Il rallye Alger-Le Cap 1950.

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Il rallye Alger-Le Cap 1950.

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28 dicembre 1950, 43 equipaggi firmano il registro di partenza dell' impresa sportiva più avventurosa del dopoguerra: la traversata del continente africano da Algeri a Città del capo. 15000 Km di piste battute, sentieri, guadi e qualche raro tratto asfaltato da percorrere in 40 tappe ad una velocità media di 40 Km/h.

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Organizzata dal generale Meynier, presidente della Società francese degli amici del Sahara, con la collaborazione dell'Automobile club de France e del Royal automobile club de Belgique, la competizione vede schierati veicoli provenienti da tutto il mondo: Buick, Bugatti, Chevrolet, Delahaye, Dodge, Fiat, Hotchkiss, Jeep, Lancia, Land Rover, Lincoln, Renault, Peugeot e Volkswagen. La classifica è suddivisa per classi: fino a 1100cc, da 1100cc a 2000cc, oltre 2000cc. Il premio in palio è di 700.000 vecchi Franchi francesi, pari a circa 125 milioni di lire dell'epoca.

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La squadra francese, a bordo di autoveicoli speciali Renault, è composta da 5 equipaggi militari selezionati tra 600 autieri con almeno 5 anni di servizio svolti tra le sabbie sahariane. Ma ci sono anche i non professionisti come i due crotonesi Barracco e Quaranta a bordo di una Lancia Aprilia di serie (CS6426). La Lancia schiera due veicoli speciali ideati appositamente per la difficile traversata: "Climene" (TO114036) e "Croce del sud" (TO114035). Si tratta di due minibus realizzati dalla Viberti sul telaio dell'autocarro Beta da 21,5 quintali con il motore Z10 da 1908cc.

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La struttura è in profilati d'acciaio rivestiti da pannelli in acciaio ed in alluminio. Il rivestimento interno è in compensato con l'intercapedine riempita di lana di vetro. Il tetto è munito di un secondo rivestimento, separato, in modo da formare una camera d'aria isolante. La ventilazione interna è assicurata da due bocche frontali dotate di saracinesca azionabile dall'interno e da un ventilatore elettrico. I veicoli sono equipaggiati con lettino, cassone per i ricambi, frigorifero per alimenti e bevande, serbatoio di riserva per il radiatore da 120 litri, apparecchio ricetrasmittente e di tutta l'attrezzatura necessaria alla traversata: binda, gravina, lande, fari esterni orientabili.

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I due veicoli sono sponsorizzati dalla RIV, dalla Solex, dalla Magneti Marelli e dalla Michelin. Gli equipaggi sono composti dagli ingegneri Ferdinando Gatta ed Emilio Christillin, dai meccanici Giuseppe Solaro ed Aldo Cappelli, dai fotografi Pierfrancesco Mele ed Luciano Palomba e dai giornalisti Egisto Corradi e Giovanni Canestrini. Nulla è stato lasciato al caso, Gianni Lancia ha organizzato personalmente l'allestimento dei mezzi ed ne ha scelto i nomi ed il cognato Gatta ha curato tutto l'aspetto logistico in qualità di responsabile della spedizione.
La prima parte del percorso vede l'attraversamento del Sahara, circa 4000 Km di piste in sabbia dove, nonostante il peso di circa 4500 Kg e le ruote posteriori gemellate da 6.50X16, i due mezzi si comportano più che bene.

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Ma con il superamento della linea equatoriale iniziano i veri problemi: piste fangose, guadi e buche molto profonde mettono a dura prova le sospensioni e soprattutto gli attacchi degli ammortizzatori anteriori, mentre antilopi, bufali ed elefanti fanno altrettanto con i conducenti. Per ben due volte Gatta, al volante di "Climene", è costretto alla sosta forzata per il rischio di essere caricato dai pachidermi.

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Peggio ancora andrà nella zona dei laghi: due le uscite di strada a causa del terreno viscido e del percorso pieno di curve, ben 900 in un tratto di 205 Km, Gatta sfonderà il parabrezza contro un albero, mentre Christillin rischierà di capovolgersi a causa della rottura di un trave di un ponticello dovuta alle abbondanti piogge.

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L'ultimo tratto, in parte su strade in macadam ed in parte su piste battute, vede l'attraversamento del Sudafrica e finalmente l'arrivo sulla sponda atlantica dei mezzi e degli uomini seriamente provati. Gatta giungerà 15° assoluto, 19° Baracco con il fedele meccanico su Lancia Aprilia e Christillin 20°.

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Per la cronaca la vittoria andò ex-aequo a tre campeggiatori torinesi, Veglia, Butti e Pavesio su una Jeep Willys residuato bellico modificata che divisero il premio con gli equipaggi francesi del Cap. Monnier su Delahaye pick-up e di M. Lapalu su Land Rover. Dopo 61 giorni di viaggio soltanto tre equipaggi furono costretti al ritiro.

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Si ringraziano gli Archivi Moisio, Canestrini e Gatta per la concessione delle foto.
Un breve video della partenza da Torino:
http://www.archivioluce.com/archivio/js ... ;section=/

Per chi volesse approfondire l'argomento in libreria è disponibile la riedizione ampliata del libro: http://www.corbaccio.it/generi/viaggi/a ... 809558.php
oppure è possibile visitare il sito: http://www.africaacronometro.it/wp/
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