisti: appassionati (come me) e collezionisti. Certamente un appassionato opta per una vettura piu' guidabile possibile per poterla usare in ogni occasione e forse gli appassionati oggi sono numericamente maggiori dei collezionisti (anche fra i non lancisti, quindi puo' valere per qualsiasi marca costruttrice), questo spiegherebbe la crescente domanda delle vetture anni '60 e non delle storiche.
Saluti,
Sandro
Io stesso, quando cercavo una Flaminia, ho sempre optato per l'ultima serie 2,8 con freni a disco proprio per potermela godere in lunghi viaggi con il massimo confort e sicurezza possibile.
Possedere una meravigliosa Lancia di anteguerra, anzi fino a prima dell' ardea e Aprilia che sono gia' auto leggere e molto piu' guidabili di quelle che le hanno preceduto, dev'essere un impegno non indifferente, a meno che uno sia un collezionista e la metta in bella vista nel suo salone senza quasi usarla.
Penso bisogna fare distinzione anche fra lancisti: appassionati (come me) e collezionisti. Certamente un appassionato opta per una vettura piu' guidabile possibile per poterla usare in ogni occasione e forse gli appassionati oggi sono numericamente maggiori dei collezionisti (anche fra i non lancisti, quindi puo' valere per qualsiasi marca costruttrice), questo spiegherebbe la crescente domanda delle vetture anni '60 e non delle storiche.
Saluti,
Sandro
Re: Il difficile mercato delle vetture anteguerra.
Non per ribadire il concetto, che non è mio, ma sono proprio i collezionisti puri a scarseggiare oggi. I più sono over-75 ed i loro nipoti non vogliono nemmeno per regalo le vetture del nonno. Potrei farti i nomi di almeno 5 importanti collezionisti. Presto saranno ostaggio di commercianti poco scrupolosi pronti con la bisarca fuori dal cancello...
-
- Messaggi: 504
- Iscritto il: 03 giu 2010, 07:21
Re: Il difficile mercato delle vetture anteguerra.
Non e' un bel finale per loro andare nelle mani dei commercianti, purtroppo mi sa' che pero' il destino e' proprio quello.
Dispiace e comunque speriamo che chi poi le acquistera' dai "bottegai" (per usare un termine alla conte Mascetti di amici miei) ne abbia la cura di chi le ha avute e curate prima.
Sandro
Dispiace e comunque speriamo che chi poi le acquistera' dai "bottegai" (per usare un termine alla conte Mascetti di amici miei) ne abbia la cura di chi le ha avute e curate prima.
Sandro
Re: Il difficile mercato delle vetture anteguerra.
Introduco un ulteriore elemento di riflessione: le manifestazioni per auto d'epoca. Lasciamo stare Villa d'Este o la Mille Miglia, occupiamoci di manifestazioni dove si può andare nel finesettimana o la domenica per farsi un giro. Diciamocelo chiaramente, la stragrande maggioranza delle manifestazioni per auto d'epoca sono calibrate per vetture degli anni '60, vuoi per percorsi, vuoi per medie calcolate dagli organizzatori, vuoi per inserimento di trasferimenti in autostrada (!). Spessissimo, poi, dando per presupposto che alle manifestazioni saranno presenti solo automobili relativamente recenti e quindi conosciutissime dal grande pubblico, non viene approntata alcuna presentazione delle auto e quindi le più anziane restano come oggetti sconosciuti e talvolta vagamente imbarazzanti. Con queste prospettive, la voglia di tirare fuori l'Augusta per andare ad un raduno è davvero molto poca...
Però, lasciatemelo dire, se un cristiano si vuole divertire, un'Augusta, un'Aprilia o un'Ardea offrono su certe stradettine fuorimano, dove si possono tagliare due curve, la possibilità di farlo senza rischiare patente o osso del collo: il percentile di godimento per Km/h su un'anteguerra è altissimo, a settanta all'ora ti diverti come un matto. Volete mettere?
Andrea
Però, lasciatemelo dire, se un cristiano si vuole divertire, un'Augusta, un'Aprilia o un'Ardea offrono su certe stradettine fuorimano, dove si possono tagliare due curve, la possibilità di farlo senza rischiare patente o osso del collo: il percentile di godimento per Km/h su un'anteguerra è altissimo, a settanta all'ora ti diverti come un matto. Volete mettere?
Andrea
-
- Messaggi: 2
- Iscritto il: 07 ott 2014, 15:33
Re: Il difficile mercato delle vetture anteguerra.
effettivamente il cambio generazionale delle vetture anteguerra si e notevolmente ridotto e di conseguenza anche la richiesta e propio un peccato perche sono perfettamente daccordo sul fatto sia l, aspetto che il gusto della guida che ci offrono le anteguerra non e minimamente paragonabile alle vetture anni 60